Sul finire del 1894, come detto, la Congregazione decide di non portare a esecuzione il progetto di vasta scala proposto dall’ing. Francesco Zanaboni. La stessa Congregazione orienta la propria azione nel procedere alla più realistica realizzazione di un singolo padiglione. Il progetto è affidato all’ingegnere comunale Filippo Allegri69. Il progetto, «bene risponde e provvede al nuovo bisogno attuale senza estendersi al di là, e che richiede molto minore spesa di quanto ora fin qui preventivato nei Bilanci»70. La costruzione del nuovo fabbricato è prevista nell’area situata in prossimità del fianco nord all’ex-convento di San Girolamo. La zona presenta «somma economia per la facilità di fondazione e per esservi sul luogo tutta la pietra e la sabbia occorrente»71.
> Sommario, dal ricovero di mendicità alla chiusura del manicomio
Nella seduta del 28 dicembre 1894 la Congregazione approva l’esecuzione dei soli movimenti di terra per predisporre convenientemente l’area in vista della costruzione, non essendo ancora stati eseguiti compiutamente i disegni di dettaglio72. La planimetria redatta dall’ing. Allegri riporta la posizione assegnata al nuovo fabbricato, nei pressi dell’ex convento di San Girolamo. L’edificio, di pianta rettangolare, presenta al suo interno una chiostra di forma quadrata. L’area impegnata dal nuovo padiglione ricade nel bosco di San Girolamo detto anche dei Frati. Il disegno è da riferire alla preparazione dell’area per la costruzione del nuovo padiglione e riporta le quote altimetriche assolute e relative, di scavo e di riporto (piano quotato). Nel disegno trovano rappresentazione anche i due piccoli fabbricati esistenti, da demolire, evidenziati come da convenzione, con velatura di colore giallo (fig. 8).
Nonostante il parere favorevole della Sottoprefettura di Volterra del 30 gennaio 1895 in ordine alla esecuzione dei lavori di sistemazione dell’area, emerge la mancata approvazione da parte della Giunta provinciale amministrativa. Tale approvazione è concessa solo in seguito e in via di sanatoria. La Congregazione è invitata inoltre a uniformarsi all’adozione del sistema dell’asta pubblica in luogo della licitazione privata. Nella seduta del 5 febbraio 1895, la Congregazione secolari77 nel bosco di San Girolamo, è comunicata dal sindaco al presidente della Congregazione con nota del 13 febbraio 189578. Nella stessa nota si prescrive che «le piante atterrate vengano sostituite da altre nei punti ove se ne riconosce il bisogno cedendo alla Congregazione la proprietà del sopra suolo degli alberi atterrati»79.
I lavori di scavo sono aggiudicati in data 11 marzo 189580. Il visto della Prefettura di Pisa risale all’8 aprile 1895. Il progetto del nuovo padiglione predisposto dall’ing. Filippo Allegri, datato 21 giugno 1895 e comprendente capitolato speciale di appalto, perizia e relazione del fabbricato e della cisterna, riceve il parere dell’Ufficio del Genio Civile di Pisa in data 3 ottobre 189581.
Tale parere evidenzia in primo luogo la convenienza di procedere alla costruzione del fabbricato a un solo piano e, solo in seguito, di sopraelevarlo di un ulteriore piano. Inoltre, per quanto la cubatura e la superficie dei dormitori in rapporto al numero dei letti siano considerate adeguate, così come ben ideato risulta l’arrotondamento degli angoli rientranti nei diversi vani del padiglione, l’Ufficio del Genio Civile non condivide la scelta del tipo di fabbricato con unica corte interna.
Tale soluzione, soprattutto nell’ottica di una successiva sopraelevazione, non assicura infatti una efficace areazione dei locali. La scarsa areazione naturale derivante dalla soluzione a corte chiusa è maggiormente sentita in alcuni dei dormitori previsti, anche per la limitazione alla libera corrente dell’aria proveniente dal corridoio interno82. Inoltre, il sistema di ventilazione artificiale, ottenuta con «bocchette da aprirsi in corrispondenza di ciascun letto»83, non sembra in grado di raggiungere l’efficienza necessaria per allontanare l’aria viziata, specie nella stagione invernale.
