S. Lino in S. Pietro: un’istituzione importante della città nella prima metà dell’Ottocento. I suoi registri di amministrazione1 nell’Archivio della Fondazione ci offrono un’ampia vista della vita, non solo interna all’istituto, ma anche in relazione con la città, ben leggibile nel quadro delle vicende storiche del tempo durante il periodo napoleonico (1807-1814) e la restaurazione del Granducato (1814-1859). Troviamo, leggendo riga per riga, notizie sulle suore e le ospiti del conservatorio, sugli insegnanti, sugli amministratori, i sacerdoti, i lavori e vediamo da vicino la vita dell’istituto, l’istruzione, i momenti di religiosità e gli eventi storici presenti vivamente e spesso drammaticamente nella quotidianità.


CONSERVATORIO CON VISTA: SAN LINO IN SAN PIETRO E LA CITTA’ DI VOLTERRA NEI PRIMI DECENNI DELL’OTTOCENTO

Consultando dunque detti registri, troviamo che nella prima metà custoditi dell’Ottocento l’edificio di S. Pietro ospitava una discreta comunità di donne di quasi tutte le età: bambine, ragazze, adulte e anziane, dai nomi particolari: suore, oblate, convittrici, educande. Dal 1810 le monache camaldolesi del primo convento-conservatorio erano state sostituite dalle francescane di S. Lino che, forse più battagliere delle consorelle contemplative, già nel 1808 – epoca della prima legge di soppressione francese – avevano fatto istanza per il mantenimento delle loro scuole pubbliche, e il 24 marzo e il 9 maggio 1809 erano state autorizzate a riaprire il conservatorio di via S. Lino con tutti i beni e le rendite annessi2.

Visti i tempi di soppressione, le francescane che dal 1810 vissero in S. Pietro lasciarono i loro abiti claustrali e furono chiamate «signore» o «dame», anche se rimasero religiose nell’animo e per un paio d’anni, su consiglio del vescovo Giuseppe Gaetano Incontri, prima che la cosa fosse troppo scandalosa, continuarono le liturgie del coro come se facessero sempre parte di un ordine monastico3.

Erano circa una trentina di donne e, oltre alle ex francescane, facevano parte della famiglia anche diverse ex benedettine del convento di S. Dalmazio soppresso nel 17864.

Passati i francesi, il conservatorio si trovò nell’incertezza della giurisdizione (ecclesiastica o civile?) e fu autonomo solo dopo il 1816-17, quando il convento di S. Lino in via S. Lino fu riaperto e vennero separate le amministrazioni. Accolse da allora non più suore ma oblate – non legate a giurisdizione religiosa – con un rinforzo nel 1821 di un gruppo del conservatorio di S. Pietro di Colle Vald’Elsa5.

I registri riportano varie notizie su di loro e anche i nomi delle probande e novizie converse o maestre, le ultime paganti una dote d’ingresso. Provenivano da Volterra, Colle, Pietrasanta, Firenze, Castelfranco di Sotto. Alcune nuove oblate però lasciarono il conservatorio poco tempo dopo l’entrata e in generale non crebbero molto di numero: ancora negli anni 30 le ex suore di S. Lino-S. Dalmazio continuavano ad avere un notevole peso nella gestione dell’istituto. In questo periodo però il conservatorio andava avanti egregiamente e nel 1835 si parlò del ritornare «in fama» tramite un «regolamento di istruzione e disciplina per le ragazze»6.

Tra le suore merita un ricordo suor Angelica Serafina Montanelli da Fucecchio. Proveniva dal soppresso convento di S. Chiara di Castelfiorentino e fu priora e camarlinga in tempi non facili. Riscuoteva una pensione vitalizia che dal 1808 gli fu corrisposta dal governo, e poi dal monastero di S. Lino in via S. Lino. Durante i suoi incarichi promosse il rifacimento e il restauro di importanti arredi sacri di chiesa (candelieri, paramenti, croci e crocifissi). Morì nel 18317.

Vissero nel conservatorio a vario titolo anche alcune convittrici che pagavano una retta. In epoca francese furono due o tre allieve educande e quattro ex suore pensionate di Piombino, le quali rimasero nell’istituto anche nei decenni successivi ma con la pensione a carico del convento di S. Lino, allo stesso modo di suor Montanelli. Anche suor Luisa Saccardini ex camaldolese di S. Marco in S. Pietro visse in convitto; trasferitasi già S. Chiara, dove era stata camarlinga per breve tempo, fu poi mantenuta per qualche anno nel conservatorio dalla signora Contugi. Dopo il 1819 abitarono in convitto delle giovani nobili che non erano state suore: una Incontri, una Salvetti e altre8.

La comunità femminile di S. Pietro ebbe la sua ragione d’essere in funzione della scuola, le cui allieve erano divise in due categorie: le educande o ospiti interne dell’educandato e le allieve esterne della scuola pubblica gratuita9.

Nel 1813 sono ricordate poche educande10 che crebbero di numero negli anni seguenti, ma non di molto, tanto che nel 1818 si fecero stampare alla tipografia Bargigli di Firenze 150 manifesti promozionali. Ma in generale rimasero sempre circa una decina di giovani11, tutte di famiglie di riguardo, volterrane o di fuori. Quelle non volterrane avevano come patria di origine Firenze, Pisa (Samminiatelli), Monteverdi, Terricciola. Non possiamo ricordarle tutte in questa sede: citiamo solo le tre piccole figlie del dottor Giuseppe Cai (Elena, Anna e Eletta) e Emilia Raikem, figlia di Antonio medico condotto di Liegi che fu amico di Michele Carducci, padre di Giosué12.

Per il loro mantenimento, le famiglie pagavano una retta trimestrale anticipata che era di minore importo per quelle volterrane. Un rescritto granducale del 1817 concesse anche un posto gratuito. In uno «stato» riassuntivo del 1834 le giovani con tale privilegio risultano sei, elencate in varie date13.

Le educande inoltre avevano un proprio maestro di scritto, di aritmetica e di lettura stipendiato dal 1818 dal conservatorio e non più dalle rispettive famiglie. Fu per molti anni il sacerdote Raimondo Iovi. In seguito il sacerdote Tersilio Callai insegnò loro geografia, materia per la quale il canonico Adeodato Leoncini comprò un globo geografico ed un atlante14.

Le scuole pubbliche dai «grandi finestroni» invece erano frequentate da povere ragazze a noi ignote che non dimoravano nell’istituto, ma a una data ora tornavano a casa. Non ne sappiamo il nome, ma in una nota del 1808 appaiono circa 35 famiglie che supplicano il governo francese di mantenere il conservatorio di S. Lino di via S. Lino per l’educazione delle loro figlie15.

Il loro principale insegnante fu Giuseppe Magniolfi, maestro di leggere e scrivere; altri insegnanti in vari tempi furono Greciniana Pagnini e la supplente Placidia Bagnolesi. Prese il posto del Magnolfi negli anni 30 il sacerdote Gaetano Guerrieri. Le piccole volterrane imparavano a scrivere, a leggere, l’abaco, oltre ai lavori a maglia, cucito, tessitura che ne avrebbero dovuto fare delle buone madri di famiglia secondo il loro stato sociale. Per loro, nel novembre 1818, fu comprato il catechismo del Seminario, fatto stampare da mons. Incontri un decennio prima16.

Dunque la nutrita comunità di donne, che abitava nell’interno del conservatorio, aveva alcuni privilegi e anche degli obblighi, tra cui quello della clausura. I rapporti con il mondo esterno pertanto erano affidati solo a particolari persone delegate. Il commissario civile o operaio esterno o sovrintendente era la figura più rilevante fra queste. Rispondeva del conservatorio alla Prefettura di Livorno in epoca francese o alla Segreteria del R. Diritto in epoca granducale. Sono ricordati dai documenti come commissari Francesco Giorgi († 1817), Giulio Maffei (fino al 1820) fratello di Mario operaio del monastero di S. Lino in S. Lino e l’abate Inghiramo Inghirami († 1834). Appartenevano alle famiglie antifrancesi di Volterra che nel 1799 avevano partecipato alla ribellione dei Viva Maria e cacciato gli occupanti fino a Livorno.

I commissari non vivevano nel conservatorio, ma di tutto erano informati. Comandavano ispezioni e restauri ai poderi e ai beni, ricevevano le famiglie per concordare l’ammissione delle educande, facevano istanze alle gerarchie superiori e si occupavano anche di cose minute come ad esempio la mancanza del vino e l’autorizzazione a comprarlo17.

Secondo responsabile dell’amministrazione era il cosiddetto Scrittoio interno cui apparteneva l’operaio interno o esattore o ricevitore, che è la parola più adatta a definirlo, perché un suo compito riguardava proprio la riscossione di denaro contante (rette, censi, affitti, livelli ecc). Sono ricordati come esattori i volterrani Giuseppe Pucini, Iacopo Marchi e Giusto Galeotti18.

L’esattore si occupava anche dei pagamenti importanti e passava il denaro contante alla madre camarlinga dell’interno la quale spendeva per la famiglia secondo il bisogno o il desiderio. Ma non potendo far da sé le compere alle botteghe, o star dietro ai lavoratori, la madre incaricava una terza persona per queste necessità: l’agente o provvisioniere del conservatorio.

