Il progetto Zanaboni per un nuovo asilo dementi

La carenza di spazi per una adeguata ospitalità dei dementi, in costante aumento e provenienti, a partire dal 1895, anche dal manicomio di Fregionaia presso Lucca 49, porta la Congregazione di Carità ad affidare all’ing. Francesco Zanaboni di Siena, almeno fin dal 1891, il progetto generale per un complesso di edifici da destinare a un nuovo Asilo dementi 50. Non sono note le motivazioni che hanno indotto il presidente della Congregazione a rivolgersi proprio all’ing. Zanaboni. Non è stata infatti rinvenuta alcuna deliberazione in tal senso. Di contro, si registra una fitta corrispondenza tra il presidente della Congregazione e l’ing. Zanaboni, nel periodo che va dal 1891 al 1895.

> Sommario, dal ricovero di mendicità alla chiusura del manicomio


Sappiamo, a esempio, che in data 2 agosto 1891, lo stesso ingegnere trasmette al presidente della Congregazione cav. Aurelio Caioli, «la figura schematica dimostrativa della pianta generale» assegnata al nuovo complesso, al fine di ottenere utili indicazioni dalla Congregazione per sviluppare con maggior dettaglio il progetto. La planimetria del nuovo complesso non è stata rinvenuta. Tuttavia, dal contenuto della lettera dell’ing. Zanaboni unita al disegno, possiamo affermare una distribuzione «dei corpi di fabbrica semi-indipendenti, quasi padiglioni» 52, con l’utilizzazione al meglio della superficie disponibile e il soddisfacimento di una adeguata areazione e ventilazione ai diversi ambienti.

I singoli padiglioni garantiscono, si legge nella lettera, la «massima semplicità di spartito e la completa indipendenza delle singole parti e dirette comunicazioni, facilità di separazioni di uomini, donne, bambini e bambine» 53. Le latrine sono collocate all’esterno delle singole parti dell’edificio, in posizioni ventilate e areate. Lo stabilimento può essere costruito in diverse fasi e così suscettibile di ampliamento, secondo le esigenze che man mano si possono presentare. Riducendo il progetto al solo primo piano oltre il terreno è possibile ospitare circa cento ricoverati.

Al 10 marzo 1892, risale l’invio da parte dell’ing. Zanaboni al presidente della Congregazione, della pianta generale del piano terreno dello stabilimento. Si tratta di un più ampio progetto e che già tiene conto, probabilmente, delle osservazioni avanzate dalla Congregazione. La soluzione prevede quattro padiglioni di degenza indipendenti, di pianta rettangolare su due piani oltre il terreno, con i lati maggiore e minore rispettivamente di 30 m e di 22 m. Le comunicazioni tra i padiglioni sono dirette, così come per tutti gli altri locali indispensabili al servizio dello stabilimento. Ogni padiglione ha una scala propria di comunicazione fra i due piani. La cappella, posta in posizione centrale, sarà dotata di coretti al primo piano per i ricoverati d’ambo i sessi. Due padiglioni sono destinati agli uomini e due alle donne e la separazione è completa.

Due sono i refettori, due le sale di ricreazione, due i saloni del lavoro. La cucina e locali dipendenti sono previsti al centro dei refettori. La cucina e le dipendenze possono essere anche disposte posteriormente, pur conservando la diretta comunicazione con i refettori, così da assegnare a quest’ultimi maggiore lunghezza. I piazzali della ricreazione, che sono separati tra loro, saranno riuniti a due a due. La planimetria catastale richiamata dall’ing. Zanaboni, purtroppo non rinvenuta, riportava la distribuzione dei vari padiglioni tra cui quello d’isolamento per agitati, dei magazzini, della lavanderia e della cappella mortuaria, tutti ubicati esternamente al padiglione principale dei servizi generali.

La costruzione del complesso dei padiglioni, in grado di ospitare fino a quattrocento posti letto, può avvenire anche in tempi diversi, in considerazione delle disponibilità finanziarie della Congregazione 54. È da osservare che l’ing. Zanaboni chiede al presidente della Congregazione, di poter esporre il progetto, giunto a suo dire quasi al termine, nelle sale dell’Istituto delle Belle Arti di Siena in occasione «della festività del 15 agosto 1892» 55, che annualmente si celebra in quella città.

Si tratta probabilmente di eventi collegati al palio di Siena che vede dal 9 settembre 1900 al 17 aprile 1904 lo stesso ing. Zanaboni come uno dei deputati della Festa 56. L’ing. Zanaboni, oberato dall’impegno in altri lavori tra cui il teatro di Siena, tarda a consegnare il progetto commissionatogli dalla Congregazione 57.

