Avviato il processo di medicalizzazione dell’Asilo dementi, la Congregazione si attiva nuovamente nella direzione di promuovere la realizzazione di un vero e proprio complesso manicomiale. In tale contesto si inserisce il progetto dell’ing. Filippo Allegri, compilato in collaborazione con il direttore Gammarelli. La posizione per l’insediamento del complesso manicomiale è indubbiamente favorevole. Il poggio volterrano e il poggio alle Croci offrono riparo dai venti di libeccio e scirocco. I contrafforti boschivi del Poggio alle Croci si estendono verso nord dal vento di grecale. Dominano i venti del quadrante nord, i quali si frangono prima sulle colline boschive del Cornocchio, cosicché sul San Girolamo non soffiano mai intensi. Tale progetto risale al 25 aprile 1898 e prevede un consistente piano di sviluppo edilizio.
> Sommario, dal ricovero di mendicità alla chiusura del manicomio
Nella pianta generale trovano rappresentazione tutti i piani terreni dei padiglioni già esistenti e da costruire ex-novo. Il Chiarugi (ex convento di San Girolamo), con l’indicazione degli interventi di demolizione e costruzione distinti convenzionalmente rispettivamente con velatura gialla e rossa; il Krafft-Ebing con il previsto ampliamento sui lati corti delle due ali del fabbricato. Sono inoltre delineati i padiglioni isolati da costruire ex novo: il reparto destinato ai servizi generali, amministrazione e abitazioni (A); i reparti destinati alle donne: infermeria e croniche (B), tranquille ed epilettiche (C), agitate e clamorose (D). Gli stessi tipi di reparti sono destinati anche agli uomini (E, F e G) (fig. 10).
I singoli padiglioni sono sviluppati nei disegni di pianta, sezione e alzati nella scala 1:50. Per quanto riguarda il Chiarugi (F), sono evidenziati nelle piante dei piani terreno e primo, con velatura rossa e gialla, rispettivamente gli interventi di nuova costruzione e di demolizione. Il progetto di massima redatto dall’ing. Allegri, previsto per il ricovero di mille malati, viene dal presidente della Congregazione Caioli sottoposto all’esame degli illustri professori Clodomiro Bonfigli e Augusto Tamburrini per conoscerne un preliminare e autorevole giudizio. Nella relazione, che data 30 marzo 1899, viene lodata l’iniziativa di costruire un manicomio che «possa servire a ricoverare i pazzi della provincia di Pisa e di altre provincie vicine che non hanno manicomio o che lo hanno deficiente»117. Con la realizzazione di un manicomio a Volterra, «quando ogni provincia abbia provveduto con modica spesa alla istituzione di un conveniente riparto nel Capoluogo per malati acuti»118, tutti gli altri alienati possono essere inviati in quello di Volterra, dove anche la modicità delle rette costituirà un minore aggravio di spesa, minori preoccupazioni e responsabilità per ciascuna di quelle provincie. Per orientamento, altitudine, natura del suolo ecc., l’area di San Girolamo ben si presta all’insediamento di un manicomio. Secondo i relatori, l’attuale estensione della proprietà, compresa quella estensione di terreno che ha già programmato di acquisire, la Congregazione può costruire un manicomio col sistema dei padiglioni sparsi per seicento malati. Per raggiungere la quota di mille ricoverati, risulta necessario acquistare altre aree circostanti per impiantarvi una vasta colonia agricola capace di quattrocento malati di ambedue i generi. Con l’istituzione della colonia, oltre a rispondere a una delle più importanti esigenze della moderna tecnica manicomiale, si potrà assicurare una «perfetta armonia colle abitudini professionali della maggior parte degli alienati della regione, che appartengono alla classe campagnola»119. Del progetto dell’ing. Allegri è approvato il concetto informatore e la generale disposizione dei padiglioni in rapporto all’ubicazione. Un giudizio più completo è rimandato al momento in cui potrà essere esaminato «il progetto colle indicazioni consigliate e corredato dai necessari dettagli planimetrici e tecnici»120.