Dal 1809 fu ancora Giuseppe Pucini e poi dal 1812 per lungo tempo fu la persona che aveva fatto anche l’agente del conservatorio delle monache camaldolesi, cioè Antonio Callai. Per più di vent’anni comprò il vitto, la legna, le stoffe, fece da corriere, richiese e pagò il medico, portò denaro, distribuì mance ecc. E poiché ne era sempre richiesta la presenza per le varie occorrenze abitava di fronte a S. Pietro, in una casa con orto che aveva davanti la via principale e dietro la via della Fortezza. Il figlio Gaetano negli ultimi decenni del Settecento era stato custode delle scuole pubbliche, mentre due figli di Gaetano diventarono sacerdoti: Secondo Callai, cappellano del conservatorio, e Tersilio Callai insegnante nelle scuole pubbliche e poi canonico. Nel 1833-34 Antonio Callai più che ottantenne si mise a riposo. Lo sostituì Giovanni Matteini19.

L’ultimo impiegato dello Scrittoio era il computista-scrivano. È ricordato dai documenti Giuseppe Tenucci o Tanucci che si occupò con successo del riordino dell’amministrazione del conservatorio per il ripristino da parte dei francesi nel 1809. Gli successe Sebastiano figlio dell’avvocato Vincenzo Luchini20.

Anche vari servitori facevano riferimento a S. Pietro: per molti anni prestarono la loro opera l’ortolano Santi e la moglie Giovanna. In vecchiaia fu accordato a Santi il riposo e una pensione; prese il suo posto Pietro Mannucci. Vi erano poi più o meno note serve di cucina, sguattere, «servigiali» con le loro granate di saggina per spazzare la scuola pubblica, mentre i collaboratori esterni necessari per esempio per le cause in tribunale, ebbero per diversi anni un rappresentante nel procuratore-avvocato Emilio Emiliani21.

Ugualmente importante nella vita quotidiana delle suore e delle giovani era la costante presenza di un sacerdote o confessore, assistito da un chierico o cappellano o inserviente, cioè un giovane prete. Alcuni confessori furono canonici (Giorgi, del Bava); tra i chierici sono da ricordare ancora i fratelli Callai22.

Il confessore aveva l’obbligo di celebrare una messa i giorni feriali e festivi e un altro buon numero di messe per disposizione di legati pii di vecchia data; lo coadiuvavano i Cappellani della Cattedrale che intervenivano nelle messe cantate23. Per usanza le suore offrivano loro la refezione giornaliera – caffè e cioccolato -, e a Natale e a Pasqua davano la mancia. Il giorno dei morti invece facevano la distribuzione ai Cappellani, per la buona morte come si diceva allora24.

Dal 1811 quando la cura di S. Pietro fu traslata in S. Agostino, si cominciò ad usare per chiesa l’ex prioria25.

Riguardo alle celebrazioni, erano molto sentite le liturgie della Settimana Santa. Il Sepolcro del giovedì santo comportava l’esposizione di un buon numero di candele alle «ventole», al «triangolo» e la processione con le torce se veniva il vescovo. Dopo la caduta di Napoleone e il ritorno al Granducato, gli usi religiosi ripresero forza: la predica della Quaresima, il dono della cera, il giorno della Purificazione, secondo le gerarchie interne, la preghiera per le sorelle defunte, il giorno dei Morti e il «tumulo», gli esercizi spirituali in occasione della Pentecoste26.

Si fece anche accomodare l’organo di chiesa e si mantennero con più cura e spesa gli arredi sacri, cioè i calici, gli argenti, i paramenti ecc.27.

La festa patronale del conservatorio fu dal 1809 S. Lino che cade il 23 settembre; dal 1815 riprese l’uso della novena, la preghiera nei nove giorni precedenti. Ripristinato il monastero di S. Lino in via S. Lino la festa patronale cambiò e divenne quella di S. Pietro in Vincoli, il 1 agosto, giorno in cui, tra le altre cose, si esponeva una reliquia28.

Ma usciamo dal conservatorio e osserviamone le relazioni con Volterra. Da quando l’istituzione riebbe i suoi immobili e le sue rendite, i registri riportano, riguardo alle terre non affittate o allivellate, i lavori di restauro alle case poderali e alle strade, la sistemazione delle palizzate e i confinamenti, le opere sul regime dei botri e dei gorili dei mulini, l’impianto di pioppi e altro. La Volterra francese però conobbe gran povertà e carestia e, oltre alle poche risorse, alcuni affittuari furono morosi nei pagamenti e a loro si intentò causa. Si andò a Firenze, agli archivi, a consultare contratti, a porgere suppliche scritte su fogli bollati da un paolo l’uno e copiate dai giovani di studio degli avvocati29.

Le terre e gli immobili comportavano anche tasse da pagare. In epoca francese ci fu l’imposizione fondiaria e la famigerata tassa detta delle porte e finestre, dal chiaro significato30.

Dagli anni venti i poderi ebbero affittuari e livellari affidabili e le rendite assieme ai frutti di prestiti divennero a poco a poco un’entrata notevole. Lo Scrittoio negli anni ‘30 segnò dei consistenti attivi nel suo bilancio31.

Sugli immobili non diciamo altro; accenniamo solo a una casa di proprietà situata a Livorno nella via degli Ebrei, detta del Giardino e appigionata all’ebreo Salomone Archivolti32.

Per quanto riguarda le spese della vita comune, tutti i giorni o quasi l’agente Antonio Callai si recava dagli artigiani e alle botteghe cittadine che erano circa una sessantina, quasi tutte nel centro: sulla Piazza, dalla parte del Comune, o dalla parte del moderno palazzo della Cassa di Risparmio, oppure presso S. Cristoforo, soprattutto in via Guidi, in via Marchesi, in via della Porta all’Arco33.

Tra gli speziali ricordati Giuseppe Franchini fornitore di cera del conservatorio aveva la bottega tra via Turazza, via Marchesi e via della Porta all’Arco; Niccodemo de Luigi invece esercitava in via Marchesi e Vincenzo Corsi nella piazza dalla parte di palazzo Buomparenti. Sono ricordati nel ramo anche Niccolò Quoqui e Pietro Funaioli che dal 1828 ebbe l’appalto della cera. Un quadernetto di pochi fogli, forse da lui usato, ora conservato in un registro dell’archivio della Fondazione, riporta l’elenco delle feste e il numero di candele concordate per ciascuna di esse34.

I continui lavori all’edificio di S. Pietro necessitarono anche di altri artigiani: ricordiamo per esempio Felice Bruni magnano (fabbro) con bottega vicino a via delle Prigioni; Fedele Morganti vetraio in via Guidi; Giovanni Battista Pagnini vetraio vicino al palazzo della Cassa di Risparmio; Francesco Mariani di Giovanni falegname, Francesco Masselli muratore … e tanti altri che non possiamo citare per ragione di tempo35.

Troviamo poi il p. Luigi Gheri delle scuole Pie che fornì un messale e Pietro Torrini libraio e cartolaio, oggi noto per la sua tipografia e Guida di Volterra del 1832. Quintilio Capezzi invece accomodò l’organo, un cembalo e una spinetta del conservatorio. E tra i pittori-imbianchini, Scappini colorò un crocifisso, Ranieri Magi pitturò le stanze da ricevimento, Papi riquadrò le stanze ad uso delle scuole, Rafanelli dipinse un tabernacolo, Giuseppe Forzoni Accolti fece un quadro di S. Caterina 38, l’orafo Gaetano Guadagni di Firenze lavorò arredi di chiesa in argento, mentre Eustachio Rosi intagliatore in Siena fece una croce e crocifisso, vasi e reliquiari36.

I nomi scorrono e non sono solo artisti. Ad esempio furono essenziali per certi trasporti – come i moderni corrieri – i vari procaccia (Francesco Melani, Lazzero Callai, il procaccia di Livorno), cioè le persone che per lucro si industriavano a portare lettere e bagagli da una città all’altra37.

Il cerusico Lorenzi invece prestò la sua opera per le signore ammalate, e medici stipendiati del conservatorio furono tra il 1812 e il 1813 Benedetto Vannucchi e il noto Luigi Toti38.

Per finire, riguardo al vitto, Lorenzo Collarini è ricordato come il fornaio salariato del conservatorio fin dal 181039.

La carne fu comprata più frequentemente dagli anni 20 in poi dai macellai fornitori Frassinesi e Consortini. Inoltre tutti gli anni si allevava per la carne un maiale che dimorava nell’orto del conservatorio; altrimenti era dato in custodia ad altri allevatori40.

