Pievano volterrano a Popiglio

Popiglio è un piccolo centro situato nella valle della Lima sulla montagna pistoiese. Una certa sua importanza nel corso dei secoli è da attribuirsi alla vicina strada che collega la Toscana costiera al nord Italia – oggi statale dell’Abetone e del Brennero – e al territorio di confine con il dominio di Lucca. Ha una pieve intitolata a Santa Maria Assunta, appartenente alla diocesi di Pistoia e documentata fino dal secolo XI.

Il paese è lontano da Volterra, eppure nell’elenco dei pievani di Santa Maria Assunta, compilato e affisso all’entrata della chiesa, appare un volterrano: Baldassarre dei Bardini che iniziò il suo incarico nel 1534 e lo terminò nel 1540. Di lui non abbiamo altre notizie. La sua famiglia però fu una delle prime in città e nel corso dei secoli dette diversi canonici alla sua cattedrale. Ugualmente sconosciuti sono i motivi che indussero il cardinale Antonio Pucci vescovo di Pistoia a conferirgli il pievanato. Un legame tra la gerarchia delle due Chiese, tuttavia è documentato nel giugno 1532 quando il volterrano Luca Giovannini vescovo di Anagni si trovò a Pistoia a impartire il sacramento della cresima. La sagrestia del duomo fece costruire due palchi per la celebrazione e acquistò dallo speziale otto once d’acqua di rose per «lavar le mani al soprascripto vescovo», a cerimonia finita. Inoltre le due città avevano sofferto di recente i tristi fatti d’arme che avevano segnato la fine della repubblica fiorentina. Il suo condottiero, Francesco Ferrucci, ucciso nel 1530 a Gavinana sulla montagna pistoiese in una memorabile battaglia contro le truppe imperiali, qualche mese prima della morte aveva considerato Volterra come città nemica e si era impadronito degli argenti e degli oggetti preziosi delle sue chiese, mettendo all’asta in piazza i reliquiari dei santi patroni. A Pistoia invece nel gennaio 1530 si parlava di una visita in città di papa Clemente VII e dell’imperatore Carlo V – che non vennero – e dopo la fine dell’assedio di Firenze ci si premurò di far sapere che si parteggiava per i Medici contro la repubblica. Il 3 agosto, poi, in cattedrale erano stati celebrati i funerali del comandante delle truppe imperiali il principe Guglielmo d’Orange, ucciso a Gavinana. Il suo corpo era stato imbalsamato per permetterne il trasporto e la sepoltura nella cripta della chiesa di Cappuccini a Lons-le-Saunier in Francia.

Alla luce di questi fatti si può quindi pensare che la nomina del pievano di Popiglio fosse dovuta alle buone relazioni politiche tra le due città, a favore dei Medici, e alla collaborazione delle rispettive Chiese. Si può inoltre supporre che tra 1532 e il 1534 avesse dato un suo parere anche il vescovo Giovannini.

© Paola Ircani Menichini, PAOLA IRCANI MENICHINI
Un pievano volterrano a Popiglio, in “La Spalletta”, a. 2 novembre 2013

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