Un formicolìo al braccio la risvegliò, aveva dolore alla testa e respirava male perché quasi soffocata dal corpo della Duilia sopra di lei. Non si poteva muovere; stesa sul pavimento freddo vedeva solo una parte della stanza, la luce fioca del camino quasi spento, la figura del vecchio Giovanni seduto davanti a lei, appoggiato al muro. La guardava con una strana espressione; nell’unico occhio visibile era ancora impressa la sorpresa, per il resto, la faccia era deformata da un colpo di accetta e piena di sangue. Sangue, sangue sul pavimento, sui muri, dappertutto.

”Aiuto! Aiuto!” Come in un incubo si ricordò in un attimo delle due persone che erano entrate in casa a chiedere da bere e che in un attimo, a colpi di accetta e pistola, avevano decimato la famiglia. Il vecchio Giovanni e Adamo erano caduti subito, poi era toccato alla Duilia che l’aveva presa di corsa per un braccio e aveva tentato di trascinarla verso la porta. Poi c’era stata l’esplosione vicino alle orecchie che le aveva fatto perdere i sensi.

Passò tutta la notte così, semi incosciente tra quei morti, tentando ogni qualvolta riprendeva i sensi, di chiamare aiuto.

La mattina due commercianti di carne che avevano appuntamento dai Talocchini, al loro podere nella zona del Sasso Pisano per acquistare dei maiali, sentirono per fortuna i lamenti e i gemiti della bimba ed entrati in casa si resero conto della strage.

Agostina fu portata di corsa all’ospedale. Era stata colpita da una pallottola dietro un orecchio, aveva perso i sensi facendo credere agli assassini di averla uccisa e nonostante avesse perso anche molto sangue, le sue ferite erano state giudicate guaribili. Ma le sue vere ferite non si sarebbero più rimarginate. Niente sarebbe più stato uguale a prima per tutta la vita che le sarebbe rimasto da vivere.

Vedeva sempre davanti le facce degli assassini, li conosceva di vista e, quando i carabinieri la interrogarono, fornì, senza esitazione, indicazioni precise per la loro cattura: erano due componenti della famiglia Franchi, contadini che abitavano in un podere poco distante dal suo. Aveva capito che erano entrati in casa per rubare una somma di denaro che la famiglia Talocchini aveva appena riscosso dalla vendita di un terreno.

Appena fu possibile il riconoscimento, fu accompagnata in carcere. Quelli che la videro salire, seria, sulla Rampa di Castello ed entrare nella Fortezza, non videro una bimba con la testa fasciata, accompagnata dai carabinieri, ma una persona sicura e piena di determinazione che andava a reclamare giustizia.
Sicurezza e determinazione ebbe anche al processo che si svolse nel dicembre del 1924 nell’accusare i due Franchi che furono condannati all’ergastolo.
Agostina crebbe, si sposò, ebbe dei figli, una vita apparentemente normale, ma il dolore che le era rimasto nel cuore non sarebbe passato nemmeno se i Franchi avessero avuto una condanna a cento ergastoli e non c’erano cifre che potessero ripagare l’infanzia che aveva perduto.