Tanti sono gli aspetti di vita quotidiana che si possono estrarre dai registri dell’archivio, compresa per fare un ultimo esempio la beneficenza verso la cosiddetta «casta degli indigenti» fatta nel 1817, ai tempi del tifo, dai Buonuomini di S. Michele che chiesero un contributo anche al conservatorio41

© Accademia dei Sepolti, PAOLA IRCANI MENICHINI
Conservatorio con vista: San Lino in San Pietro e la città di Volterra nei primi decenni dell’Ottocento, in “Rassegna Volterrana”
1 Archivio Storico del Conservatorio di S. Lino in S. Pietro e relativo inventario (ASCSLSP), a cura di Silvia Trovato, Volterra 2009.
2 Luciana Bellatalla, Sant’Anna in Pisa e San Lino in Volterra: due conservatori «leopoldini» dal 1785 al 1860, in «Questioni e esperienze di educazione femminile in Toscana. Dalla Controriforma all’ultimo Ottocento», Bulzoni Editore, Roma 1998; Paola Ircani Menichini, Il monastero e il conservatorio di S. Marco, poi S. Lino in S. Pietro nel Settecento e nel periodo napoleonico, in «Rassegna Volterrana» LXXXVII, Volterra 2010.
3 Ircani Menichini, Il monastero, cit.
4 Il numero degli «individui» si conosce tramite le spese del vestiario, v. ASCSLSP, 972, Spese di vestiario. 30 giugno 1816 … «n. 28 componenti la famiglia direttrice del Conservatorio. L. 13.6.8 per ciascheduna L. 373.68»; 972, 31 dicembre 1816 «… per n. 30 individui… L. 400»; 975, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1818. «All’oblate componenti la famiglia direttrice… in numero di 26…»; 976, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1819. «All’oblate componenti la famiglia direttrice… in numero di 28…»; 976, 1819. «Nota degli individui componenti la famiglia religiosa del conservatorio di S. Lino in S. Pietro»: sono 30 persone; 981, 1822. Tabella della comunità religiosa ed inservienti al 31 dicembre 1822. Corali: Suor Serafina Angelica Montanelli Superiora, suor Gertrude Desideri, suor Amante Serragli, suor Vittoria Moggi, suor Giuseppa Teresa Melelli, suor Gertrude Cai, suor Chiara Serafina Paoletti, suor Rosa Maria Fabbri, suor Anna Rosa Gracci, suor Fedele Carradori, suor Anna Maria Pellegrinetti, suor Maria Maddalena Fanfani, suor Giuseppa Ciaranfi, suor Luisa Ciatti, suor Teresa Margherita Bruschi, suor Maria Anna Manetti, suor Teresa Bonuchi, suor Carlotta Cordani, suor Cherubina Bendini, suor Gesualda Da Vicano, suor Raffaella Turi. Converse: suor Francesca Trafeli, suor Caterina Celeste Bozzani, suor Maria Eletta Lazzeri, suor Diomira Luchini, suor Agnese Del Testa, suor Annunziata Fantappié, suor Giovanna Antilli, suor Giustina Lisi, suor Annunziata Novelli, Maria Lazzi, Teresa Matteucci «inserviente alle educande»; sig. Greciniana Pagnini «maestra delle scuole pubbliche» (in tutto 33); ASCSLSP, 983, A spese di vestiario. Anno 1830. «Alle religiose componenti la famiglia per il loro vestiario L. 800»; anno 1831 L. 773.6.8; anno 1832 L. 813.6.8; anno 1833, L. 840; anno 1834 L. 813.6.8; 984, 1835. «Vestiario in contantia n. 31 oblate componenti il conservatorio a L. 35 per ciascuna L. 1085».
5 v. ASCSLSP, 979, A spese diverse e generali. 30 giugno 1821. «Speso nel trasporto della mobilia spettante all’oblate venute di Colle L. 95.13.4».
6 v. ASCSLSP, 983, «… Per rendere più vantaggiosa ed estesa l’educazione da darsi alle zittelle e per ritornare in fama questo conservatorio si presenterebbe l’annesso regolamento d’istruzione e disciplina quale ottenendo le superiori approvazioni potrebbe da S.A.R. ordinarne l’esecuzione. Presentato al Com-missario il 21 aprile 1835»; ASCSLSP, 974, Rette. 23 ottobre 1818. «Dalla signora Caterina Giovanna Antilli provanda… L. 63»; 976, 20 luglio 1819. «Dalla sig. Silvia Bendini di Pietra Santa probanda maestra per un trimestre… L. 84»; 978, Da entrate diverse. 27 giugno 1821. «Dalla sig. Cordani di Colle per dote consegnatami L. 784»; 983, Rendiconto 1934. «Da doti di nuovi vestimenti per quelli restituiti alla Carlotta Cordani e Agata Pampaloni sortite dal Conservatorio L. 162»; 1267, 7 settembre 1814. «Dalla sig. Cecilia Corsani educanda e convittrice… L. 63»; la stessa in 974, Rette. 28 gennaio 1818; 976, 1 agosto 1819. «Dalla sig. Cecilia Corsani probanda optata… L. 63»; 974, Rette. 5 ottobre 1818. «Dalla signora Caterina Corsi provanda per come sopra L. 63»; 978, Da entrate diverse. 5 maggio 1821. «Dalla sig. Caterina da Vicano per assegnamento dotale nell’atto della vestizione L. 350»; 1268, 5 marzo 1821. «Dalla signora Caterina da Vicano di Firenze attese le facoltà ottenute dalla Segreteria del R. Diritto a vestire l’abito d’oblata maestra per il suo assegno dotale a forma de’ regolamenti del conservatori pagò contanti L. 350»; 1268, 8 maggio 1819. «Dalla signora Anna Lisi di Colle probanda oblata conversa entrata il primo maggio stante per un trimestre di retta a forma del consueto e fissato col sig. operaio che va a scadere il primo agosto prossimo avvenire L. 63»; 974, Rette. 18 novembre 1818. «Dalla signora Caterina Maddalena Luchini provanda… L. 72»; 978, Da entrate diverse. 10 ottobre 1821. «Dalla sig. Matteoli per dote in atto di prendere l’abito da religiosa L. 80»; 979, A spese diverse generali. 16 settembre 1821. «Alla sig. Liberata Matteoli per restituzione del pagato per essere stata probanda…»; 1268, 18 agosto 1821. «Dalla sig. Rosa Novelli di Castelfranco di Sotto attese le facoltà ottenute come sopra vestì l’abito di oblata conversa e il suo assegno dotale conforme costumasi pagò contanti L. 175»; 1268, 13 marzo 1821. «Dalla sig. Caterina Turi di Castelfranco di Sotto provanda oblata maestra… L. 90»; 978, Da entrate diverse. 18 agosto 1821. «Dalla signora Turi sua dote datami nell’atto della vestizione L. 350»; 1268, 18 agosto 1821. «Dalla sig. Caterina Turi di Castelfranco di Sotto attese le facoltà ottenute dalla Segreteria del R. Diritto vestì l’abito di oblata maestra e per il suo assegno dotale a forma di regolamenti de’ conservatori pagò contanti L. 350»; 983, Rendiconto 1934. «Da doti di nuovi vestimenti per quelli restituiti alla Carlotta Cordani e Agata Pampaloni sortite dal Conservatorio L. 162».
7 ASCSLSP, 964, 31 marzo 1810. Stato passivo. 13. «A Donna Serafina Angelica Montanelli per un vitalizio di F. 588 anni 3 al 27 novembre 1810 F. 70.56»; 963, 31 marzo 1810. «Al sig. Cancelliere della Curia Vescovile Giuseppe Ciceroni per aver fatte due fedi richieste dalla liquidazione, che una per l’esistenza di n. 6 individui e l’altra per l’ordine del passaggio di due monache che dal Monastero di Castel Fiorentino passarono nei tempi addietro nel conservatorio di S. Lino F. 1.68»; 966, Da pensione arretrata 30 giugno 1811. «Da pensione pagata dal governo alla sig. Montanelli abitante nel conservatorio F. 749.98»; 966, A spese impensate. 31 luglio 1812. «Al sig. Marcello Zannetti per rimborso di spese fatte nella riscossione della pensione della signora Montanelli F. 39.31; 1259, 31 agosto 1813. «Dalla signora Montanelli L. 293.6.8»; 969, 10 dicembre 1813. Vitto. «A suor Serafina Montanelli camarlinga del nostro conservatorio in saldo di una nota di spese giornaliere di vitto F. 366.12»; 970, Medicinali. 17 ottobre 1814. «… lb. 300 diaccio fatto venire da Camulliano per fare i gelati alla Montanelli malata di una emorogia, restorativi, cardiaci, e altri occorsi nella malattia della medesima L. 46.6»; 1267, 4 gennaio 1816. «Dalla suor Serafina Montanelli vitaliziata dal governo per il trimestre scaduto al 22 giugno 1815 ricevuto in contanti dalla camarlinga dell’interno suor Eduvige Bagnoli L. 147 ma rilasciate alla Montanelli per suo uso particolare secondo il convenuto col sig. operaio L. 84 … »; il vitalizio anche in 975, Fondi di passive annue responsioni. 