Di più, è ipotizzabile che si possano attivare correnti contrarie e fredde, dirette dall’esterno all’interno. L’Ufficio del Genio Civile propone pertanto di utilizzare delle stufe ventilatrici per l’inverno e di prevedere nella parte superiore e inferiore delle finestre modi di apertura diversi e indipendenti per impedire il verificarsi di correnti fredde. La parte superiore con apertura a vasistas interna, la parte inferiore con apertura alla francese.
Il locale della latrina è male ubicato perché interno all’edificio e non sufficientemente ventilato. Altre lacune nel progetto sono individuate rispetto all’ubicazione delle latrine e nei riguardi del pozzo nero sia perché previsto a contatto con i muri di fondazione sia per non essere stato previsto l’arrotondamento delle pareti interne della camera statica. Dall’Ufficio del Genio Civile viene poi evidenziata la totale mancanza di una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua potabile.
Come sottolinea il sottoprefetto nella nota del 3 ottobre 1895, per le osservazioni di natura tecnica avanzate dal Genio Civile, come per le altre di ordine igienico e sanitario, questo primo progetto del nuovo padiglione deve «essere rifatto quasi di nuovo»84. L’ing. Allegri viene quindi invitato, prima di accingersi alla compilazione del nuovo progetto, a recarsi a Pisa per confrontarsi con l’ingegnere deputato del Genio Civile per la parte tecnica e per la parte igienico-sanitaria, sia col Medico provinciale, sia con l’ingegnere membro del Consiglio provinciale di sanità.
Come risulta dalla relazione dell’ing. Allegri del 18 dicembre 1895, presentata ai componenti del Consiglio di amministrazione della Congregazione, nel nuovo progetto trovano accoglimento tutte le indicazioni del Genio Civile85. Considerata la limitata estensione del lotto di terreno disponibile, viene in primo luogo adottata la forma planimetrica a U. Le latrine risultano concentrate in due chioschetti ubicati alle estremità delle ali corte del fabbricato e da queste separate e collegate per mezzo di un passaggio pensile.
La disposizione generale non subisce sensibili modifiche prevedendo un ampio corridoio ben illuminato e areato da grandi finestroni muniti superiormente di sportelli a ribalta. Il corridoio disimpegna tutti i locali da adibire a quell’uso che si crederà migliore. Considerando l’intero fabbricato a due livelli, i locali per le donne sono previsti al piano superiore e quelli per gli uomini al piano inferiore, con la completa separazione dell’accesso ai due piani. Al piano superiore si accede dall’ingresso già previsto nel primo progetto per mezzo di un’ampia scala a cinque rampe. Al piano terreno l’accesso è previsto dalla parte del cortile.
Per i dormitori è adottato il sistema di camerate a sei letti come nel primo progetto, poiché si può così evitare l’eccessivo concentramento di persone che «per essere in genere vecchi e malaticci è bene potersi con facilità suddividere»86, vieppiù risultando più facile la ventilazione in ambienti di minore cubatura. La superficie dei dormitori assicura una superficie media e un volume per posto letto corrispondente rispettivamente a 7,15 mq e a circa 42 mc, parametri ritenuti sufficienti anche dall’Ufficio tecnico provinciale.
Sono previsti anche due dormitori contenenti quindici letti ciascuno e altri dormitori a dieci letti adeguatamente distanziati. Durante la notte, il rinnovamento dell’aria si ottiene per mezzo di bocchette di presa ubicate sotto a ciascun letto e di canali di aspirazione che vanno a riunirsi nel focolare del calorifero centrale, stabilendo così un tiraggio forzato molto attivo. Il riscaldamento viene fatto per mezzo di caloriferi del sistema Koerting o con un simile sistema.
