In viaggio col taccuino

Un dipinto, una scultura, un qualsiasi manufatto artistico, anche se prodotto rapidamente e, apparentemente, di getto, nasconde dietro uno studio, un’osservazione della realtà, un’elaborazione concettuale.

Quasi tutti gli artisti e progettisti prendono “appunti”, prima di lavorare sull’opera vera e propria. Naturalmente si tratta di appunti visivi, dunque schizzi, disegni preparatori. E molti di loro lo hanno fatto sui loro quaderni lasciandoci in eredità dei taccuini preziosi e significativi. Spesso sono delle chiavi di lettura per decifrare la complessità della loro opera.

Ora, nel caso in cui mi voglio cimentare e di cui vi voglio veramente parlare, lo schizzo non è più una fase preliminare di una riorganizzazione di idee per un progetto più complesso, ma si identifica come lo stadio finale di un percorso artistico: è esso stesso opera. Arte. Allorchè, da questa concezione, si è sviluppata la tendenza di ritrarre le città con linee e colori, contagiando migliaia di persone di tutto il mondo. Con taccuino, matita e acquerelli gli appassionati ritraggono gli scorci più suggestivi, poi caricano gli schizzi sul web e così, un’immagine dopo l’altra, è nato un vero e proprio atlante internazionale fatto di disegni.

Una grande scatola, in cui si archiviano osservazioni e ricordi, è senz’altro Urban Sketchers: un blog collettivo dedicato alle città, dove ogni autore è invitato a condividere i propri “schizzi urbani”. Il blog è l’estensione di un pool su Flickr e vi partecipano interessanti e bravissimi sketcher.

Disegnano in piedi, seduti sulle panchine, appoggiati ai muretti; ogni angolo può dare ispirazione e sebbene siano buffi a vedersi, tutti impegnati a scarabocchiare in posizioni non troppo comode, di loro apprezziamo anche solo il poter stare a guardarli mentre sono all’opera e renderci conto di come gli stranieri vedono il posto in cui viviamo o che si è visitato. A volte in solitaria, spesso in gruppo, ma più che un’associazione tra chi traccia schizzi o bozzetti, è un modo di stare insieme all’aria aperta, tra arte e natura. Sembra quasi una seduta psicanalitica: permette di conoscere al meglio la città e la sua gente e soprattutto di capire che non ci sono disegni più belli o più brutti, ma semplicemente modi diversi di guardare.

Volterra ha conosciuto tanti artisti che la hanno ritratta; di pittori ne sono passati molti, e di bozzettisti altrettanti. A riguardo vorrei ricordare, ad esempio, il nostrano Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano; in uno dei tanti viaggi da Firenze, dove lavorava con impegno agli affreschi della villa medicea della Petraia, si soffermò una mattina splendente di sole primaverile per disegnare il profilo della città natia. Il disegno è pulito e brilla per la nitidezza delle linee e l’accuratezza del tratto.

E’ a lapis con i contorni a penna e sembra in scala, per le linee coordinate ed ascisse che si notano nel foglio. Per i numerosi sopralluoghi che abbiamo fatto allo scopo di individuare il punto di stazione, siamo ormai certi che fu da nord, dalla via di Firenze, al podere Cillieri, e di mattina per la particolare luce che esprime l’immagine. Il disegno, che mette in risalto la Badia camaldolese di S. Salvatore, sulla destra, testimonia l’ora di ripresa, il fuoco visuale e la località, che è quasi certamente la stessa di cui si servì il disegnatore Ugo Comminelli e Domenico Vadorini.

A rappresentare la nostra città, bravissima, fu Margarite Janes, nota ed apprezzata illustratrice di riviste e libri inglesi della metà del Novecento; quattro furono i suoi bozzetti, ma tra di essi senz’altro il più suggestivo è lo schizzo del panorama dalla Spalletta eseguito a penna con tratto sicuro e con buon intendimento artistico. Anche Huck Scarry, passato da Volterra durante il suo tour in Toscana, ha ritratto questo scorcio panoramico.

Chissà perchè tutti gli artisti, pittori, disegnatori, fotografi, ritraggono spesso questo punto, sebbene ve ne siano ancora di più incredibili. Forse perchè da esso si vedono riuniti tre fra i più belli e caratteristici monumenti della città medievale: il Battistero, la sommità della Cattedrale, con accanto la torre campanaria e la parte posteriore e il fianco sinistro del Palazzo dei Priori.