1817-1818; 1259, «Montanelli suor Serafina Angelica traslocata fino dal 1790 dal monastero di S. Chiara di Castelfiorentino all’attual conservatorio di S. Pietro fu fissato e convenuto dalle reciproche amministrazioni pagare a titolo di vitalizio lire 266 l’anno secondo l’epoche precise, al presente paga l’amministrazione del ripristinato monastero di S. Lino di Volterra» [nel 1817, 1818, 1819, 1820, 1821, 1822]; 1268, primo maggio 1819. «Da suor Serafina Angelica Montanelli vitaliziata per l’annata scaduta il 30 aprile prossimo passato pagò suor Lucia Giannini camarlinga del ripristinato monastero di S. Lino di Volterra L. 266»; anche in 976, Rette e vitalizi. 7 luglio 1820»; 976, Imposizioni, gravezze e altri obblighi. 31 dicembre 1820. «A suor Serafina Angelica Montanelli per un’annata di frutti scaduta il 27 novembre d’un censo in sorte di s. 50 L. 14»; 978, Da rette e vitalizi. 24 luglio 1821; 1268, 24 luglio 1821. «Da suor Serafina Angelica Montanelli vitaliziata per sua pensione ricevuta dalla camarlinga del ripristinato monastero di S. Lino… L. 266»; 981, Nota passive annue perpetue responsioni. 1822. «Al monastero di S. Lino per pensione vitalizia di suor Maria Teresa Ciulli L. 28;… di suor Cammilla Maffei L. 50;… di suor Angelica Montanelli L. 2… Al monastero di S. Lino per penzione di suor Metilde Pellegrinetti L. 45»; 1260, 1823. «Buoni alla reverenda Madre suor Serafina Angelica Montanelli come erede di suor Barbera dell’Agata per l’inizio del fondo calculato al 4 per cento sopra l’annuo frutto di scudi due dovuto a detta religiosa Montanelli per il censo creato da detta religiosa Dell’Agata contro il conservatorio L. 50»; anche in 983, 1834. 31 dicembre 1834. «Agli appresso conti in pareggio del prestante per la morte funesta fino del 1831 della Montanelli che sopra…»; per le opere commissionate da suor Montanelli v. note 27, 36; Archivio di Stato di Pisa (ASPI), Corporazioni religiose soppresse dal governo francese, Inventario 14, 2197, Maria Teresa Montanelli Serafina Angela (sic) anni 50 nel 1808 di Fucecchio vestita 1772 professa 1773 da S. Chiara di Castelfiorentino.
8 Furono convittrici stabili per diversi anni suor Gertrude Desideri, suor Giuseppa Melelli, suor Maria Rosa Fabbri, suor Metilde Pellegrinetti, v. ASCSLSP, 974, Rette. 1818 e anche negli anni seguenti (pagamenti trimestrali della retta); 974, «Al quindici del mese di luglio mille ottocento diciassette in Volterra. Io suor Metilde Pellegrinetti convittrice ed in deposito nel conservatorio di S. Pietro già S. Lino di questo città ho ricevuto dal sig. Iacopo Marchi esattore e camarlingo del consevatorio suddetto lire cento venti due soldi tredici, e denari 4, residuo della mia pensione ritirata dal suddetto questo istesso giorno, della somma di L. 301 per un annata scaduta il 30 aprile prossimo passato dal sig. cav. Mario Maffei operaio del monastero da ripristinarsi nell’antico locale di S. Lino, avendo passato al suddetto sig. camarlingo L. 178.6.8. per retta dovuta alla amministrazione del conservatorio di mesi sette e giorni quattro contando dal 27 gennaio prossimo passato a tutto il 31 agosto prossimo avvenire conforme vedesi al dazzaiolo a giornale a me contanti dico L. 122.13.4 [segue la firma]»; 974, A dì 16 agosto 1817 in Volterra. «Io infrascritta suor Rosa Maria Fabbri convittrice nel conservatorio di S. Pietro già S. Lino ho ricevuto dal sig. Iacopo Marchi lire quarantuna e soldi due che tante mi spettano avendo il medesimo ritirato dal Demanio di Piombino per un trimestre di mia penzione a tutto il trenta giugno prossimo passato lire 87.10 e rilasciato nelle mani del predetto sig. Marchi lire 46 e soldi 8 per retta di mia sussistenza dal 13 maggio prossimo passato a tutto il trenta giugno scorso raguagliando la mia retta a ragione della pensione accordata dal Governo di scudi 60 a me contanti dico L. 41 e 2 [segue la firma]»; 974, A dì 7 maggio mille ottocento diciotto da Volterra. «Io infrascritta suor M. Metilde Pellegrinetti come un individuo addetto all’Imperiale e R. Conservatorio di S. Pietro, ricevo dal sig. Iacopo Marchi lire cento soldi e 8 che tanti à ritirati dal nobil uomo sig. cav. Mario Maffei Operaio del ripristinato Monastero di San Lino per mia pensione alla ragione di s. 43 l’anno e ciò per cinque mesi completi a tutto il 30 settembre 1817 avendo pagato l’amministrazione del conservatorio nella qualità di convittrice per il mese suddetto settembre a forma del dazzaiolo corrente chiamandomi saldata e per sempre soddisfatta cessando qualunque retribuzione per fare parte dell’attual Famiglia di questo conservatorio di san Pietro a me contanti dico L. 100.6 [segue la firma]»; 1268, 20 marzo 1819. «Da suor Giuseppa Melelli di Piombino addetta alla famiglia direttrice per un trimestre di retta a tutto il 18 dicembre prossimo passato 1818 L. 87.10»; 17 aprile 1819. «Da suor Gertrude Desideri di Piombino addetta alla famiglia direttrice del conservatorio per un trimestre di trimestre di retta a tutto il 18 marzo scaduto a forma di quanto le passava mensilmente il Governo L. 87.10»; 17 aprile 1819. «Da suor Rosa Maria Fabbri di Piombino come sopra per un trimestre di retta… L. 87.10»; 977, 1820. Nota di educande probande convittrici… rette. «È stato accordato a queste tre religiose dall’I. R. Governo di pagare soli s. 43 come dal Rescritto dei 20 marzo 1820 invece delli scudi 50 annui che prima pagavano»; 979, «Saldo dell’amministrazione del R. Conservatorio di S. Lino in S. Pietro di Volterra tenuta da suor Maria Rosa Fabbri, e suor Fedele Carradori camarlinghe per l’anni 1821 e 1822»; 981, Nota passive annue perpetue responsioni. 1822. «Al monastero di S. Lino per penzione di suor Metilde Pellegrinetti L. 45. Furono convittrici temporanee suor Luisa Saccardini e suor Gertrude Cai, v. ASCSLSP 965, 22 settembre 1810. «A compra di mobilia. Alla dama Luisa Saccardini camarlinga del soppresso monastero di S. Chiara come appresso …»; 1267, 18 settembre 1814. «Dalla signora Luisa Saccardini convittrice del conservatorio per un trimestre anticipato a L. 35 il mese … L. 105»; 1267, 11 dicembre 1814. «Dalla sig. Luisa Saccardini convittrice … pagò la signora Contugi L. 105»; 974, Rette. 31 dicembre da 1818. «Da suor Luisa Saccardini convittrice per saldo di sua retta arretrata al 1 marzo 1817 giorno in cui abandonò il convitto L. 94.10»; ASCSLSP, 983, Educande e convittrici. Stato del 1834 riferisce al 1822 … Cai suor Gertrude, v. anche nota 4. Convittrici secolari, ASCSLSP, 1268, 22 novembre 1819. «Dalla nobil donzella la sig. Anna Incontri di Volterra nella qualità di convittrice per un trimestre di retta conforme fissò il sig. cav. Giulio Maffei operaio … L. 72»; 976, Rette e vitalizi. 15 aprile 1820; 1268, 30 giugno 1820; 978, 1821. Da rette e vitalizi. 10 gennaio 1821; 976, 3 novembre 1820. «Dalla sig. Benvenuta Salvetti convittrice … L. 72»; 1268, 23 marzo 1821. «Dalla nobil donzella Benvenuta Salvetti di Volterra convittrice per un trimestre di retta a L. 24 il mese … L. 72»; 1268, 11 luglio 1822. «Dalla nobil donzella sig. Anna Incontri convittrice per il trimestre di retta … pagò il sacerdote Giuseppe Masselli L. 72». 983, Educande e convittrici. Stato al 1834. Moratti Caterina 25 luglio 1829; Cangini Francesca 8 settembre 1831.
9 ASCSLSP, 975, 1818. Osservazioni a un prospetto «La retta che le altre educande pagano non è per tutte uniforme per la ragione che non solo l’uso antichissimo del conservatorio porta che le figlie degli abitanti della città di Volterra paghino una retta minore delle estranee, ma ancora perché è stato modernamente fatto un aumento di retta, al quale non si è creduto dovere assoggettare quelle che occupavano antecedentemente i posti di educande». 10 ASCSLSP, 968, Dalle sig. educande. 30 settembre 1813. Dalla sig. Franciosi L. 63; dalla sig. Zannetti L. 84 [importi in lire]; 1259, 23 ottobre 1813. «Dalla sig. Franciosi convittrice L. 63»; dalla sig. Zannetti convittrice L. 84; 969, Entrata. 1813. «Dall’educande F. 357»; 1267, 1814 21 maggio 1814. «Dalla sig. Lucrezia Franciosi educanda nel conservatorio per tre mesi di retta … alla ragione di L. 21 il mese ricevuti per mano del sig. Giuseppe Tacconi … L. 63»; 1267, 15 giugno 1814. «Dalla sig. Elena Fortini stata educanda nel conservatorio per un mese a tutto il 10 stante … pagò Antonio Mariani L. 21».