Nella relazione del direttore sanitario Giannelli trova apprezzamento la disposizione assegnata dall’ing. Allegri ai padiglioni in rapporto ai venti dominanti del quadrante nord per assicurare «che l’aria viziata verrà costantemente e naturalmente rinnovata, soddisfacendo alla condizione principale che si richiede per un buon manicomio»121. I sei padiglioni, costruiti sui ripiani dei due sproni del poggio di San Girolamo, tre per gli uomini e tre per le donne, presentano le facciate a est e sud-est, a eccezione di quelli destinati agli agitati. Il fabbricato centrale viene a trovarsi nella confluenza dei due sproni. La disposizione risulta vantaggiosa per il naturale declivio del suolo in grado di assicurare la relativa vicinanza dei padiglioni senza pregiudizio delle condizioni di areazione.
I singoli padiglioni sono collegati da gallerie sotterrane che consentono anche il passaggio delle condutture dell’acqua, del vapore, dei cavi elettrici e altri servizi. Nei fabbricati è preferito il sistema unilaterale per una più completa areazione degli ambienti: da un lato i corridoi e dall’altro gli ambienti per i malati. Nel padiglione centrale trovano posto al piano terreno gli uffici, al primo piano le abitazioni dei medici. Il secondo piano per il guardaroba e per l’abitazione delle suore alle quali si affiderà anche la sorveglianza nei reparti femminili (figg. 11 e 12).
A destra di chi guarda il fabbricato centrale si troverà la sezione femminile, mentre quella maschile si svolgerà sulla sinistra così che le due sezioni saranno separate tra loro dal piccolo avvallamento che corre tra i due speroni del poggio di San Girolamo. I due edifici più vicini a quelli centrali sono destinati alle infermerie e ai cronici, i due seguenti ospitano gli epilettici e i tranquilli. I due fabbricati più distanti, destinati agli agitati e clamorosi sono stati disegnati colla facciata verso nord-nord-ovest. In questo modo le grida dei clamorosi che si trovano nei dormitori non possono disturbare la quiete dei reparti vicini. In questi due fabbricati le celle di isolamento, le quali si trovano più vicine agli altri reparti, si aprono su un corridoio che serve a smorzare le grida di quei malati che per ragioni sanitarie ivi sono introdotti.
Dei servizi generali, la cucina e i magazzini sono situati nel sottosuolo dell’edificio centrale mentre la lavanderia e il macchinario saranno costruiti dietro l’edificio centrale. La disposizione di tali servizi è stata curata in modo che la distribuzione accada su uno stesso punto da un lato per il reparto maschile e dall’altro per quello femminile. La stanza mortuaria e la sala delle autopsie sono da costruire vicino alla via pubblica onde rendere più agevole il trasporto dei morti senza che il carro funebre entri nell’istituto.
In altri disegni, con stessa impostazione grafica ma che non trovano corrispondenza con i padiglioni riportati nella planimetria generale (cfr. fig. 10), trovano delineazione la pianta e l’alzato di un fabbricato tipo per una colonia agricola, per il padiglione agitati, per il padiglione contagiosi, per la settoria e per i laboratori. Interessante risulta il grande padiglione del fabbricato principale caratterizzato da una galleria coperta che mette in comunicazione i servizi generali con la cappella e da qui alle celle per la segregazione temporanea.
Allo stesso ing. Filippo Allegri sembra potersi attribuire la redazione di altre due planimetrie generali per l’impianto di un nuovo complesso, sempre nella tipologia a padiglione isolati, ma non contestualizzabili nell’ambito del territorio prossimo al San Girolamo. Nella prima i singoli padiglioni sono reciprocamente distaccati (fig. 14). Nella seconda trova conferma l’idea del collegamento tra i padiglioni mediante una galleria centrale.
