Nella seconda metà dell'Ottocento c'erano trentasei lampioni; erano stati apposti sui canti e sulle facciate delle case della sola città. I quattro borghi volterrani invece non erano serviti, rimanendo al buio.
Scopri la tradizione numismatica di Volterra e il grosso volterrano grazie all'esperto Magdi Nassar e al suo libro sulla monetazione locale. Qui una breve infarinatura sulla monetazione, come ospite di Dario Moccia.
La travagliata storia ferroviaria nella Val di Cecina iniziò nell'8 marzo 1860 con il beneplacito di un decreto del Governo Provvisorio della Toscana poco dopo la "cacciata" del Granduca e l'annessione della Toscana al Regno.
La lavorazione dell'alabastro avviene in locali semplici, chiamati botteghe. Questo passaggio molto delicato è caratterizzato da influssi, abilità e capacità personali e da piccoli segreti individuali gelosamente custoditi.
I contratti regolavano i rapporti tra proprietario e lavoratore. Nelle zone meno abitate era in uso il terratico: il proprietario concedeva la terra a un lavoratore, spesso un emigrante, e riceveva una su tante parti di raccolto.
Una scuola di grammaticha si trovava nel convento dei Frati Minori, frequentata dai novizi e da giovani. I notai si formavano nelle scuole di ars notaria di Firenze.
Il barbiere del tempo radeva la barba e i capelli e «diminuiva il sangue». I merciai invece erano tra gli artigiani più ricchi della città, in contrapposizione ai rigattieri e ai ferrivecchi.
Cittadini e gente della campagna indossavano abiti di lana o di lino che era più pregiato e quindi meno comune. Le famiglie abbienti comperavano le stoffe di pregio anche dai mercanti forestieri.
I termini usati per indicare l'abitazione erano i comunissimi casa e casetta. Altri termini erano casaccia, e soprattutto casalino o casalino o casellino. Rari erano casolare, casa da signore, casa da lavoratore e palagio, cioè palazzo.
Una situazione molto problematica, la Volterra del 1429 vive fatti molto gravi e ne risente per le ribellioni del popolo nei confronti dei supervisori fiorentini.
Negli ultimi anni dell'Ottocento il panorama dell’artigianato alabastrino si era gradualmente trasformato: la produzione stava ritornando alla tradizione delle botteghe artigiane ed il sistema commerciale dei “viaggiatori” stava perdendo la sua importanza.
Le rivedo al tramontar del sole, piegate sotto il carico di legni e di stecchi, racimolati nella tagliata del bosco di Tatti. Erano le boscaiole volterrane.
Intorno alla città di Volterra si dispongono numerosi mulini ad acqua, essi sfruttavano le correnti dei numerosi botri che scendevano lungo le pendici della collina. I più originali? I mulini dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso.
La ferrovia venne inaugurata domenica 15 settembre 1912 alla presenza di numerose autorità cittadine, dei comuni limitrofi e dei rappresentanti del governo. Ma prima che il progetto prendesse piede, non pochi furono gli ostacoli!
Molto spesso il Seicento vien descritto come il secolo degli abusi e dei soprusi, forse per un'errata interpretazione manzoniana della storia, ma il documento che ci è capitato ci dice tutt'altro.
Un poeta arcade governatore di Volterra alla fine del Seicento, Vincenzo da Filicaia detto Polibio Emonio sarà considerato uno dei poeti più importanti del suo secolo.
Meshullam apparteneva a un’abbiente famiglia ebraica il cui capostipite, Buonaventura di Genatano da Bologna, si era trasferito a Volterra agli inizi del Quattrocento.
Donne in cappello, intente a sciamannare l'erba, nel fiume stanco e senza rattaio: sono le Gremignaie, raccoglitrici della gramigna, tanto gradita al cavallo.
Cosa è cambiato rispetto a ieri? Testimonianza del mercato di Volterra nel corso della storia. I cambiamenti attraverso una fonografia dialettale locale piena di ricordi felici e vivaci.
Nel medioevo le misure lineari non erano in metri, ma in braccia o in canne; ogni città aveva la sua unità di misura e per tal motivo imperava un grande disordine su questo campo.
I legni per i due servizi comunali erano almeno otto ed esplicavano il servizio per Colle Val d'Elsa e per la stazione ferroviaria di Volterra; la quale, a quei tempi, faceva scalo a Saline.
Tra i molteplici atti di Francesco Ferrucci la coniazione di una tipologia monetale è, forse, la meno nota ai più, ma non per questo la si può tralasciare.
Un volterrano ingiustamente trascurato dagli scrittori di storia locale. Economista illuminista nella Toscana dei Lorena del '700: il Giovan Francesco Pagnini.