11 ASCSLSP, 974, 8 agosto 1818. «Al Magniolfi per n. cinque copie, che quattro servite per il sig. cav. operaio e una per mandarsi a stampare per farne n. 150 esemplari di manifesti per le giovani, che vogliono entrare per educande nel conservatorio L. -.13.4»; 974, 20 agosto 1818. «Per importare n. 150 manifesti fatti stampare a Firenze al sig. Angelo Bargigli per l’ammissione dell’educande nel conservatorio a forma della minuta rimessa, il tutto d’ordine del sig. Operaio … L. 7.6.8»; 983, Educande e convittrici. Stato al 1834 (è un riepilogo che comprende vari anni). Sono elencate: Riccobaldi del Bava Urania, Riccobaldi del Bava Barbera, Cai Anna, Cai Elena, Cai Elettra (sic), Gotti Clementina, Melini Ernesta, Samminiatelli Bianca, Birelli Elisabetta, Marchionneschi Anna, Melini Eulania, Birelli Lucrezia, Buonamici Emilia, Volterri Eufemia, Cangini Carolina, Flachi Carolina, Grandevitter Zita, Birelli Giustina, Grilli Giulia, Casamarte Enrichetta, Incontri Amalia, Riccobaldi del Bava Lidia, Baffo Teresa, Pilastri Teresina, Parini Giuseppa, Falchi Maria, Pampaloni Agata, Cangini Carolina, Manetti Maddalena.
12 v. nota 11; ASCSLSP, 1268, 13 marzo 1821. «Dalla sig. Clementina Gotti di Terricciola educanda per un trimestre di retta a L. 30 il mese … L. 90»; 1268, 5 marzo 1821. «Dal nobil uomo sig. cav. Raffaello Samminiatelli di Pisa per un trimestre di retta della sua figlia sig. Bianca educanda … L. 84»; 1268, 6 luglio 1822. «Dalla sig. Ernesta Melini di Firenze educanda per il trimestre … L. 90»; 1268, 26 gennaio 1822. «Dall’ecc. sig. d. Marciali poestà di Monte Verdi per retta della sig. Maddalena Bertes educanda in acconto del trimestre … alla ragione di L. 30 il mese pagò L. 50»; Emilia Felice Raikem battezzata il 15 agosto 1821 figlia di Antonio Raikem di Liegi medico condotto di Volterra dal 1815, coniuge di Luisa Corsi, morto a Liegi l’11 ottobre 1862, Mario Battistini, Antonio Raikem, di Liegi, Medico in Toscana, in «Ricerche storiche volterrane», 1998, pp. 772 ss.
13v. nota 9 e ASCSLSP, 983, Educande e convittrici. Stato al 1834. Educande gratuite. Inghirami Lidia 12 marzo 1824; Incontri Amalia 7 agosto 1829; Incontri Adelaide 11 ottobre 1820; Galeotti Carolina 3 maggio 1827; Cangini Francesca [lo stesso]; Raikem Emilia 18 dicembre 1829.
14 ASCSLSP, 976, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1818. Osservazioni C. Cresce questa responsione atteso che fino dal dì primo aprile del corrente anno l’educande pagavano del proprio, contro i disposti del regolamento il maestro di scritto il cui onorario è stato portato per il futuro a carico dell’amministrazione alla ragione di scudi due e lire sei il mese. Nota di passive annue perpetue responsioni. 1818. «Al maestro di scritto, arimmetica e leggere delle educande …»; A spese di provisioni e salari. 30 giugno 1819. «Al Sacerdote Raimondo Iovi per un trimestre d’onorario come maestro di scritto ed abbaco dell’educande … L. 60»; A spese di provisioni e salari. 30 giugno 1820. «Al maestro di scritto sig. Iovi come sopra L. 120; 979, A provisioni e salari. 30 giugno 1821; 983, Salariati. 1833. «Al sacerdote Iovi per salario di un anno come maestro alle convittrici L. 280; Salariati. 1834. «Al sacerdote Raimondo Iovi maestro delle educande per un anno a tutto dicembre 1834 L. 280»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Maestri. 1835. «Sacerdote Raimondo Iovi di leggere scrivere e abbaco delle educande L. 280 … Sacerdote Tersilio Callai di storia, e geografia delle educande L. 100»; 983, Spese diverse. 1834. «Al canonico Adeodato Leoncini per costo di un globo terrestre e di un atlante per uso della scuola di Geografia L. 30».
15 Ircani Menichini, Il monastero…, cit.
16 ASCSLSP, 965, Salariati. 30 settembre 1810. «A Giuseppe Magniolfi maestro di scritto L. 14 [al mese, pagato per settembre, ottobre, novembre, febbraio]»; 967, A salariati. 30 aprile 1812; 969, Provisioni e salari. 31 dicembre 1813; 972, Spese di provisioni e salari. 30 settembre 1816. «A Giuseppe Magniolfi maestro di leggere e scrivere delle scuole pubbliche del conservatorio per suo onorario di mesi quattro a L. 20 il mese a tutto settembre 1816 L. 80»; 973, Spese di provisioni e salari. 30 settembre 1817. «A Giuseppe Magniolfi maestro di leggere, e scrivere delle scuole pubbliche del Conservatorio per un semestre di suo onorario a tutto settembre detto a L. 20 al mese L. 120»; 1267, 30 settembre 1817; 974, 19 settembre 1818. «Per un mazzo di penne per uso … maestro delle scuole pubbliche L. 1.10»; 976, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1818; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1819. «Al sig. Giuseppe Magniolfi maestro di scritto delle pubbliche scolare esterne per un semestre di suo onorario L. 120»; A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1820; 979, A provisioni e salari. 30 giugno 1821. «Al maestro di scritto e leggere sig. Magniolfi per un semestre di provisione L. 120»; A Spese di provvisioni e salari. 30 giugno e 31 dicembre 1822. ASCSLSP, 1267, 9 agosto 1814. «Dalla sig. Gracidiana Pagnini per mesi tre di retta dal 3 maggio prossimo passato a tutto il 3 stante pagò contanti la medesima a L. 14 il mese L. 42»; 976, 1818 Nota degli individui componenti la famiglia religiosa … «Greciniana Pagnini maestra …»; v. nota 4. ASC-SLSP, 983, Salariati. 1833. «Alla sig. Placidia Bagnolesi supplente alle pubbliche scuole per un anno L. 60»; Salariati. 1834. «Alla sig. Placidia Bagnolesi per sei mesi come maestra supplente L. 30». Su Gaetano Guerrieri, ASCSLSP, 983, Salariati. 1833. «Al sacerdote Guerrieri per provisione di mesi sei come maestro alle pubbliche scuole L. 180»; Salariati. 1834 e 1835; 984, Spese fisse annue ordinarie. Maestri. 1835. «Sacerdote Gaetano Guerrieri, di scritto abbaco e leggere delle pubbliche scuole L. 360»; 973, Riparazioni, mantenimenti, gite, perizie coloniche, e coltivazioni. 31 luglio 1817. «A Mario Pagnini per vernice data ai finestroni delle scuole pubbliche, e altre del conservatorio L. 23.10»; 974, 12 novembre 1818. «Per compra di tre esemplari di dottrine catechistiche a dialogo per uso delle scuole pubbliche del conservatorio e acquistate dal sig. camarlingo del Seminario vescovile di Volterra L. 1.13.4»; »; v. anche nota 14; cfr. MartaBartolini, Catechesi in diocesi di Volterra. Dalle origini all’inchiesta del 1854, Siena 1998, pp. 38, 39.
17 ASCSLSP, 969, 15 aprile 1814. «Visto da me sottoscritto commissario civile del conservatorio di S. Lino in S. Pietro di Volterra Giorgi»; 971, 31 marzo 1816. «Al suddetto sig. Marchi per rimborso di altri e tanti spesi per vetture di cavalli, trattamento e altro occorso nelle gite fatte d’ordine del sig. operaio alle case colone e altrove per interesse del conservatorio L. 60»; 972, Spese diverse e generali. 22 giugno 1816. «Al sig. Francesco Giorgi operaio del nostro conservatorio per accesso e recesso a Firenze per trattare col Segretario del Regio Diritto per affari del nostro conservatorio L. 106.13.4»; 973, Riparazioni, mantenimenti, gite, perizie coloniche e coltivazioni. 31 dicembre 1817. «A Niccolò Quoqui e per esso a Francesco Cinci come affittuari dell’infrantoio da olio per i risarcimenti occorsi in quel locale ordinati dall’operaio fu sig. Francesco Giorgi nel gennaio 1816 L. 13.13.8»; Spese diverse e generali. 