Nell’anno successivo l’ing. Allegri sviluppa un diverso progetto complessivo contenendo il dimensionamento a un numero di mille ricoverati tra uomini e donne. Nella planimetria generale, che riporta la data 22 giugno 1899 sono evidenziati: con velatura di colore giallo il fabbricato da demolire. In rosa i fabbricati da costruire subito; in verde i fabbricati da costruirsi in avvenire e gli ampliamenti dei fabbricati costruiti inizialmente; in marroncino i fabbricati già costruiti (Krafft-Ebing); in violetto la parte dell’ex convento di San Girolamo e l’annessa Chiesa in uso alla parrocchia (fig. 13).
Come riportato nella legenda i padiglioni sono distinti anche rispetto alle tipologie di malati e per genere. Per gli uomini sono destinati i fabbricati distinti con: a) Reparto tranquilli ed epilettici (già costruito Kraffft Ebing con due addizioni in corrispondenza dei lati corti da farsi subito e un ampliamento sul lato lungo da costruirsi in seguito); b) Padiglione agitati e clamorosi in parte da costruirsi subito, con aggiunte da costruirsi in seguito; c) Reparto cronici e infermeria (da costruirsi subito con interventi di ampliamento alla parte dell’ex convento di San Girolamo denominato anche Chiarugi destinato all’Asilo; d) colonia agricola (da costruirsi in seguito).
Per le donne: f) Reparto tranquille ed epilettiche (da costruirsi subito); g) reparto agitate e clamorose (da costruirsi subito con ampliamenti da eseguire in seguito); h) Reparto croniche e infermeria (da costruirsi subito). Sono inoltre previsti il reparto fanciulli (i), da costruirsi in seguito; il Reparto di osservazione, servizi generali e abitazioni (da costruirsi subito). Quattro sono quindi i padiglioni per uomini e quattro per le donne. Un padiglione è riservato a reparto per i fanciulli.
Il complesso dei padiglioni è in grado di ospitare quattrocento malati, con possibile sviluppo fino a mille posti, così da assicurare gli impegni presi dalla Congregazione di Carità con la provincia di Pisa. Il progetto risponde all’esigenza di realizzare gli interventi di nuova costruzione, di ampliamento e di demolizione, senza pregiudicare il regolare andamento delle attività dell’Asilo Dementi. Gli ampliamenti in pianta degli edifici esistenti sono previsti in modo da non comportare la demolizione delle strutture già eseguite a eccezione degli edifici indicati alle lettere a), c), f), h), per i quali è richiesto l’innalzamento di un piano, e quindi la demolizione e ricostruzione del tetto nel caso di ampliamento dell’istituto da quattrocento a mille ricoverati.
Per il fabbricato centrale e), destinato ai servizi generali alle abitazioni e al reparto di osservazione è prevista la completa esecuzione fin dalla fase iniziale non risultando influente l’aumento di dementi previsto rispetto alle dotazioni dei servizi generali e degli altri ambienti122.
La serie dei progetti dell’ing. Allegri, testimonianza della determinazione della Congregazione di realizzare un grande manicomio a Volterra, suscita negli ambienti universitari pisani forti opposizioni. E ciò soprattutto da parte dei sostenitori della proposta di destinare la certosa di Calci, in primis del direttore del Gabinetto di medicina legale e psichiatria di Pisa Beniamino Sadun123. Le motivazioni di tale opposizione risiedono principalmente nella distanza e difficoltà nei collegamenti sia dal capoluogo sia dalla prestigiosa sede universitaria. Si viene così a determinare una fase di incertezza nei rapporti con l’Amministrazione provinciale di Pisa e di riflesso anche rispetto alle Amministrazioni provinciali di Lucca e Massa Carrara. Ed è probabilmente anche a causa di questa difficile situazione, portatrice di una consistente riduzione del numero di ricoverati, che il prof. Giannelli decide di lasciare la direzione dell’Asilo dementi di Volterra.