La tragedia del 20 febbraio 1966

Ma la sfortuna era in agguato, e tragicamente purtroppo. Alla fine del girone di andata, concluso dai viola a metà classifica fu disposto un intervallo di quindici giorni per permettere alcuni recupere e la Volterrana, in pari con le gare, ne usufruì per due partite amichevoli. La seconda era fissata per il 20 febbraio 1966, ospite Uliveto Terme. Nonostante il calendario, era una splendida giornata primaverile ed al “Vallebuona” la folla era imponente.

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Tutto si svolse regolarmente fino al 36′ della ripresa, con gli ospiti in vantaggio 2-1. I viola stavano attuando il forcing per rimontare, quando, improvvisa, la tragedia. Uno dei muretti dove il pubblico si accalcava, vecchio di oltre un secolo, veniva giù di schianto, travolgendo un gruppo di spettatori, una ventina in tutto. Furono attimi terribili; il “Vallebuona”, denso di circa 1.000 persone, sembrò bloccato. Poi il tumulto affannoso, le sirene delle autoambulanze, il lavoro disperato per liberare i sepolti dalle macerie. Per una decina si trattava di poca cosa e di molta paura, per altrettanti le conseguenze apparvero gravi.

All’ospedale di Santa Maria Maddalena uno degli spettatori giunse cadavere: era lo sfortunato Donello Gremigni, 30 anni, impiegato dell’ospedale psichiatrico. Era un ottimo figliolo, entusiasta e tifosissimo, sposo da pochi mesi. Per gli altri feriti le prognosi variarono da 40 a 12 giorni e tutti poterono rimettersi in lungo o breve tempo.

I funerali di Donello Gremigni furono un lutto cittadino; il “Vallebuona” fu chiuso per ordine delle competenti Autorità. La perdita di una vita così preziosa può certo mettere in sottordine ogni ulteriore considerazione (avevo avuto Donello come alunno quando insegnavo al Liceo Classico; e, scrivendo queste righe, lo sento presente, in viva commozione, per la sua bontà e le sue doti. Possano essere queste parole ancora di conforto ai familiari il cui lutto certo, anche a distanza di tanti anni, sarà, da questo pur affettuoso ricordo, rinnovato); ma lo sport ha le sue leggi ferree, come lo spettacolo del circo che continua anche dopo la morte dell’acrobata. Il 27 febbraio il girone di ritorno riprendeva, infatti.

Incominciò per la Volterrana un dolente pellegrinaggio alla ricerca di campi ospitali; le società vicine, specie il G.S. Solvay di Ponteginori, si fecero in quattro per aiutarci, quasi sempre in maniera disinteressata. Tutti strinsero i denti, giocatori, dirigenti, pubblico. Sui campi dell’esilio forzato non mancò ai viola l’appoggio numeroso dei tifosi e dei “neutrali” quasi a ripagarci di quanto era avvenuto. Ricordo due gare a Colle Val d’Elsa, contro squadre che andavano per la maggiore, il Manciano, battuto per 2-1, e la capolista Pro Follonica inchiodata sul pareggio (1-1), un pareggio che costò agli azzurri maremmani il campionato in quanto questo fu vinto dall’Orbetello proprio per un punto. E vidi a Ponteginori il generoso Vettori trascinare i ragazzi alla vittoria per 3-1 sul forte San Carlo, così come a Livorno, contro il Don Bosco, i viola seppero vincere per l-0.

La fine del campionato ci trovò all’ottavo posto, in una posizione che appariva più che lodevole, dopo lo shock della tragedia e dopo aver giocato in trasferta l’intero girone di ritorno. Oggi, alla luce delle riflessioni più serene e distaccate, credo di non errare se affermo che questo ottavo posto (indubbiamente non generale) ebbe il valore della vittoria più bella. Contro tutto e contro tutti.

Tennero alto il nome della Volterrana in questa terribile annata i seguenti giocatori: Furesi, Michelotti I, Floridi, Bimbi, Fantozzi, Vestri, Friani, Michelotti II, Ferrini, Geri, Denis, Pasquali, Cecconi, Pratelli, Cristofani, Calastri, Dell’Aiuto, Trafeli, Vettori, Milianti e Cocco.

Fu una formazione volterrana al novanta per cento.

In ogni modo questo periodo fu utile anche come rodaggio e si guardò al campionato 1966-67 con maggiore convinzione ed entusiasmo. La presidenza del sodalizio fu affidata al dott. Nino Cerri che, in passato aveva tenuto, con pieno merito, tale carica; con lui furono eletti Giuseppe Bessi, rag. Otello Coli, avv. Piero Capecchi, Silvano Bianchi, Alessandro Bagnoli, Luigi Dei, Enio Geri, rag. Fernando Fidanzi, Piero Chiodi, Orio Grandoli, Adriano Nannetti, Paolo Provvedi, Pasquino Migliorini, Giovanni Ticciati, Adamo Moretti, Giovanni Socci, Mauro Nencini e Giulio Cesare Trafeli. La direzione della squadra fu confermata a Vettori, ai giovani locali (fra i quali stava emergendo Alpini) si affiancarono elementi esterni, tra i quali si distinsero i due interni, Marchi di Cecina e Carboni di San Gimignano. Vettori poté così volta a volta allineare: Furesi, Michelotti I, Cristofani, Guerrieri, Fantozzì, Troncarelli, Geri, Marchi, Alpini, Michelotti II, Carboni, Bimbi, Friani, Soriani, Floridi, Gazzina, Ferrini e Gazzarri. Fra i ragazzi le cure dell’allenatore-giocatore furono particolarmente rivolte a Fazio Cristofani, un terzino di grande bravura, uno dei punti di forza della Volterrana fino agli anni ’70. Ha contato (a lungo capitano) il maggior numero di presenze in maglia viola, come il più anziano Fantozzi.

Inoltre si fecero richieste al Comune affinché il “Vallebuona” potesse ritornare agibile. Furono necessarie rettifiche, mentre si eressero anche le tribune in legno dal lato nord, poiché quelle in muratura furono definitivamente vietate per motivi di sicurezza. In ogni modo, fino al 18 dicembre 1966, la Volterrana non potè ritornare in casa e fu costretta a giocare sui campi esterni le prime tre gare; il rientro coincise con una splendida vittoria sul Don Bosco per 6-2. Le cose andarono bene e la Volterrana si inserì sempre nella lotta per le prime posizioni; non c’erano per la verità, ambizioni di primato, a volte mancò pure la necessaria coesione e così i viola finirono al terzo posto. Fu un buon campionato, animato dalla bravura dei ragazzi e dallo spirito di sacrificio di Vettori, sempre primo a dare l’esempio. Spesso la Volterrana offrì spettacolo, come nelle due gare con il San Vincenzo dominate entrambe per 5-1; i viola fecero loro anche i derbies della Val di Cecina, contro il Larderello (due vittorie) e il Pomarance (vittoria e pareggio). Ottima fu la gara a Venturina dove i ragazzi di Vettori fecero tremare la capolista imponendo ai bianco celesti un pareggio (1-1) che, senza un arbitro casalingo, sarebbe stata un’esaltante vittoria.

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© Paolo Ferrini, PAOLO FERRINI
La tragedia del 20 febbraio 1966, in “Volterrana Gol”, Tipografia Conti – Poggibonsi, a. Marzo 1978