Il sistema di riscaldamento è del tipo a vapore. Per quanto più costoso nell’installazione, è molto più economico nella fase di esercizio e, a giudizio dell’ing. Allegri, meglio di ogni altro corrisponde alle condizioni speciali del padiglione. L’aria esterna, che per mezzo di canali viene portata a contatto degli elementi scaldanti, rifluisce nell’interno degli ambienti. Con le soluzioni adottate, il rinnovamento dell’aria è considerato efficace e il riscaldamento degli ambienti sufficiente.
Per la pavimentazione dei dormitori, come pure di tutti gli altri ambienti, è previsto un getto di cemento, ritenuto «più sano e di più facile mantenimento e anche più economico»87. Stesso tipo di pavimentazione è previsto al piano superiore in ragione della sufficiente rigidità del solaio, realizzato in volterrane, in grado quindi di scongiurare possibili fessurazioni.
La quota dei pavimenti del piano terra risulta elevata di un metro al di sopra del piano di campagna. Al di sotto di questi pavimenti è previsto un vespaio di sufficiente spessore, formato da sassi disposti a secco. I numerosi canali coperti con lastre e in diretta comunicazione con l’esterno assicurano il mantenimento di una «sempre viva ventilazione del sottosuolo»88. Per evitare che in corrispondenza degli angoli rientranti degli ambienti possa raccogliersi polvere e altre immondizie o ristagnare la circolazione dell’aria, questi sono stati raccordati con profilo circolare.
Le pareti e le volte sono colorate in bianco con latte di calce, sistema ritenuto più economico, sufficientemente igienico e che permette più facili riparazioni. Per quanto riguarda le prescrizioni d’arte sulle latrine e il pozzo nero, si rimanda alla puntualissima descrizione di tutti i possibili accorgimenti di natura igienica e sanitaria riportati nella relazione dell’ing. Allegri89.
Per l’approvvigionamento idrico, non trovandosi nel luogo alcune sorgente di acqua viva a eccezione di quella che alimenta di acqua potabile l’ex convento, è prevista la costruzione di una cisterna per la raccolta delle acque piovane. Sulla base dei dati statistici del Gabinetto meteorologico e considerata la superficie di ca. 1200 mq delle falde del tetto, la capacità della cisterna è stabilita in 720 mc. Tale capacità permette di assicurare il consumo giornaliero del padiglione, stimato nella portata di ca. 20 barili di acqua.
L’ing. Allegri conclude la relazione con alcune considerazioni per sostenere la convenienza tecnica, esecutiva ed economica di costruire il padiglione su due livelli, evitando così di rimandare a tempi successivi una sua sopraelevazione, così come proposto dal Genio civile. La costruzione completa del padiglione, capace di centoventi letti, è peraltro ritenuta indispensabile per soddisfare il continuo aumento di ricoverati90. Uniti alla relazione si trovano: il preventivo di spesa per la costruzione del padiglione (importo £ 40.609,90 compresi gli imprevisti stimati in £ 2.000); il preventivo di spesa per la costruzione della cisterna (£ 7.800) e per le altre opere complementari (£ 6.943,66). Il totale complessivo ammonta quindi a £ 55.413,56. Il disegno dei prospetti principale e laterale e il disegno della cisterna in pianta e sezione qui riprodotti sono stati rinvenuti in separati archivi. Tutti questi elaborati riportano il visto dell’ingegnere capo del Genio Civile, ing. Paletta del 17 febbraio 1896 unitamente al visto per l’accettazione d’appalto del Presidente della Società esecutrice (figg. 7 e 9).
