Sono grato alla signora Hayllar per l’informazione che mi ha fornito riguardo all’esistenza di uno spirito chiamato Ra. Questo spirito è stato a lungo venerato nel territorio di Volterra, quindi non ho dovuto andare molto lontano, dato che ero nelle vicinanze. Decisi di approfondire la mia conoscenza su questo essere soprannaturale.
Durante un incontro con un primo abitante della città, un giovane calzolaio, mi rivelò che Ra è uno spirito protettore dei bambini. Quando i piccoli sono in pericolo, i genitori si affidano a lui. Ra, per salvarli, li incanta pronunciando certe parole.
Dormi, dormi bambino mio!
Dormi il sonno degli angioli,
Quando tu ti sveglierai,
La felicità riaquisterai.
Alla conclusione dell’incantesimo, il bambino di solito si sveglia libero da qualsiasi dolore o problema che avrebbe potuto affliggerlo, protetto da tutto e da tutti, al di fuori di ogni possibile pericolo.
Il nome dello spirito Ra si diffuse a Volterra nell’anno 1001 d.C., quando salvò un bambino di una famiglia contadina. In quell’anno, il piccolo finì accidentalmente nel dirupo di tanti calanchi del territorio, da un’altura di diversi metri. Per fortuna, la sua caduta fu ammortizzata da un cespuglio di ginestre. I contadini del circondario si radunarono tempestivamente attorno alla scampata tragedia, cercando freneticamente di salvare il bambino. Era una corsa contro il tempo.
Mentre il bambino piangeva e chiamava disperato “Ra! Ra!”, i signori cercarono di abbassare una scala lungo il costone. Nonostante l’originalità dell’idea, la soluzione si rivelò inutile, poiché il bambino non riusciva a salirla. In quel momento, giunse uno strano signore. Deciso, si inserì nella situazione e disse senza indugi: “Così non riuscirete a salvarlo; posso provare con il potere del soprannaturale. Sono lo spirito Ra, e ora vedrete come lo incanterò.” Dicendo ciò, batté tre volte a terra.
All’improvviso, le ginestre allungarono i loro fusti, diventando così alte che i contadini, procedendo da ramo a ramo come su un albero, riuscirono a discendere il precipizio afferrando il bambino per un braccio.
Il professor Senatore Comparetti mi è d’aiuto nel mitigare alcune incertezze. Egli suggerì che Ra potrebbe essere riconducibile a Rhea Cybele, moglie e sorella di Cronos, e madre di Giove, la dea patrona dei burroni, delle scogliere e delle rocce (Die Goiter und Heroen, di Stoll).
Ed è proprio di fronte al burrone che apparve Ra. Rhea è anche la dea che allatta, la protettrice dei bambini. Il cambio di sesso (effettivamente nel racconto si presenta come un signore) non ha alcuna conseguenza: gli Etruschi lo facevano frequentemente e molte entità venivano raffigurate sia come figure maschili che femminili.
Analogamente come Cupra e Siera hanno cambiato sesso, questo dovrebbe dissipare dubbi sul fatto che Ra si sia presentato come un uomo. Nel racconto, Ra solleva un povero bambino da un abisso grazie alla ginestra, e è una curiosa coincidenza che nel Medioevo il motto “Dio esalta gli umili” fosse associato proprio alla ginestra, entrambi indossati da Luigi il Pio di Francia nel 1234 (Helyot. Descrizione di ordini cavallereschi e monaci, versione tedesca, 1756).
© Charles Godfrey Leland, CHARLES GODFREY LELAND
Ra, in “Etruscan Roman Remains in Popular Tradition”, tip. Charles Scribner’s Sons, New York, a. 1892