La brillante prestazione del decorso torneo dette ali all’entusiasmo generale e per il 1967-68 fu fissata una meta precisa: vincere il campionato e salire in 1° Categoria. Gli sportivi riconfermarono alle urne la fiducia al precedente Consiglio che, ancora presieduto dal dott. Nìno Cerri, fu così formato: avv. Piero Capecchi, Giuseppe Bessi, Luigi Dei, rag. Otello Coli, Mauro Pietroni, Silvano Bianchi, Pasquino Migliorini, Giovanni Socci, Giovanni Ticciati, Giorgio Bruci, Piero Chiodi, Paolo Prowedi, Adamo Moretti, Enio Geri, rag. Franco Gazzarri, Giulio Cesare Trafeli, Adriano Nannetti e Benito Bertini.
> Sommario, La storia del calcio volterrano
Essi si misero all’opera per rafforzare la squadra; con una decisione che non convinse molti (votazione del C.D. a strettissima maggioranza) fu licenziato il bravo Vettori ed al suo posto fu chiamato Lorenzo Cappa di Livorno, un giocatore che aveva conosciuto le glorie della Serie A nel Bologna ed aveva disputato molti campionati in serie B. Venne come giocatore-allenatore ma, per la cronaca, non furono molte le partite da lui disputate.
Numerosi furono gli acquisti per lo più di estrazione livornese; fra questi emerse Roberto Bastrei, proveniente dal Follonica, un centravanti dalla “castagna” secca che doveva vincere la classifica dei cannonieri mettendo a segno 20 reti. 1 vari schieramenti viola si basarono su: Fattori, Michelotti 1, Cristofani, Guerrieri, Cappa, Balleri, Geri, Tosi, Gorini, Bastrei, Alpini, Fantozzi, Ferrini, Bimbi e Gay.
Fin dalle prime gare fu evidente che la Volterrana doveva vedersela con Portoferraio e Follonica, ché le altre squadre non potevano andare più in là del ruolo di comparse. Fu una lotta dura con fasi alterne: i viola divisero sempre le prime posizioni con biancorossi ed azzurri, in un’altalena esaltante in cui il Follonica finì per avere la peggio, anche grazie al prestigioso 5-1 con il quale fu travolto al “Vallebuona”. Così la questione fu chiusa qualche domenica prima della fine, poiché due erano posti validi per salire in 1° Categoria. Il primato divenne solo meta di ambizioni e la fine trovò, dopo aspra lotta, Volterrana e Portoferraio appaiati in vetta. Si era rinnovato il duello del 1934-35 con l’Elbana. I viola di Cappa si fecero sempre onore; il “Vallebuona” fu avarissimo di punti (due soli per altrettanti pareggi) mentre esaltarono le vittorie esterne (4-1) a Livorno contro il Don Bosco, 7-0 a Donoratico, 2-1 a San Vincenzo. L’attacco volterrano, grazie soprattutto a Bastrei, fu il più micidiale del girone F ed il primo posto, sia pure in coabitazione, fu il degno premio di un campionato da tutti sofferto e tecnicamente portato a buon fine.
Dopo diciotto anni la terza vittoria in campionato giungeva così graditissima ed i viola salivano, con pieno merito, nella divisione superiore, trampolino di lancio per tentare il gran ritorno in Promozione, nella categoria cioè di pertinenza.
Altra meta cui si cominciò a pensare fu quella del nuovo stadio. “Il Vallebuona” n.2 si presentava ormai come un ripiego di fortuna; inoltre gli scavi, che stavano rivelando altri reperti di grande importanza, oltre al teatro romano interamente riportato alla luce, stringevano di nuove il campo dappresso. L’amministrazione comunale provvide così alla preparazione del progetto per il nuovo complesso sportivo nella zona delle Ripaie ed i lavori, lentamente ed anche qui ostacolati dal ritrovamento di importanti reperti archeologici, questa volta di epoca villanoviana, ebbero inizio.
