Il C.L.N. nacque come naturale e logico proseguimento della lotta antifascista avvenuta durante il ventennio.
Con la caduta del fascismo, sembrò che la lotta antifascista, e ancor più i movimenti sorti nella clandestinità, potessero ridare all’Italia un governo democratico.
I ventuno mesi, dalla fine di luglio 1943 a quella di aprile 1945, rappresentarono uno dei periodi più dolorosi della moderna storia d’Italia. L’ambiguo proclama reale e il troppo chiaro proclama badogliano posero le tristi premesse di una conclusione storica inevitabile. L’Italia, divisa in due fazioni che ricordavano i secoli più sciagurati del paese diviso e soggetto, invasa e contesa da due eserciti stranieri, si ritrovò spartita fra due governi, ciascuno dei quali si appoggiava a uno di quegli eserciti, mancando quindi di qualsiasi parvenza di autonomia.
Ma il popolo italiano già sapeva quale fosse la via giusta da seguire, anche se ciò significava affrontare una guerra fratricida e dolorosa. I giovani dovevano ricordare e crescere con il fermo proposito di evitare in futuro colpe ed errori simili a quelli che avevano portato l’Italia alla disfatta.
Svanita ogni speranza, con i preziosi moniti di Badoglio e del re, gli antifascisti ripresero a operare liberamente per la restaurazione di un governo democratico, tornando nella clandestinità per contrastare il fascismo che si avvaleva dell’appoggio dell’esercito tedesco. Fin da subito si avviò la riorganizzazione dei movimenti antifascisti che, nella clandestinità, ripresero la lotta.
Così nacquero i primi Comitati di Liberazione Nazionale, che rappresentavano il futuro di un’Italia libera dai nazifascisti e dagli eserciti alleati che avanzavano.
Già dall’ottobre 1943 si verificarono i primi atti di una guerra partigiana che andava intensificandosi man mano. La primavera del 1944 vide un notevole risveglio della resistenza civile e di quella armata. La rete dei C.L.N. si espanse e le formazioni partigiane divennero numerose e ben organizzate.
In questo clima sorse anche il C.L.N. di Volterra. Raccontare quindi la storia del C.L.N. di Volterra nel contesto della situazione dell’epoca non è facile oggi, a distanza di tempo.
Ci aiutano le documentazioni ufficiali del C.L.N. di allora, nonché il ricordo dei protagonisti di quei lontani avvenimenti storici. E fin da subito dobbiamo scusarci per eventuali omissioni di nomi e opinioni, poiché questa narrazione, per ovvie ragioni, si concentra esclusivamente sui fatti essenziali.
Nell’ottobre 1943, a Volterra, si tenne una prima riunione a casa di Gigì Fanucci, in Borgo S. Stefano. Presenti alla riunione furono Mario Giustarini e Gigi Fanucci di Volterra, Italo Bargagna e l’avvocato Fernando Frattini di Pisa; successivamente partecipò anche Ideale Guelfi di Pisa. L’argomento fu la riorganizzazione del P.C.I. e i sondaggi per la formazione del C.L.N. di Volterra.
Si tenne poi una nuova adunanza alla bottega di Mario Giustarini, presenti Mario Giustarini, Amedei Meini, Libero Solaini, Aroldo Talamucci, Niccolò Mezzetti e Nello Bardini di Volterra, l’avvocato Fernando Frattini e Ruggiero Parenti di Pisa ed Egidio Lisi di Cascina. In questa riunione si trattò esclusivamente del problema della formazione del C.L.N. a Volterra.
Un successivo incontro fu tra Fanucci e Talamucci, dopo che quest’ultimo aveva preso accordi con il C.L.N. Provinciale di Pisa.
L’avvocato Fernando Frattini fu incaricato di interpellare il professore Umberto Borgna del Partito d’Azione, che accettò di far parte del costituendo C.L.N. Seguirono altre riunioni con elementi di Volterra, rappresentanti il P.C.I., il P.S.I., e il Partito d’Azione. Parteciparono anche alcuni membri del C.L.N. provinciale.
La prima riunione si tenne a casa del professore Borgna, con la presenza del dottor Monasterio, di Bargagna e dell’avvocato Frattini. A Bargagna venne dato l’incarico di sondare elementi della Democrazia Cristiana per richiedere una partecipazione attiva, come già avveniva su scala nazionale. Borgna entrò in contatto con il canonico Maurizio Cavallini, che si riservò di interpellare i soggetti interessati e di fornire il nominativo richiesto. Successivamente venne proposto, sempre dal canonico Cavallini, il professore Aldo Tozzi.
Verso la metà di dicembre del 1943 si tenne un’ulteriore adunanza a casa del professore Borgna, nella quale venne definitivamente costituito il C.L.N., composto da: Gigì Fanucci per il P.C.I., Amedei Meini per il P.S.I., Aldo Tozzi per la D.C. e Umberto Borgna per il Partito d’Azione. Venne eletto all’unanimità come presidente il professore Borgna, in seguito alla proposta dell’avvocato Fernando Frattini.
Il C.L.N. entrò ufficialmente in azione, svolgendo le prime sedute dopo aver ottenuto la fiducia delle Forze Partigiane cittadine. L’obiettivo era creare organismi funzionali, necessari per organizzare una prima resistenza armata.
I primi distaccamenti partigiani nacquero tra numerosi sbandati che rifiutarono attivamente la deportazione. Fu così che si costituì la 23ª Brigata Garibaldi, che il C.L.N. di Volterra, in accordo con quelli di Pisa e Livorno, dovette provvedere a rifornire di armi e equipaggiamento.