20 agosto 1817. «A Filippo Mannucci agente del sig. Paolo Incontri per spese occorse nella permuta di terreno e apposizione di termini in tale circostanza … al tempo del sig. Francesco Giorgi operaio L. 17.11». Su Giulio Maffei, v. nota 41 e ASCSLSP, 974, 21 maggio 1818. «Per uno spedito nella persona di un contadino al sig. cav. Giulio Maffei operaio alla sua villa di S. Donnino con lettera per avvisarlo che mancavasi il vino e per l’approvazione di provvederlo dall’Ormanni … L. -.13.4»; 9 giugno 1818. «Speso per tre fogli bollati d’un paolo abbisognati per tre suppliche a S. M. I. R. fatte dal sig. cav. Giulio Maffei operaio, unitamente a due memorie al sig. Segretario del R. Diritto fatte dal procuratore Emiliani e copiate dai suoi giovani di studio … L. 4»; 11 settembre 1818. «Per aver fatto portare ad un uomo L. 300 da casa dell’infrascritto al quartiere dei sig. cav. Giovanni Guidi, avendoli presi a censo dal conservatorio a nome del sig. cav. Giulio Maffei»; 18 novembre 1818. Per uno spedito a Monte Ruffoli al sig. cav. Giulio Maffei operaio per renderlo inteso della strada disegnata per il podere del Cavallaro … L. 3.6.8»; 975, 1818. Avvertenze. «Si noti che l’amministrazione dell’anno antecedente 1817 non fu che di soli mesi nove atteso che l’anno economico dell’amministrazione del conservatorio aveva per l’avanti principio dal dì I aprile di ciaschedun anno sistema che fu poi variato dall’attuale operaio al momento del suo ingresso seguito il dì I gennaio 1818 avendo ordinato al procuratore che esercitò le funzioni di operaio interno dal dì 22 febbraio fino al 31 dicembre 1817 di chiudere la sua amministrazione provisoria e rimetterne i conti per la revisione e approvazione alla Segreteria del R. Diritto»; 983, Appunti presi sull’amministrazione del conservatorio di S. Pietro sulle entrate e uscite del medesimo dall’anno 1819 al anno 1834 prese in complesso … il cav. Giulio Maffei cessò di essere operaio il 2 giugno 1820 ed in detto giorno fu eletto operaio il sig. Inghiramo Inghirami. ASCSLSP, 983, Schiarimenti interessanti la revisione dell’amministrazione tenuta dal sig. cav. Inghiramo Inghirami dal 1822 al 1834 inclusive; Paolo Ferrini, La rivolta antifrancese del 1799, in «Rassegna Volterrana», LXX, 1984, pag. 382.
18 ASCSLSP, 965, A salariati. 31 marzo 1811. «A Giuseppe Pucini riscuotitore del contante del conservatorio L. 350»; 966, A salariati. 31 luglio 1811; 1259, 1812. «Cassa di denaro contante in mano di Giuseppe Pucini»; 967, «Rendimento di conti di Giuseppe Pucini amministratore del Conservatorio di S. Lino di Volterra dal dì 31 marzo 1812 al 31 marzo 1813»; 968, «Rendimento di conti di Giuseppe Pucini amministratore del Conservatorio di S. Lino di Volterra dal dì 31 marzo al 30 settembre 1813 che sono mesi 6». ASCSLSP, 969, Rendimento di conti fatto da Iacopo Marchi al Governo per il tempo sotto dal primo ottobre 1813 epoca del suo esercizio attivo in qualità di ricevitore del Conservatorio di S. Lino in S. Pietro, come dal decreto del +++ de 22 settembre 1813 comunicatole dal sig. Giovanni Guidi sotto prefetto del Circondario di Volterra a tutto il 31 marzo 1814»; Provisioni e salari. 31 marzo 1814; «Il presente borderò … A Volterra lì 15 aprile 1814». Iacopo Marchi»; 971, 31 marzo 1816. «Al sig. Iacopo Marchi nostro esattore per suo rimborso … per aver fatto cavare dal pubblico archivio di Firenze diversi contratti di debitori per intentare la causa contro i medesimi ed altro documenti occorsi all’oggetto, carta, penne inchiostro ed altro non solo per lo scrittoio dell’operaio, esattore, camarlinga dell’interno e provisioniere, come da nota L. 129.12» … «Al suddetto sig. Marchi per rimborso di altri e tanti spesi per vetture di cavalli, trattamento e altro occorso nelle gite fatte d’ordine del sig. operaio alle case colone e altrove per interesse del conservatorio L. 60»; 973, 31 dicembre 1817. «Al sig. Iacopo Marchi esattore e camarlingo per suo rimborso di altri e tanti spesi ne corso di mesi nove a tutti dicembre 1817 per i bisogni dello scrittorio consistenti in carta per uso del medesimo, camarlinga dell’interno, provisioniere, penne, inchiostro, e olio per la sera, porto di denari dei debitori esteri, copie di documenti abbisognati, carta reale per i rendimenti di conti, dazzaiolo, copie del medesimo, carteggio missivo, responsivo ed altre L. 106.3.4»; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1819. «Al esattore sig. Iacopo Marchi per un semestre di sua provisione L. 280»; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1820; 979, A provisioni e salari. 30 giugno 1821; 980, Dare e avere di cassa delle madri camarlinghe. 1823. «Ritirano dall’esattore Marchi dal gennaio al giugno L. 2030 … Ritirano dall’operaio in mancanza dell’esattore L. 1581.2.8. – Ritirano dal nuovo esattore Galeotti L. 16290.17.4»; Memorie estratte dai libri del conservatorio di S. Lino in S. Pietro. «Il giornale tenuto dall’esattore Iacopo Marchi resulta avere esso bene e fedelmente amministrato e pareggiare le partite d’entrata e uscita fino a quel giorno 31 dicembre 1820». ASCSLSP, 983, Spese diverse. 1831. «Al sig. Galeotti per rimborso d’acqua nitrata argentaria L. 19.11.8»; Spese diverse. 1833. «Al sig. Giusto Galeotti per rimborso dello speso nella mobilia delle nuove stanze L. 200» … «Al sig. Galeotti per rimborso di spese fatte per lo scrittoio L. 59.6.8»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Impiegati. 1835. «Sig. Galeotti Giusto Esattore L. 560».
19 Su Giuseppe Pucini, v. nota 18 e ASCSLSP, 963, A spese per l’amministrazione. 25 luglio 1809. «A Giuseppe Pucini agente del conservatorio per rimborso di altrettante spese per una gita fatta a Firenze per l’affare dei luoghi di Monte … F. 24.34»; 965, A spese impreviste. 1 dicembre 1810. «A Giuseppe Pucini agente per una gita fatta a Livorno con ordine del sig. Commissario L. 29». ASCSLSP, 966, A salariati. 31 luglio 1812. «Ad Antonio Callai provisioniere per salario di mesi 4 F. 58.80»; A spese impensate. 31 luglio 1811; 969, Vitto. 22 ottobre 1813; 970, A spese di chiesa. 23 settembre 1814. «A Antonio Callai provisioniere per rimborso delle spese occorse della festa di S. Lino L. 59.13.4»; 970, 25 marzo 1815. «A Antonio Callai per le mance agli inservienti della chiesa nella Pasqua di Resurrezione L. 14»; 971, A spese di chiesa. 19 maggio 1815; 25 luglio 1815; 18 marzo 1816; 971, Spese diverse e generali. 1816; Spese diverse e generali. 31 marzo 1816. «A Antonio Callai per due lumi all’inghelese di latta con cristalli pel refettorio L. 34»; 972, Spese di chiesa. 13 aprile 1816. «A Antonio Callai nostro provisioniere per suo rimborso delle mance solite dare nella ricorrenza della Pasqua di Resurrezione L. 14»; 1267, 30 settembre 1817; 31 ottobre 1817. «Al suddetto Callai per altretanti spesi in acconcimi, risarcimenti interni, materiali abbisognati nella fabbrica del conservatorio L. 29.6.8»; 973, 31 dicembre 1817. «Al suddetto come proprietario dello stanzone che serve d’arsenale, e magazzino, ed altro per pigione di mesi dieci a tutto dicembre 1817 L. 16.13.4»; 1267, 30 settembre 1817. «Ad Antonio Callai per tanti fatti pagare ai salariati addetti al conservatorio per un mese come da ricevuta L. 21.6.8»; «per vitto ordinario e giornaliero L. 363.18.4»; «… in occasione de risarcimenti occorsi nella fabbrica L. 70»; «… per tanti pagati e fatti pagare per i bisogni della chiesa nella circostanza della festa di S. Lino come da nota L. 14.4»; 975, 1817-1818. «Note di passive annue responsioni. «Al Callai Antonio per pigione d’uno stanzone annesso alla fabbrica del conservatorio …»; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1819. «Ad Antonio Callai per semestre di suo salario L. 168»; 1268, 20 marzo 1819. «Dal Callai provisioniere e custode del magazzino di legname per vendita fatta di due tavole di noce dell’arsenale L. 3»; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1820; 979, A provisioni e salari. 30 giugno 1821; 983, Salariati. 1833, 1834. «Al Callai provvisioniere a tutto giugno … L. 336»; Schiarimenti interessanti la revisione dell’amministrazione tenuta dal sig. cav. Inghiramo Inghirami dal 1822 al 1834 inclusive … Il mandato sopracitato è quietanzato dal Callai. Quest’uomo però a quell’epoca per l’avanzata età di circa ottanta anni era fatto inabile e quasi non usciva più di casa; per quello che si rileva dalla di lui nuora e dal sacerdote di lui nipote non lo avevano mai riconosciuto creditore per rilevanti somme del conservatorio …»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Servizio. 1835. Antonio Callai provvisioniere L. 336; per l’abitazione v. ASPI, Catasto Toscano e Tavola indicativa, Sezione U, 1118-1119; ASCSLSP, 983, Salariati. 1833. «Al Matteini come agente del conservatorio per onorario a tutto l’anno L. 100»; Salariati. 1834. «A Giovanni Matteini provvisioniere per un anno L. 100».
