Via Luigi Scabia che costeggia il grande complesso dell’ ex-ospedale Psichiatrico, eretto e diretto dal Prof. Luigi Scabia, è dominata da una collina che, da secoli, è chiamata “Poggio alle Croci”. Il promontorio ha dato il nome anche alla via che, appena imboccata Via Luigi Scabia, si trova sulla destra. Molte sono state le ipotesi per spiegare il significato del toponimo.
Per alcuni con “Poggio alle croci” si volevano ricordare le vittime provocate nell’80 a.c., dai legionari di Silla che a Volterra dettero sfogo della loro rabbia dopo due anni di assedio, uccidendo i fedelissimi di Mario e molti volterrani che li avevano accolti. Per altri studiosi il luogo ricorda le ultime battaglie per la liberazione di Volterra, quando da lì nel 1472, partivano le bombarde del Montefeltro. Infine il nome deriverebbe la sua origine dalle molte sepolture che i combattimenti, necessariamente, avevano provocato. A conferma di ciò sembra che il primo scontro tra le milizie avvenne proprio su Poggio alle Croci che, da fortificazione in difesa di Volterra, divenne il centro propulsore dell’attacco decisivo, sferrato dai Fiorentini.
Oramai il Poggio ha cambiato il suo aspetto originario: un tempo era un’altura a forma conica, ricoperta di vegetazione. Si dice che sulla sua cima vi si fosse stabilito un insediamento etrusco, tanto che, nel 1912, in località Papignanino sulla pendice orientale, fu trovata una tomba a camera, scavata nella roccia e, nel 1927, un ipogeo circolare con colonna centrale, poi ancora nel 1957 altre due tombe. E’ quindi probabile che, anche rifacendosi a quello che è stato il quadro civile e sociale del popolo elrusco, particolarmente legato alla venerazione di selve e campagne e teso a costruire le propri dimore sulle alture, che esistesse un insediamento etrusco, abbinato ad un bosco sacro.
In realtà Poggio alle Croci sembra si chiamasse così perché sulla sua sommità erano drizzati i patiboli per le esecuzioni capitali, tramite impiccagione. A partire, infatti, dal XVI secolo la giustizia volterrana dava corso alle sue funzioni non più in Piazza dei Priori con il boia. l condannati, rinchiusi nel Maschio accompagnati dal corteo con gli incappati della Misericordia, gli armigeri, i frati e gli uomini di giustizia, uscivano da Porta a Selci e, mentre le campane delle chiese suonavano a morto, scendevano fino a Borgo S. Lazzero e da lì risalivano al poggio dove venivano giustiziati.
La giustificazione dell’omonimo risale al 1920 quando, durante i lavori di costruzione di alcuni edifici dell’ospedale Psichiatrico, furono rinvenuti molti resti umani. In antico sembra che avesse un’altra denominazione e si chiamasse “Monte Primo”, perché era la prima altura fuori delle mura verso levante. Così Poggio alla Rocca, sede della leggendaria gallina dalle uova d’oro, era chiamata “Monte Secondo” e il dosso, dopo Mazzolla, “Monte Terzo”. Poi il nome diventò “Poggio alle Forche”.
Il sentiero che portava alla sommità era infatti conosciuto come “Via del Patibolo” e solo più tardi assunse il nuovo nome di “Via della Madonnina” per una edicola eretta a metà strada in onore della Vergine. Un tempo il Poggio era la meta preferita dei volterrani in occasione delle tradizionali scampagnate nei giorni del I° maggio e del Lunedì di Pasqua. Tale usanza, rimasta fino al fascismo, fu poi abbandonata quando iniziarono i lavori per la edificazione dei padiglioni dello Psichiatrico.