Di nota anche i pionieri del Novecento l’inglese David Gentleman e l’americano John Taylor Arms, i quali tengono testa al nostro altro conterraneo come è Carlo Lazzeri. Le immagini di Volterra che ci presenta Carlo Lazzeri sgorgano dalle grandi passioni che animano tutte le sue opere. E’ l’amore per la terra natale ed il trasporto per l’arte figurativa che hanno guidato le mani esperte ed il cuore generoso nella rappresentazione della città. Tutti gli schizzi, più di ottanta, che sono ben gelosamente conservati in famiglia, non sono visti con l’occhio disincantato del turista in cerca di sensazioni nuove, ma sono sentiti con l’intimo travaglio dell’amore silenzioso di chi per Volterra vive. Ne riportiamo tre:

Avvicinandosi ai giorni nostri nomi di artisti si fanno sempre più numerosi, dall’architetto italiano Franco Lancio all’illustratore spagnolo Adolfo Arranz, passando a ragion veduta dalla pittrice inglese Fiona Mills, dall’architetto olandese Rene Fijten, dallo studente polacco Artur Stępniak fino ad arrivare alla disegnatrice italiana Simonetta Capecchi.

Simonetta Capecchi e Volterra hanno un rapporto molto intimo da sei anni a questa parte. Organizza seminari di disegno dal vivo per qualunque livello di esperienza pratica, aperti a chiunque abbia voglia di fare passeggiate in città e in campagna, tenendo in mano un diario illustrato. Le prime edizioni si sono focalizzate sullo studio dei frammenti antichi nel Museo Etrusco Guarnacci e nel Teatro Romano e delle Balze viste dalla Badia, con una giornata nel giardino e dentro Villa le Guadalupe. Le successive si sono concentrate anche sulle architetture medievali e rinascimentali degli edifici, piazze e vie del centro storico, soffermando un poco anche sulle vedute del Piano di Castello nel pieno spirito libero dello SketchCrawl: passeggiata di disegno, con partenza dalla magica Piazza dei Priori.

Villa le Guadalupe, con la sua storia, gli affreschi, la biblioteca e la fervida attività dei suoi abitanti, Klaudia e Wolfgang, con il loro lavoro instancabile di progettazione, di ricerca ma anche di dedizione e cura quotidiana della casa, del giardino e dell’orto è al centro di ogni reportage grafico annuale, ma ad essa si affiancano diverse attività e luoghi che vanno a variare il programma delle lezioni con lo scopo di tenere alta la qualità di questo progetto. Ad esempio, nella quinta edizione del workshop è stata compresa anche la difficile presa diretta degli eventi principali del festival VolterraTeatro – La Ferita, Santo Genet – e la presa diretta della performance di tableaux vivantes di Teatri 35 nell’opera di Rosso Fiorentino e Puntorno.

Lasciando alle spalle lo studio delle tecniche sulla gesture drawing, il sesto appuntamento toscano del workshop di disegno degli Urban Sketchers è stato dedicato alla materia. Dopo tanti panorami e vedute d’insieme, nella edizione 2015 è stato proposto uno sguardo più ravvicinato e una osservazione accurata attraverso il disegno e la pittura degli elementi che costituiscono e caratterizzano il paesaggio di Volterra e della Val di Cecina.

Il paesaggio infernale del parco delle fumarole a Sasso Pisano, tra vapori, rocce e sorgenti termali. Il paesaggio aspro delle balze a ovest di Volterra, questa volta esplorate da vicino, per toccarle con mano. Il paesaggio artificiale delle cave di alabastro e della sua lavorazione, così legata alle alterne vicende della città di Volterra.

La mattina è stata dedicata all’osservazione della manipolazione delle varie materie, con un reportage disegnato sugli artigiani, artisti e addetti alla trasformazione, artigianale e industriale, di questi materiali. Il pomeriggio ai diversi paesaggi, naturali e artificiali, creati dalla particolare conformazione geologica del territorio volterrano, per una rappresentazione materica di questi elementi attraverso inchiostro, pastelli a cera e acquarelli, e con l’utilizzo del collage in compagnia di Caroline Peyron.

Il workshop è stato organizzato in collaborazione con da Volterra Werkstatt, un progetto di Klaudia Ruschkowski e Dirk Oelbermann, che riunisce artisti internazionali per promuovere la creazione di oggetti d’arte, artigianato e design, a partire dalla tradizione locale e dai materiali presenti in Toscana.

Programma, costi e aggiornamenti sul sito ufficiale.

© Marco Loretelli, MARCO LORETELLI
Foto e Disegni di Simo Capecchi, Mark Masters, Rene Fijten, Baldassarre Franceschini, Carlo Lazzeri, Artur Stępniak, Huck Scarry, David Gentleman, John Taylor Arms,