Ritratto di Donna Velata

“Attento alla ragazza col gatto: pericolo di morte!”

Questa frase al telefono pronunciata da una voce sibillina e affannata darà inizio ad un’avventura che cambierà per sempre la vita di Luigi Certaldo, ragazzo di origini del nord Italia, che si guadagna da vivere svolgendo qua e là lavoretti occasionali nella città di Firenze.

Stiamo parlando di Ritratto di Donna Velata, uno sceneggiato Rai diretto da Flaminio Bollini, trasmesso sul piccolo schermo nel 1975 (ma prodotto l’anno prima) in 5 puntate, registrando un ascolto di oltre ventuno milioni di spettatori.

L’azione si svolge a Volterra, cornice perfetta per un giallo, con venature paranormali e noir, come lo sceneggiato in questione, e la cui origine etrusca risulta essere un elemento fondamentale per la trama.

Nel cast, Nino Castelnuovo interpreta il ruolo del protagonista, Luigi Certaldo, ragazzo pratico, prosaico, la cui figura si presta bene a spunti ironici basati sul contrasto con le vicende che lo coinvolgeranno, vicende che occasionalmente presentano interventi sovrannaturali e sfumature negromantiche. Una personalità che invece rispecchia bene queste ultime caratteristiche dell’opera è quella di Elisa [Daria Nicolodi], ragazza profonda, dagli atteggiamenti misteriosi, di cui Luigi subito si innamora e il cui aspetto è straordinariamente somigliante a quello di un ritratto dipinto un secolo prima; il quadro in questione, di autore sconosciuto, è situato nella villa di Alberto Certaldo [Mico Cundari], cugino del protagonista, personaggio avvolto da un alone misterioso, studioso di storia, di arti arcane e collezionista di reperti etruschi. Sandra [Luciana Negrini], curatrice della collezione Certaldo, Sergio [Manlio de Angelis], caro amico di Luigi e Mercani [Arturo Dominici], esperto etruscologo sono altre figure che giocano un ruolo fondamentale nell’intrigante vicenda.

Coincidenze inspiegabili, somiglianze con personaggi del passato, avvenimenti inconsueti e misteriosi aprono la strada ad un un avvincente intreccio, che l’evolversi degli eventi complicherà ulteriormente, per poi successivamente dipanarlo.

Numerose sono le immagini di Volterra che compaiono nello sceneggiato e che danno occasione, a ragazzi come me, di trovare scorci della nostra città priva di antenne, parabole o di una segnaletica stradale intensiva che ci ha portato l’evolversi della tecnologia. Indubbiamente uno scenario emozionante, definito da uno stregante bianco e nero che non fa che incrementare la nostalgia tra coloro che hanno vissuto Volterra in quegli anni e una sensazione di magia tra coloro che sono arrivati dopo.

Le immagini della Fortezza Medicea, del Seminario di Sant’Andrea, dei Labirinti, di San Giusto, del Battistero, della Badia Camaldolese e di molti altri luoghi di Volterra sono ben presentate dal regista, che sfrutta la misteriosa bellezza della città per intensificare ulteriormente l’atmosfera che caratterizza la vicenda. Villa Certaldo, situata fuori città, è invece la villa di Roncolla.

Nella sigla dello sceneggiato, appare quello che forse è il più celebre e prestigioso manufatto etrusco-volterrano: la statuetta dell’Ombra della Sera, accompagnata da una dolce musica al sax diretta dal maestro e autore Riz Ortolani.

© Duccio Mascherpa, DUCCIO MASCHERPA

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