20 ASCSLSP, 963, 28 dicembre 1809. «Al computista Giuseppe Tenucci per rimborso di spese fattein vetture e per essere stato spedito a Firenze alla liquidazione, al Burò del Demanio di S. Miniato, al Burò della Prefettura di Livorno per ricavare le notizie dai libri del soppresso monastero di S. Pietro di Volterra e a S. Miniato per trovare le notizie sui libri del soppresso monastero di S. Chiara di Castelfiorentino per potere ritirare dal governo due crediti che per quello di S. Pietro F. 6958.42 e per quello di Castel Fiorentino F. 962.02 senza le quali notizie non si poteva far la petizione alla liquidazione … L. 139.09»; 963, 31 marzo 1810. «Al computista sig. Giuseppe Tenucci per avere ricevuto le consegne del Demanio al ripristinamento del conservatorio per aver fatti due bilanci che uno alle consegne, e l’altro per il conteggio a firma dell’ordine di S.E. il ministro delle Finanze di Parigi con far dimostrazioni raddoppiate per avere messo in pari il vecchio campione dei nomi dei debitori e creditori in n. 36 per l’anno 1803.1804.1805.1806.1807.1808 per verificare il loro debito per suo incomodo per essere stato mandato a Firenze, a S. Miniato, a Livorno e indi a Firenze per cui ha ritrovato un credito in vantaggio del conservatorio di F. 7920.44. Per aver fatto lo stato attivo e passivo in doppia copia, che una copia mandata alla Prefettura con la risposta ai quesiti e l’altra restata al conservatorio sotto il 20 agosto 1809 per aver improntato un nuovo campione per aver fatto il presente bilancio, e stato attivo e passivo del Patrimonio all’epoca del 31 marzo 1810 e finalmente per averci assistito in tutto il tempo della presente amministrazione in tutto ciò che interessa questo patrimonio F. 600.00»; 965, 31 marzo 1811. «Al sig. Giuseppe Tenucci computista e procuratore per sua provvisione di un anno L. 120»; 966, A salariati. 31 luglio 1811. «Al sig. Giuseppe Tenucci computista per salario di mesi 4 F. 94.08»; 969, Provisioni e salari. 5 novembre 1813. «Al sig. don (sic) Giuseppe Tanucci computista in saldo di suo onorario a tutto settembre 1813 L. 490». ASCSLSP, 974, 27 dicembre 1818. «Al sig. Sebastiano Luchini scritturale per aver rigato il giornale d’amministrazione del presente anno in n. 64 facciate …»; 975, 1817-1818. «Note di passive annue responsioni. «Al Luchini computista per suo onorario …»; 976, A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1819. «Al sig. Sebastiano Luchini computista per un semestre scaduto a questo giorno di sua provvisione L. 65»; 976, A Spese di provisioni e salari. 31 dicembre 1820; 976, 1820; 979, A provisioni e salari. 30 giugno 1821; 983, 1830. Spese diverse. «Al Luchini computista per diversi lavori straordinari fatti L. 42»; Spese diverse. 1833. «Al Luchini computista per gratificazione di lavori fatti L. 40»; Salariati. 1833. «Al Luchini computista per salario d’un anno L. 350»; Salariati. 1834. «Allo scrivano per salario di un anno a tutto dicembre L. 350»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Impiegati. 1835. «Sig. Sebastiano Luchini computista L. 350».
21 ASCSLSP, 965, Salariati. 30 settembre 1810. «A Giovanna Santi servigiala L. 5»; Salariati. 30 novembre 1810. «A Niccola Santi ortolano L. 8»; 967, A salariati. 30 aprile 1812»; … «Alla Santi servigialaL. 3.6.8»; 969, Provisioni e salari. 31 dicembre 1813. «A Niccola Santi ortolano del conservatorio per suo salario di un mese … L. 3.6.8»; 976, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1818. «All’ortolano Mannucci in attività per mesi tre di salario avendo accordato il riposo all’ottuagenario Niccola Santi antico ortolano …»; 977, Nota di passive annue perpetue responsioni. 1820. «A diversi inservienti, provisioniere, fornaio, servigiala, ortolano ed ortolano in riposo … L. 98.2»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Servizio. 1835. «Giuseppe Barbieri ortolano L. 120 … Pietro Mannucci garzone L. 120 … Luisa Baldini servigiala L. 60». Altri diversi in ASCSLSP, 967, A salariati. 30 aprile 1812. «Ad Antonia dello Sbarba serva di cucina L. 2»; 31 maggio 1812. «Ad Elisabetta Trafeli sguattera L. 2»; 969, Provisioni e salari. 31 dicembre 1813. «A Giuditta Lazzeri servigiala in luogo di Annunziata Lazzeri per suo salario del mese di dicembre 1813 L. 3.6.8»; Provisioni e salari. «A Elisabetta Trafeli serva di cucina del conservatorio per suo salario di mesi cinque a tutto marzo 1814 L. 10»; 974, 2 giugno 1818. «Per provista di due granate di saggina per uso delle scuole publiche del conservatorio da consegnarsi alla servigiale, e due gratini per lo scrittoio in tutto L. 1.16.8»; 976, A Spese di provisioni e salari. 31 luglio 1820. «A diversi inservienti del conservatorio per loro salario del corrente mese L. 29.6.8»; 983, Salariati. 1833. «Ai soliti inservienti per un anno L. 425.6.8»; su Emilio Emiliani v. nota 17 e ASCSLSP, 972, Spese di provvisioni e salari. 30 settembre 1816. «Al sig. dott. Emilio Emiliani nostro procuratore per suo onorario di un semestre secondo il convenuto col sig. operaio, tutto settembre 1816 L. 120»; proseguono pagamenti negli anni seguenti; 979, A provisioni e salari, 30 giugno 1821 … «per un semestre di provvisione L. 120».
22 ASCSLSP, 964, Stato passivo al 31 marzo 1810. Debiti trovati all’epoca della soppressione. 15. «Al sacerdote Giuseppe Crudeli stato confessore per saldo di salario F. 143.64»; 20. «Ad Antonio dell’Uliva Cherico per saldo di salario F. 70.56»; 965, Salariati. 28 febbraio 1811. «Al sig. arcidiacono Giorgi per funzioni straordinarie come come nuovo confessore L. 20»; 31 marzo 1811. «Al sig. arcidiacono Giorgi confessore per salario di mesi 2 1/2 a tutto marzo suddetto L. 52.10 al suddetto per avere predicato nella Quaresima L. 20»; 966, A spese di chiesa. 30 aprile 1811. «Al cherico Mariani per avere assistito alla chiesa la settimana santa L. 4»; 967, A salariati. 26 maggio 1812. «Al cherico Mariani per saldo di salario a tutto marzo prossimo passato L. 17.35.28»; 969, Spese di chiesa, arcidiacono Giuseppe Giorgi «per messe cantate nell’oratorio del conservatorio dal 1 gennaio 1812 a tutto novembre 1813»; Provisioni e salari. 31 dicembre 1813. «Al cherico Mariano Mariani per salario di un mese come sopra come cherico e inserviente della chiesa L. 7»; 970, A spese di chiesa. 30 settembre 1814. «Al sig. arcidiacono Giuseppe Giorgi confessore ordinario per sua provisione di mesi sei a tutto settembre 1814 L. 168 al medesimo per messe n. 260 celebrate e fatte celebrare nella chiesa del nostro conservatorio nel semestre a tutto settembre 1814 L. 260.6.8»; 7 novembre 1814. «Al sacerdote Agostino Moneta per la soddisfazione di obblighi inerenti al conservatorio L. 20.6.8»; 31 marzo 1815. «Al sacerdote Agostino confessore ordinario per sua provisione di mesi cinque a tutto marzo 1815 L. 223»; 971, A spese di chiesa. 15 maggio 1815. «Al sacerdote Agostino Moneta per sua retribuzione in occasione di aver dato i soliti esercizi spirituali per lo spazio di giorni dieci agli individui del nostro conservatorio L. 20»; 30 settembre 1815. «Al sacerdote Agostino Moneta per gratifica e per rimborso … ad altri sacerdoti e cherici nella ricorrenza della ripristinata novena di S. Lino L. 57.3.4»; 30 settembre 1815. «Al chierico Secondo Callai inserviente della chiesa del conservatorio per sua provvisione di mesi da primo aprile 1815 a tutto settembre detto L. 42»; 30 settembre 1815. «Al sacerdote Agostino Moneta confessore ordinario per messe celebrate e fatte celebrare nei giorni festivi e feriali nel corso di mesi sei a tutto settembre 1815 L. 293.6.8»; 18 marzo 1816. «Al cherico Secondo Callai inserviente della chiesa del conservatorio per sua provisione di mesi sei … L. 42»; 972, Spese di chiesa. 