L’EFFERATO DELITTO DEL SASSO

Un esecrabile delitto è avvenuto la scorsa notte in una casa colonica denominata “Podere Cascino” a circa un chilometro da questo paese. Vivevano tranquillamente nel poderetto che era di loro proprietà: Talocchini Giovanni col figlio Adamo e la nuora Duilia. Tenevano presso di loro una bambina di circa 11 anni a nome Pacini Agostina che aiutava la Duilia nelle cure domestiche. Questa mattina verso le ore 9, due macellai di Castelnuovo Val di Cecina: Dell’Agnello Amerigo e Burchianti Ettore, si erano recati appunto a questo podere Cascino per fare acquisto di suini preventivamente contrattati col Talocchini. Giunti alla casa colonica hanno veduto con raccapriccio fuori dalla porta la Duilia, morta in conseguenza di orribili ferite da taglio di cui una ampissima alla testa. Presso la morta stava ancora una scure da taglialegna intrisa di sangue. Entrati nella casa intuendo altra sciagura perché la porta era spalancata, altri due corpi: Talocchini padre e figlio giacevano presso il focolare, uccisi a colpi di scure e di rivoltella. Da una cameretta vicina veniva un flebile lamento. Si sono precipitati nella stanza e là giaceva la piccola Agostina ferita anch’essa da due colpi di scure, uno presso l’orecchio destro e l’altro al collo. La bambina poteva parlare ed interrogata dal Dell’Agnello che essa conosceva, ha dato i nomi degli assassini, certi Franchi che abitavano in un podere detto “Carbonciolo” distante 1 chilometro da quello dove fu commesso l’eccidio. Sopraggiunti i carabinieri e numerosi fascisti del Sasso e dei paesi limitrofi è stato proceduto all’arresto dell’intera famiglia Franchi, tre uomini: Venanzio, Angiolo e Terzilio e tre donne: Isola, Fine e Elia. Sotto buona scorta i sei arrestati sono stati condotti al Sasso, dove a stento i carabinieri hanno potuto sottrarli all’ira della popolazione che voleva fare giustizia sommaria degli assassini. Scopo dell’esecrando delitto sembra sia stato il furto poiché i Talocchini erano ritenuti ben forniti di denaro. Infatti tutto nella casa era stato trovato a soqquadro. La bambina racconta che ieri sera, verso le ore 21 i due fratelli Franchi Angiolo e Terzilio si presentarono nella casa dei Talocchini e chiesero in prestito 5 fiaschi di vino per fare una festa da ballo in un podere prossimo. Il capoccia che era seduto a scaldarsi presso il focolare si alzò per andare a prendere il vino ma i due assassini fulmineamente scaricavano prima le rivoltelle sui due uomini quindi si dettero a menare di scure di cui erano muniti sulle povere vittime. Si presume che la donna abbia tentato di fuggire ma sopraggiunta fuori della porta sia stata finita con un tremendo colpo nella testa. La bambina ebbe anche essa due colpi di scure, cadde a terra e fu creduta morta. La piccola Pacini è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Massa Marittima. Sul luogo si è recata l’autorità giudiziaria del Tribunale di Volterra insieme al Capitano dei Regi Carabinieri e ai Dott.Prof. Scabia e Giusti che dovranno procedere alla autopsia. Il delitto ha suscitato in tutti i vicini paesi vivissima indignazione. Nella perquisizione fatta in casa dei Franchi sono state trovate 4500 lire, frutto della rapina di cui sono rimaste vittime il Talocchini e la sua famiglia. 1

Questo fatto di cronaca, fece molto scalpore all’epoca, tanto da essere cantato come ballata popolare.
Ringrazio “Kid” per avermi scritto e cantato quello che rimane di questa ballata.

STORIA DI VITA VISSUTA. FAMIGLIE FRANCHI E TALOCCHINI

Di una famiglia infame e disumana
Vi narro la tragedia che ha compiuto
Mandria di belve uscite dalla tana
Neppur verso una bimba il cuore ha avuto
Franchi è il cognome di queste iene qua
Che furon tutti uguali nella brutalità

I Talocchini un bosco avean venduto
Si dice per quaranta mila lire
Appena i Franchi l’ebbero saputo
Volean quel danaro a lor carpire
Con cuore atroce fissaron poi tra lor
Di far tutta una strage dei Talocchini allor.

Infatti tutti in gruppo verso sera
Dei Talocchini bussarono alla porta
Entrano in casa con gentil maniera
Con gaio viso e con l’idea accolta
Dissero scusate se vi veniamo a disturbar
Con questo tempo infame non possiamo camminar

Siccome questa sera in casa nostra
Si fa di ballo un celebre festino
E voi che ce l’avete del buon vino
Se ce lo date ben vi si pagherà
Il vecchio dei Talocchini gli risponde
Ben son contento di potervelo dare
Il vostro ringraziare mi confonde
Perché un piacere a ognuno si può fare

Ma quella soglia non potè varcare
Che rintronò due colpi lì alla testa
E fulminato lui dovè cascare
Perché colpito al petto ed alla testa.
Neppure un grido egli potè mandar
Il povero meschino faceva proprio pietà.

La moglie di Pasquino a tale scena
Leva alte grida invocando aiuto
Ella è d’orrore e di paura piena
Ma di reagire lei non ha potuto
Con un’accetta gli immondi malandrini
La sventurata donna la vengono a colpir

E con due colpi della rivoltella
Feriscon la bambina nella testa
Cade nel sangue la bambina bella
Presso quei morti immobile ne resta
Mentre gli infami si danno li a frugar
Per trovare il denaro e poterlo rubar

© Anna Ceccanti, ANNA CECCANTI
1 Dal Corazziere del 1 febbraio 1923