La società viola cedette due giocatori ad un complesso di Serie D, il Calangianus; partirono Tosi ed Alpini, insieme all’allenatore Cappa, chiamato anche lui alla guida della società sarda. Per il ritorno nella divisione superiore e per il campionato 1968-69, la squadra venne riaffidata al modenese Gianni Fermi, noto calciatore di divisioni nazionali, ingaggiato anche come giocatore (ma le sue prestazioni in campo non li furono molte). La formazione fu rinforzata con alcuni elementi tra i quali nome di spicco fu il portiere Tosi, proveniente dal Torino. Giocarono: Tosi, Balleri, Michelotti I, Cristofani, Carboni, Bimbi, Fermi, Guerrieri, Orlandi, Mazza, Bastrei, Gay, Tarchi, Nencini, Amadori, Bucciantini, Furesi, Michelotti II, Taccola, Bartolini e Troncarelli.
Il consiglio presieduto dal dott. Nino Cerri, Otello Coli, Giuseppe Bessi, Pasquino Migliorini, Giovanni Socci, Benito Bertini, Silvano Bianchi, Luigi Dei, Mauro Nencini, Giorgio Bruci, Enio Geri, Piero Bellini, Adamo Moretli, aw. Piero Capecchi, rag. Franco Gazzarri, Piero Chiodi, Giuliano Vanni e Giulio Cesare Trafeli. La sede fu spostata in via della Porta Diana. Non furono poste mete ambiziose, se non quelle di un campionato onorevole. In tal senso le cose andarono fin quasi alla fine del girone di andata; anzi fu perduta di forza la mezzala Gay, un giocatore che aveva disputato in sordina il campionato precedente, ma che era esploso nelle prime due gare. Purtroppo, a soli 22 anni, venne colpito da infarto; le cure mediche gli permisero di riacquistare la salute, ma la sua carriera calcistica era finita per sempre.
Tra la fine del girone di andata e !’inizio di quello di ritorno però i viola incominciarono ad infilare risultati utili uno dietro l’altro. Le squadre che precedevano in classifica furono superate e la Volterrana balzò al comando, prima in coabitazione, poi seminando i diretti avversari. Fu un’impresa spettacolare. A sette giornate dalla fine del torneo, la squadra di Fermi si trovò in testa dopo aver conquistato 17 punti in 9 partite. La Promozione parve a portata di mano, specie dopo che al “Vallebuona” la squadra di Portoferraio, diretta antagonista, fu messa K.O. per 2-0. A fianco delle esaltanti vittorie (18 reti segnate e 4 subite) andava di pari passo la marcia del goleador Bastrei giunto a quota 16. Il pubblico letteralmente impazzì di giubilo, mentre gli avversari sportivamente si inchinavano.
Ma le cose belle non durano a lungo. Un errore decisivo di Fermi nello schierare la formazione costò alla Volterrana la sconfitta a Follonica. Nulla era ancora compromesso ma nell’incontro interno con il Solvay si ebbe il dramma inaspettato; i viola, scaricati psicologicamente e mal condotti, persero per 2-0. Determinante fu anche l’infelice arbitraggio. Si trattò di una giornata nerissima. Il “Vallebuona”, questo terreno che aveva fatto a tutti paura, capitolava dopo 41 giornate di una imbattibilità che durava da quasi quattro anni, quanti cioè ne corrono dalla ripresa nell’ottobre del 1965 a questa infausta giornata dell’aprile 1969!
Ma i guai non finirono qui. Alcuni scalmanati cercarono di aggredire il direttore di gara, fuori dal campo, dopo un’ora e mezzo circa dalla fine della partita e la Lega Regionale squalificò il “Vallebuona” per tre giornate.
Una settimana dopo a Certaldo, con il morale ormai a pezzi, la Volterrana non solo perse per 1-0, ma alcuni suoi giocatori e dirigenti furono protagonisti di una clamorosa chiassata contro l’arbitro. La Lega usò di nuovo il pugno di ferro: un dirigente e quattro giocatori furono squalificati, due di essi addirittura per nove mesi. Così, amaramente in tre sole giornate, i viola avevano buttato via il loro prezioso vantaggio. Audace e Lampo schizzarono avanti e la Volterrana, pur battendosi con disperata energia nelle ultime quattro giornate, dovette assistere al loro duello che si concluse in parità. Lo spareggio vide gli elbani salire in Promozione, ai viola restò la piazza d’onore ed un pesante fardello: riprendere il futuro campionato con il “Vallebuona” ancora squalificato per una giornata, fare a meno, per un bel po’ dei giocatori puniti (Bastrei fra questi), subire una crisi dirigenziale con le dimissioni del Presidente e di alcuni consiglieri.