Per la parte tecnica e sanitaria il progetto del nuovo padiglione, colle modificazioni state introdotte dalla Congregazione con propria deliberazione 16 novembre 1895, trova l’approvazione dall’Ufficio del Genio Civile. Il progetto viene riconosciuto meritevole di attuazione anche nei rapporti dell’ingegneria sanitaria dal Consiglio provinciale sanitario e dall’ufficio del Medico provinciale. Nei rapporti amministrativi e più specialmente sul modo di far fronte alla rilevante e complessiva spesa di £ 55.413,52, la Congregazione di Carità si trova costretta a riesaminare l’affare per effetto della decisione della Giunta provinciale amministrativa presa nella seduta del 24 febbraio 1896. Tale decisione stabiliva di ridurre da £ 13.500 a £ 7.389,08 la somma imputabile nel capitolo di bilancio della Congregazione per l’anno 1896 per l’esecuzione dei lavori. La Congregazione è tenuta quindi a individuare il modo di far fronte alla copertura di spesa per l’importo di £ 6.000, dandone poi comunicazione con apposita deliberazione alla Giunta provinciale amministrativa91. La Congregazione chiede quindi l’autorizzazione a poter contrarre un mutuo di £ 6.000,00, qualora non vi fosse la possibilità di imputare un pari importo nel bilancio preventivo per l’anno 189792.
Visti i pareri favorevoli adottati dal Consiglio provinciale di sanità e dall’Ufficio del Genio civile, con decisione del 30 marzo 1896 la Giunta provinciale amministrativa approva l’esecuzione dei lavori per il nuovo edificio del Ricovero di mendicità. La favorevole decisione prevede tuttavia di uniformare l’esecuzione dei lavori alle ulteriori condizioni avanzate dal Genio civile. Tra queste la realizzazione, in corrispondenza dei progettati nuovi quattro archi di sostegno del tetto, di un corrispondente numero di lesene che dalle fondazioni ricorrano lungo le pareti fino all’imposta; che dall’imposta le lesene siano proseguite lungo la superficie della volta in guisa di arconi dello stesso spessore, pari a 0,15 m. E ciò per dare maggiore stabilità alle pareti nei punti dove sopportano la spinta delle volte93. In data 6 maggio 1896, presso l’ufficio della Congregazione, si svolge il primo esperimento di asta pubblica indetto per un importo dei lavori di £ 55.413,5694. L’appalto è provvisoriamente aggiudicato col ribasso del 2% e quindi per il prezzo ridotto di £ 54.305,2995. Entro il termine di legge del 25 maggio 1896 viene presentata un’offerta di ribasso superiore al ventesimo rispetto al prezzo di aggiudicazione provvisoria. Viene pertanto pubblicato l’avviso di incanto definitivo, da tenersi il 12 giugno 1896, sul prezzo base ridotto nell’evenienza a £ 51.019,8296. L’appalto viene assegnato alla Società Operaia Cooperativa Costruttrice.
Il 7 luglio 1896 veniva posta con solenne manifestazione la prima pietra del nuovo padiglione Krafft-Ebing alla presenza delle pubbliche autorità e con largo concorso della cittadinanza97. Durante l’esecuzione dei lavori l’ing. Filippo Allegri, in qualità di direttore dei lavori, propone di eseguire gli angoli esterni della fabbrica, gli spigoli delle finestre e i rispettivi archi come pure le cornici marcapiano, utilizzando elementi in pietra di taglio regolare. La modifica si rende necessaria tanto per il decoro dell’edificio quanto per assicurare, nel tempo, una maggiore resistenza dell’intonaco esterno. La maggiore spesa necessaria per dar corso alla variante, stimata in £ 2.095,00 e già concordata con la Società appaltatrice, trova la favorevole approvazione da parte della Congregazione. L’importo effettivamente impegnato, pari a £ 2.122,21, non si discosterà molto da quello preventivato. Nell’importo previsionale era compresa anche l’eventuale provvista di materiale nel caso in cui quello già scavato e presente sull’area fabbricabile risultasse non adatto o insufficiente allo scopo98.