Risale al 30 giugno 1893 la trasmissione di una perizia sommaria relativa a un solo padiglione, con «astrazione da qualsiasi ornamentazione e lavori di lusso» che prevede il rilevante costo di £ 108.800 risultando la superficie complessiva occupata dagli edifici di 1.400 mq 58. In altra perizia più analitica e che attiene al progetto generale, le voci di spesa sono così distinte: 1) movimenti di terra; 2) quattro padiglioni; 3) ingresso; 4) due locali da bagno e delle latrine; 5) cappella; 6) due sale di ricreazione; 7) refettori e sale di ricreazione; 8) cucina e locali dipendenti; 9) muri di cinta; 10) depositi d’acqua. L’importo complessivo ammonta alla ben più consistente somma di £ 253.495,26.

Si ha notizia della trasmissione, in data 18 agosto 1893, di quattro «fotografie del progetto dello stabilimento» 59, purtroppo non rinvenute. Nell’ottobre dello stesso anno emergono i contrasti tra l’ing. Zanaboni e il presidente della Congregazione rispetto a due ordini di questioni. La prima concerne il notevole ritardo ormai accumulato nella consegna degli elaborati grafici e di ogni altra documentazione a corredo del progetto. La seconda riguarda l’entità dei richiesti onorari e rimborsi spese 60. Bisogna attendere il 21 novembre 1893 per l’invio da parte dell’ing. Zanaboni di sette disegni di progetto di un solo padiglione 61.

A questa consegna, in seguito delle osservazioni e richieste di modifiche avanzate dalla Congregazione di Carità, segue un’altra trasmissione di un pari numero di elaborati grafici. Di questi disegni, che riportano la data del 3 marzo 1894, ne sono stati rinvenuti solo sei, tutti redatti a china su carta lucida e distinti con numero romano. Risulta mancante la tav. I. È da osservare che i disegni trovano puntuale corrispondenza nella relazione dell’ing. Zanaboni del 17 novembre 1893.

Dall’esame della pianta dei sotterranei VII e dalla pianta del primo piano (dei dormentari – VI), emerge il semplice impianto strutturale del padiglione che porta a ipotizzare la totale corrispondenza nella suddivisione degli spazi del piano terra o, più precisamente, rialzato, con la distribuzione dei vani del primo piano (fig. 4). Non deve sorprendere la mancanza di una scala esterna poiché è previsto un accesso diretto dal padiglione centrale dei servizi come risulta dalla prosecuzione dei muri all’esterno del padiglione in corrispondenza dei due corridoi centrali. Le pareti divisorie dei dormitori sono evidenziate in giallo per segnalare la possibilità della loro rimozione per ottenere un unico e più vasto dormitorio.

Nei disegni delle sezioni trasversale e longitudinale, più ricche di informazioni grafiche sull’articolazione spaziale del padiglione, si possono leggere le diverse strutture dei solai, conformati sia a volta policentrica sia con struttura lignea a semplice orditura; l’andamento dell’unica scala presente che dal piano terra prosegue fino al piano del sottotetto, la struttura lignea del tetto. Nella relazione unita ai disegni è prevista la possibilità di sostituire alle volte policentriche, il tipo di solaio in profilati di ferro e voltine in laterizio, anche per diminuire la spinta sui muri portanti e conseguentemente il corrispondente spessore. Tale soluzione trova in ogni caso rappresentazione nella sezione longitudinale III (fig. 5).

Nel disegno del prospetto del fianco II trova rappresentazione la diversa composizione nei quattro ordini di aperture (fig. 6). Al piano rialzato e al primo piano si osservano i finestroni ad arco fino a pavimento. Per tutta l’altezza del piano rialzato sembra previsto un finto bugnato mentre per le paraste d’angolo sembra potersi ipotizzare la presenza di vero bugnato in pietra. In ogni caso, risultando possibile realizzare anche le modanature e cornici marcapiano e dei finestroni ad arco con ossatura laterizia rivestita poi con calcina e cemento 62, la pietra consigliata dall’ing. Zanaboni risulta il travertino o la pietra serena delle cave delle Serre presso Rapolano. In alternativa la pietra proveniente dalle cave volterrane. Le cornici del sotto gronda sono previste in laterizio.

Nonostante l’acuirsi delle questioni legate alla contrattazione circa gli onorari, spese e assistenza di disegnatori richiesti, l’ing. Zanaboni con lettera del 18 gennaio 1894, trasmette al presidente della Congregazione di Carità la perizia dei lavori di sterro e di riempimento relativamente all’ubicazione prescelta per il padiglione dello stabilimento di mendicità, accordando contestualmente alla Congregazione di Carità una dilazione rispetto al tempo da egli stesso in precedenza fissato per ricevere il compenso richiesto 63.