La guerra partigiana era ormai imminente. I rifornimenti per la popolazione divennero sempre più difficili, se non addirittura impossibili. Il Comitato Militare, composto da Niccolò Mezzetti, Nello Bardini, Dino Gabellieri e Carlo Cassola, eseguì gli ordini ricevuti dal C.L.N. riguardo all’organizzazione di tutti i servizi. Nacquero i Comitati Femminili di assistenza, quelli della Croce Rossa ed assistenza sanitaria, squadre di servizi d’ordine. A questi volenterosi la popolazione, in ogni suo ceto, offrì il suo valido contributo con entusiasmo. Squadre di giovani coraggiosi batterono le campagne vicine, con notevolissimi rischi, per cercare latte e viveri.
Nel frattempo, i componenti del Comitato Militare dovettero fuggire poiché furono individuati e ricercati per essere arrestati. Gigì Fanucci deve pur riparare alla formazione e fu sostituito nel C.L.N da Mario Giustarini.
Fu immediatamente nominato un nuovo Comitato Militare, composto dal maestro Lorenzo Lorenzini, dal ragioniere Mario Basile, dal dottor Beppino Amidei e da Cafiero Pini.
Il Comitato Femminile fu costituito da Lola Bardini, Silvana Simoncini, Rossana Modesti e dalla Magnano.
Nel giugno, le autorità fasciste che presiedevano il Comune fuggirono a nord, e il colonnello Borgiotti assunse la carica di Commissario Straordinario il 25 giugno 1944.
Il C.L.N. di Volterra si configurò come un organo responsabile di governo, anche se costretto a lavorare, più o meno nella clandestinità. Dovette adempiere alle numerose e pasanti incombenze. Il comando tedesco temeva, e giustamente, questo governo fantasma: coloro che venivno individuati subivano atroci torture e poi la fucilazione o l’impiccagione.
Lungo sarebbe narrare i numerosi episodi dei pesanti mesi che precedettero la liberazione di Volterra. La popolazione, disciplinata e consapevole, partecipava attivamente al fine di evitare il peggio. Ma lo spettro della fame insorgeva e non vi erano soluzioni atte a risolverlo se non parzialmente.
L’inizio dell’avanzata delle truppe alleate pose anche Volterra al centro di una guerra guerreggiata. I bombardamenti erano giornalieri e continui: provocarono morti e lutti. Squadre di guastatori, al seguito dell’esercit tedesco in ritirata, saccheggiarono sistematicamente la città. Le squadre di soccorso, operanti con spirito di sacrificio e sprezzo del pericolo in ogni settore, cercavano, come potevano, di alleviare le sofferenze della popolazione.
Il 26 giugno il comando tedesco, installatosi alla Scuola d’Arte fin dal 17 novembre 1943, abbandonò Volterra. Ci furono un susseguirsi di comandi volanti da parte dell’esercito tedesco ormai in ritirata.
Il 5 luglio Mario Giustarini ed Umberto Borgna si recarono dal Commissario Straordinario, Colonnello Borgiotti, per comunicargli il già avvenuto governo della città da parte del C.L.N.
All’alba del 9 luglio venne avvistata una prima squadra alleata che si spinse fino nei sobborghi di S. Lazzero. Si stabilirono i primi contatti tra gli americani ed il C.L.N.
Le ultime retroguardie tedesche, dislocate in via Guarnacci, al penitenziario ed ai macelli, si erano già definitivamente allontanate.
Il C.L.N. uscì ufficialmente dalla sua clandestinità ed assunse il governo della città il giorno 9 luglio, insediandosi nel Palazzo dei Priori e nell’ex comando della milizia fascista.
Nella notte tra il 9 ed il 10 luglio venne ricevuta in Comune una prima squadra di truppe alleate, che però non garantì di poter mantenere la posizione di Volterra e non poteva quindi assumere alcuna responsabilità.
Il 10 luglio il C.L.N. pubblicò il suo primo manifesto. Il giorno 15 il maggiore alleato Clive Robinson, giunto a Volterra il 12 luglio, assunse la carica di governatore e procedette alla nomina della giunta comunale, che risultò così composta: Amedeo Meini, Sindaco; Umberto Borgna, Vice Sindaco; Mario Bartaloni, Giuseppe Bruci, Mario Giustarini, Giulio Nannini, Giulio Tozzi e Aldo Tozzi, assessori.
Il C.L.N., divenuto organo di governo, sebbene in condizioni particolarmente gravi perché Volterra si trovava ancora nella zona militare di operazioni delle truppe alleate, iniziò il suo lavoro di riordinamento di tutti i servizi.
Il lavoro fu duro, perché dura ed inumana era stata la guerra, che era paurosamente passata anche da Volterra, casa per casa. Rimarginare il dolore di tanti non era umanamente possibile. La guerra comportava un suo tragico ed ineluttabile destino.
Ma la visione di un’Italia libera dall’asservimento nazifascista fu un valido sprone per compiere gli ultimi sacrifici. La popolazione, calma e tranquilla, cercava di cancellare, come poteva, le profonde ferite che l’avevano colpita.
L’avvenire, un nuovo avvenire, era davanti a tutti. Serenamente, senza odio, tutti operarono per il bene comune e per l’avvento di una nuova Italia veramente democratica.
© La Spalletta, NELLO BARDINI, UMBERTO BORGNA
“La storia del C.L.N. di Volterra”, in La Spalletta, Speciale 25 Aprile, 25 aprile 1987, Anno IV, n. 17, pp. 13-14.