Sempre in fase di costruzione, siamo nel novembre 1896, emerge che mentre il progetto generale corrispondeva a ogni esigenza di comodità e di servizio, la parte che attualmente viene eseguita resta tuttavia insufficiente a una buona organizzazione, mancando di tutti i locali per l’alloggio al personale, di direzione e custodia, di stanze di segregazione, bagni, ecc. Per ovviare a tali mancanze, urgendo in ogni modo provvedere, la Congregazione si orienta nel modificare il piano superiore del fabbricato, ritenendo che la variante «non potrà che apportare aumento di spesa relativamente piccola specie se si consideri la quantità di vani che si verrebbero a guadagnare». L’ing. Allegri prevede quindi di utilizzare il sottotetto, innalzando i muri verso il cortile di m. 1,65 ottenendo così una sorta di piano ammezzato99. La spesa necessaria per questo nuovo intervento risulterà di £ 236,62.
Sul finire del gennaio 1897, la Congregazione propone di spostare la scala prevista nel vano centrale corrispondente in facciata in un avancorpo da realizzare nel cortile, dove avrebbero trovato posto anche un’altra scala di servizio fino al sottotetto e un locale per l’ascensore100. Lo spazio occupato dalla scala nel progetto iniziale veniva così tripartito e destinato all’ingresso, al parlatorio e al gabinetto del medico101. La maggiore spesa occorsa per la variante sarebbe poi risultata pari a £ 1.451,83. Altre maggiori spese, pari a £ 2.440,96, sono da imputare agli accorgimenti adottati nella costruzione delle latrine per rispettare al meglio le prescrizioni del Medico provinciale. Con la spesa occorsa per la non inizialmente prevista costruzione di un marciapiede lungo tutto il perimetro dell’edificio «di smalto contornato da un cordonato in pietra»102, pari a £ 621,67, l’ammontare complessivo dei maggiori costi sostenuti durante l’esecuzione del padiglione ammontano a £ 9.384,56.
Il certificato di collaudo dei lavori eseguiti dalla Società Operaia Costruttrice di Volterra, affidato all’ing. Felice Nucci in ordine alla deliberazione della Congregazione del 22 aprile 1899, riporta nel computo della misurazione e valutazione un ammontare complessivo effettivo dei lavori pari a £ 54.823. Tale importo, decurtato delle detrazioni indicate nella relazione di collaudo, scende alla somma di £ 54.284. Il debito residuo della Congregazione risulta in sede di collaudo pari a £ 16.318,56104.
A questo importo, come riportato nella deliberazione della Giunta provinciale amministrativa del 26 giugno 1899 che approva definitivamente il collaudo, deve aggiungersi la restituzione alla Società appaltatrice della cauzione di £ 3.150. L’approvazione da parte della Giunta provinciale amministrativa non trova ostacoli poiché alle maggiori spese per le varianti in corso d’opera, regolarmente approvate in corso d’opera, la Congregazione vi ha fatto fronte utilizzando esclusivamente il ribasso d’asta105. La costruzione «non rappresenta l’ideale, specie riguardo alla ventilazione, ma è stata quella che ha permesso col minore dispendio, con la maggiore economia di spazio, di dare posto al numero più alto di letti pur mantenendo delle buone condizioni igieniche»106.
Tra il 1900 e il 1910 sono eseguiti alcuni interventi di ampliamento e miglioramento delle dotazioni igienico-sanitarie. L’ala di destra del fabbricato viene allungata con aumento di due sale per piano così da poter destinare anche parte del piano rialzato a dormitori. La presenza di locali sotterranei al di sotto dei nuovi dormitori che, in ogni caso, risultano con i pavimenti a una quota di m 1 rispetto al piano di campagna con l’interposizione di un vespaio ventilato, assicurano sufficienti condizioni igieniche rispetto all’umidità di risalita. In questa parte del fabbricato sono inoltre realizzate due stanze da bagno, collocato un lavabo in marmo con diversi catini individuali a scarico automatico dell’acqua e operata la divisione tra le latrine e il lavabo.