Nel dicembre 1894, la Congregazione, confermando l’opportunità e l’urgenza di costruire nuovi fabbricati per ampliare il Ricovero di mendicità «rimasto troppo angusto e disadatto per far fronte agli impegni assunti con la provincia di Pisa e con altre ancora e alle numerose richieste che costantemente provengono da diversi comuni e che si è costretti rifiutare» 64, determina di non insistere nel portare a esecuzione il progetto dell’ing. Zanaboni. La Congregazione non intende quindi impegnarsi in spese eccessive che vanno oltre gli effettivi bisogni del presente. La decisione della Congregazione è quella di costruire in modo più modesto e progressivo, secondo l’effettiva utilità 65.

A tal proposito è da osservare che al 31 dicembre 1893 le economie accantonate dalla Congregazione, allo scopo di assicurare più adeguati e più ampi locali per i ricoveri a pagamento, ammontano a poco meno di £ 30.000. Ben maggiori risultano tali economie alla fine dell’anno seguente 66.

Se da un lato la Congregazione è ormai orientata a ricercare soluzioni per l’ampliamento del ricovero di mendicità, dall’altro è ancora irrisolta la questione dei vani da assegnare al parroco di San Girolamo. Il sottoprefetto del circondario di Volterra, chiamato a presiedere la commissione preposta a risolvere la richiamata controversia 67, si trova costretto a invitare il sindaco a valutare nuovamente la costruzione di un nuovo fabbricato a uso di canonica e, con l’assistenza di un ingegnere dell’ufficio tecnico di finanza, partecipare a un sopralluogo della commissione da tenersi il 3 novembre 1893 68.

© Accademia dei Sepolti, ROBERTO CASTIGLIA
“Il progetto dell’Ing. Francesco Zanaboni per un nuovo asilo dementi”, in Rassegna Volterrana, a. XCIX, pp. 87-142
49 Ivi, p. 2.
50 Risulta dai documenti rinvenuti che l’ing. Francesco Zanaboni nel 1898, è membro della Società Toscana degli Ingegneri e Architetti. Si occupa del restauro e consolidamento della chiesa cattedrale di Pienza (cfr. C. CRESTI, L. ZANGHERI, Architetti e ingegneri nella Toscana dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 238).
Agli inizi del Novecento, riceve l’incarico di progettare a Livorno una cappella in onore di Santa Teresa del Gesù, voluta dall’arcidiacono del duomo di Siena, Leonardo Bufalini. La cappella, ispirata allo stile gotico senese, si può vedere oggi nel quartiere di Antignano lungo la Via del Littorale, presso l’omonimo istituto religioso tenuto dalle suore carmelitane. Con decreto del 17 marzo 1907 l’ing. F. Zanaboni, quando ricopre la carica di consigliere e assessore del comune di Siena, è nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (cfr. Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, anno 1907, n. 203 del 27 agosto 1907).
51 AOPV, Carteggio, n. 7, fasc. progetti costruzione Asilo (1895-1897), lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità, cav. A. Caioli, del 2 agosto 1891.
52 Ibidem.
53 Ibidem.
54 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità, cav. A. Caioli, del 10 marzo 1892.
55 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità, cav. A. Caioli, del 3 agosto 1892.
56 Si veda https://www.ilpalio.siena.it/5/cerca.aspx?q=ZANABONI
57 AOPV, Carteggio, n. 7, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 7 dicembre 1892.
58 Ivi, perizia sommaria per la costruzione del nuovo stabilimento di Mendicità in Volterra del 30 giugno 1893, ing. F. Zanaboni.
59 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 18 agosto 1893.
60 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 14 ottobre 1893. Si veda anche ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 11 novembre 1893.
61 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 21 novembre 1893.
62 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 2 dicembre 1893.
63 Ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al cav. A. Caioli del 18 gennaio 1894. Si veda anche ivi, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 2 dicembre 1893.
64 AOPV, n. 91, deliberazione della Congregazione di Carità, amministrazione dell’Opera Pia Ricovero di Mendicità, n. 88 del 28 dicembre 1894.
65 Le vicende relative ai compensi pretesi dall’ing. F. Zanaboni e che vedono come parte in causa anche la Sottoprefettura di Volterra si concludono positivamente sul finire del 1895 (cfr. AOPV, n. 7, lettera dell’ing. F. Zanaboni al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 11 ottobre 1895).
66 AOPV, Carteggio, n. 91, lettera del sottoprefetto del Circondario di Volterra al presidente della Congregazione di Carità cav. A. Caioli del 15 novembre 1894.
67 Della commissione fanno parte, oltre al sottoprefetto, il sindaco, il ricevitore del registro di Volterra e il subeconomo dei Benefizi vacanti.
68 ASCV, Postunitario, Carteggio degli affari comunali, cat. 5, tit. 2, fasc. 7 (1893), lettera del sottoprefetto del Circondario di Volterra al sindaco del 3 novembre 1893.