Luce sul contributo del design al rinnovamento dei processi di lavorazione alabastrina, funzionale al ricollocamento della realtà volterrana nel novero delle più rilevanti produzioni artistiche e artigianali italiane.
L'alabastro viene rinvenuto in masse dalla conformazione generalmente ovoidale, con peso variante da pochi chilogrammi ad alcuni quintali. Arnioni in superficie e nel sottosuolo. Riconosciamo tutte le tipologie e la loro qualità.
La lavorazione dell'alabastro avviene in locali semplici, chiamati botteghe. Questo passaggio molto delicato è caratterizzato da influssi, abilità e capacità personali e da piccoli segreti individuali gelosamente custoditi.
Si dice che l'alabastraio segua l'andazzo dell'alabastro che percepisce tutte le oscillazioni: se la borsa si inquieta, se la pace è minacciata, se il commercio si turba, l'alabastro lo avverte subito e subito l'alabastraio ne subisce i contraccolpi.
Negli ultimi anni dell'Ottocento il panorama dell’artigianato alabastrino si era gradualmente trasformato: la produzione stava ritornando alla tradizione delle botteghe artigiane ed il sistema commerciale dei “viaggiatori” stava perdendo la sua importanza.
Accenniamo i tratti peculiari che contraddistinguono il gruppo degli alabastrai all'interno della comunità volterrana. Dai testi orali raccolti emergono gli elementi più significativi della mentalità alabastrina.
La parola alabastraio a Volterra evoca un modo unico e singolare di porsi verso la vita e verso la Storia, dove lo spirito toscano e le idee libertarie s’intrecciano indissolubilmente.
I grandi commerci d'alabastro. Fu costituita una società per il commercio dell'alabastro fra i signori Carlo Ruggeri, Antonio Norchi e Ranieri Petracchi, tutti volterrani, per la durata di tre anni.
Fu costituita una società fra Antonio del fu Domenico Lotti, Niccolò del fu Francesco Viti, Giovanni del fu Luigi Leoncini e Vincenzo del fu Tommaso Tangassi. Sono i viaggiatori dell'alabastro!
L'osteria, come ritrovo per discutere, giocare e abbandonarsi all'ozio, era un'attrattiva a cui nessuno sapeva resistere. Gli alabastrai soprattutto, a far bisboccia erano i primi.
Grazie a Dio niente di tragico; si volle soltanto ottenere con la forza quello, che il flusso naturale del commercio, l'umanità e la giustizia non erano stati in grado di concedere.
La lavorazione dell'alabastro dagli inizi del terzo secolo avanti cristo alla fine del novecento; generazioni di alabastrai che hanno reso Volterra il centro della manifattura.