Nell’ala sinistra sono collocati quattro bagni, sostituito il recipiente unico con catini multipli e cambiate le latrine col tipo alla turca Cerruti, a sifone e a scarico d’acqua comandata. Tutti i muri sono rivestiti di smalto impermeabile fino all’altezza di 2 m, l’installazione di sporti girevoli al di sopra delle porte e la sostituzione dei pannelli centrali con piccoli vetri rettangolari con vantaggio per l’estetica e per la sorveglianza107.
Il piano superiore è tutto riservato ai dormitori. Tuttavia, per esigenze temporanee, a questo piano possono trovare posto l’infermeria e le stanze di osservazione108. In caso di necessità, anche parte del piano ammezzato del sottotetto può accogliere un certo numero di letti.
Durante la costruzione del Krafft-Ebing la Congregazione di Carità trasferisce definitivamente il Ricovero di mendicità in un fabbricato preso in affitto in Volterra (Santa Chiara). All’Asilo dementi innocui, «che già si avviava a diventare un vero manicomio»109, sono così riservati tutti i locali dell’ex-convento di San Girolamo. Data la crescente importanza assunta dall’Asilo dementi innocui, si rende manifesta la necessità di separare la sua gestione amministrativa da quella del Ricovero di mendicità. Questa separazione amministrativa è stabilita con deliberazione della Congregazione di Carità del novembre 1897.
Da questo momento la Sezione dementi diventa una istituzione autonoma sotto il titolo di Asilo di Dementi amministrata dalla Congregazione di carità, ma con bilancio proprio e con amministrazione separata sia dal Ricovero di mendicità, da cui aveva avuto la sua origine, sia dagli altri enti amministrati dalla stessa Congregazione110.
Nella seduta della Giunta Provinciale Amministrativa del 16 febbraio 1898, accolti i chiarimenti della Congregazione di carità e sentito l’Ufficio di ragioneria della Prefettura di Pisa, sono per la prima volta approvati, in modo distinto, i preventivi del bilancio per l’anno 1898, del Ricovero di mendicità e dell’Asilo Dementi111.
Raggiunta così l’autonomia amministrativa e organizzati convenientemente tutti i servizi dell’Asilo dementi, la Congregazione di Carità istituisce la Direzione sanitaria e approva il relativo capitolato d’oneri nella seduta dell’11 febbraio 1899112. Prende quindi avvio il processo di spedalizzazione. Fino a questo momento l’Asilo Dementi, affidato al medico condotto dott. Marcacci, ospita solo dementi innocui, che non richiedono specifiche cure mediche113.
Il primo psichiatra chiamato all’Asilo dementi risulta l’illustre dott. Antonio Gammarelli, al tempo primario del Manicomio di Roma114. A esso, che prende servizio dal 1° marzo 1899, si deve un primo riordino dell’Istituto dal lato tecnico e sanitario. L’esperienza del Gammarelli si interrompe ben presto. Torna infatti, dopo qualche mese al manicomio di Santa Maria della Pietà di Roma. Gli succede il prof. Augusto Giannelli, primario di detto Manicomio e libero docente di Psichiatria e Clinica psichiatrica della Regia Università di Roma115.
La residenza del direttore sanitario è stabilita nella cosiddetta abitazione dei medici, piccolo fabbricato a contatto del complesso dell’ex convento, oggi non più esistente. Sotto la sua direzione viene rinnovata la convenzione con la provincia di Lucca, che data 6 luglio 1899. In tale convenzione è previsto il trasferimento all’Asilo Dementi di Volterra di un numero «di mentecatti, esclusi i furiosi, non minore di 200 e non maggiore di 300»116 dietro pagamento di una retta giornaliera di £ 1,07. All’Asilo dementi sono assegnati anche gli ammalati suscettibili di guarigione e bisognosi di cura riconoscendo quindi all’Asilo dementi di Volterra una organizzazione clinica adeguata e azione terapeutica nei confronti dei ricoverati.