23 dicembre 1816. «Al cherico Secondo Callai per le solite mance da darsi al confessore e al medesimo nella ricorrenza del S. NataleL. 14»; 1267, 30 settembre 1817. «A Secondo Callai chierico inserviente … L. 42»; 31 ottobre 1817. «Al sig. canonico Agostino Moneta confessore ordinario per la soddisfazione degli obblighi di messe celebrate e fatte celebrare … L. 321»; 976, A Spese di provvisioni e salari. 30 giugno 1819. «Al sig. canonico Ducci per un trimestre d’onorario come confessore a tutto questo giorno L. 168 … Al cherico Secondo Callai per un semestre di provvisione L. 42»; A spese di chiesa. 30 giugno 1819. «Al sig. canonico Ducci confessore ordinario per celebrazione di messe dette e fatte dire in soddisfazione d’obblighi L. 274.13.4»; A Spese di provisioni e salari. 30 giugno 1820. «Al confessore sig. canonico Ducci per un semestre di provisione L. 168» … «Al chierico Callai per come sopra L. 42»; 979, A spese di chiesa. 30 giugno 1821. «Al canonico Ducci per aver sodisfatto gl’obblighi del presente semestre L. 127.13.4»; A provisioni e salari. 30 giugno 1821. «Al chierico Callai per un semestre di provvisione L. 42» … «Al sig. canonico Ducci confessore ordinario per un semestre d’onorario L. 168»; 983, A sodisfazione d’obblighi. 1830. «Al sacerdote Moneta cappellano per come sopra L. 122.13.4» … «Al sig. canonico Tommaso Bava per messe celebrate … L. 131.6.8» … «Al canonico sig. Tommaso Bava per n. 102 messe di sacrificio celebrate in mesi 6 al 30 giugno 1833 L. 130»; A spese di chiesa. 1830. «Al sig. canonico Bava confessore per onorario dell’anno 1831 L. 336» … «Al cherico Passerini per salario d’un anno … L. 126»; 1831. [allo stesso] L. 84»; A sodisfazione d’obblighi. 1831. «Al cappellano Tersilio Callai per come sopra dal primo gennaio 1831 al 31 dicembre detto L. 288.3.4»; A sodisfazione d’obblighi. 1833. «Al padre Giovanni Grisostomo Reverberi per messe celebrate in mesi sei L. 179». 6.8»; A sodisfazione d’obblighi. 1834. Sono segnati sempre padre Reverberi e Tersilio Callai; 984, Spese fisse annue ordinarie. Chiesa. 1835. Padre Giovanni Grisostomo Riverberi confessore L. 336 … Gustavo Passerini chierico L. 84. Esempi di confessori straordinari, in ASCSLSP, 972, Spese di chiesa. 20 luglio 1816. «Alla suddetta camarlinga per il confessore straordinario nella persona del sig. canonico Tabarrini L. 20»; 31 gennaio 1817. «Alla medesima per tanti pagati allo straordinario … don Giuseppe Gazzarri L. 20».
23 v. nota 22 e ASCSLSP, 646, Messe da celebrarsi ed applicarsi in soddisfazione dei legati pii appartenenti già al soppresso convento di S. Lino che a mente del Decreto di Riforma del primo ottobre 1836 alla chiesa del conservatorio di San Pietro …»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Obblighi. 1835. Uffiziatura ser Cheli messe circa n. 188 a L. 1.13.4 i giorni e L. due nei giorni festivi, così che un anno per l’altro importano L. 289»; «obblighi diversi che sodisfa il confessore messe n. 246 a L. 1 i giorni feriali e a L. 1.13.4 i giorni festivi L. 312»; messe n. 19 cantate; distribuzione ai cappellani per le dette messe cantate L. 48; distribuzione ai Cappellani «per la buona morte L. 40»; distribuzione ai suddetti «per la settimana santa e spese L. 60»; idem «per la festa di S. Pietro in Vincula L. 125»; «esercizzi L. 26.13.4»; «straordinario L. 26.13.4»; «diverse per approssimazione L. 20»; «consumo della cera in appalto L. 400 [totale] L. 1347.6.8»; 983, Spese di chiesa. 1829. L. 3818.16.4»; 983, A sodisfazione d’obblighi. «Al canonico sig. Tommaso Bava per n. 102 messe di sacrificio celebrate in mesi 6 al 30 giugno 1833 L. 130».
24 ASCSLSP, 970, 31 gennaio 1815. «Alla Bagnoli aiuto della camarlinga per caffé, zucchero, e cioccolata provista per le refezioni giornaliere del loro padre spirituale e confessore ordinario L. 43.6.8»; 31 marzo 1815. «N. B. … e più L. 14 delle mance del S. Natale al confessore, chierico, e sagrestano, compresi nelle spese diverse, non avendo considerato il consumo dell’olio per la lampada di chiesa … ascende la spesa di chiesa nel totale L. 3135.16.4»; 971, A spese di chiesa. 15 luglio 1815. «Alla medesima per lb. 12 cioccolata, lb. 6 caffé e lb. 42 zucchero per le refezioni … ai padri spirituali L. 44»; 972, Spese di chiesa. 30 settembre 1816. «A Eduvige Bagnoli camarlinga dell’interno per cioccolata, zucchero, caffé abisognato nel corso di mesi sei a tutto settembre per le solite refezioni, ed altre attenzioni solite usarsi agli ecclesiastici nell’intervento dei medesimi alle feste del conservatorio L. 74.3.4»; 983, A spese di chiesa. 1830. «Al suddetto per rimborso di refezioni al confessore e altri sacerdoti L. 120.6.8». Sulla distribuzione della Buona Morte, v. nota 23 e ASCSLSP, 966, A spese di chiesa. 30 novembre 1811. «Alle suddette per aver data la distribuzione ai cappellani il giorno dei morti F. 3.92»; 983, Spese diverse. 1830. Mancia agl’inservienti L. 14 per la Pasqua e l. 12 per il Natale L. 26»; 983, Spese diverse. 1831. Mancia agli inservienti nelle due solennità di Pasqua e Natale L. 24.
25 ASCSLSP, 965, Debiti. 31 marzo 1811. «N.B. Al presente se ne sodisfanno perché essendo traslata la cura di S. Pietro a S. Agostino vi si fanno dire le messe per comodo del conservatorio»; 966, A spese di chiesa. 30 aprile 1811. «A Scappini pittore per aver colorito un crocifisso L. 1»; 15 settembre 1811. «A Francesco Mariani legnaiolo per lavori fatti nella chiesa … F. 33.60»; A reparazioni. 18 marzo 1812. «A Giovanni Castrati muratore per avere spolverata la chiesa ed altri lavori F. 4.90»; 972, Spese di chiesa. 30 settembre 1816. «A Francesco Mariani legnaiolo per lavori fatti in chiesa L. 10.13.4»; 22 ottobre 1816. «A suor Eduvige Bagnoli camarlinga dell’interno per diversi riattamenti e lavori per la chiesa L. 10.9.8»; 983, Spese di chiesa 1829. «L. 3818.16.4» [notevole importo].
26 v. ASCSLSP, 966, A spese di chiesa. 30 aprile 1811. «Per far palmizi L. 1.10»; 970, A spese di chiesa. 3 aprile 1814. «Al medesimo [Giuseppe Giorgi] per rimborso di cera e distribuzione ai preti che assisterono alle funzioni della settimana santa L. 121.13»; 31 marzo 1815. «Al Callai per le spese del S. Sepolcro nella settimana santa L. 81.15.4»; 972, Spese di chiesa. 30 giugno 1816. «Alla suddetta camarlinga per l’acquisto di diversi oggetti per la chiesa consistenti in paramenti sacri, obblighi soddisfatti, funzioni di settimana santa L. 364.10»; 983, A spese di chiesa. 1830. «Speso nell’occasione delle funzioni della settimana santa L. 85.13.8»; ASCSLSP, 970, 31 gennaio 1815. «A Antonio Callai per cera provista per dispensarsi all’individui del nostro conservatorio nella solennità della Purificazione L. 24.10»; ASCSLSP, 970, 23 marzo 1815. «Alla Bagnoli aiuto della camarlinga per altri e tanti dati al padre predicatore della Quaresima delle prediche interpolate fatte nel Conservatorio L. 28». Interessante per conoscere le feste del conservatorio il registro 650, 1828. Registro della cera occorsa nel corso dell’anno …: Capo di anno all’altare maggiore, …63 candele se cade di mercoledì; Epifania; Purificazione; Domenica del Carnevale ceri e candele per l’esposizione del SS. Sagramento; S. Giuseppe, SS. «Nonziata»; «SS. Sepolcro altare maggiore e all’altare del sepolcro: ceri e candele di libbra 40.18; candele di mezza libbra per le ventole 16, per il triangolo candele 15, per la processione ceri 18, venendo monsignor vescovo torce, per il Lumen Christi candele d’once 3, Cero Pasquale 1»; Pasqua all’altar maggiore e ai sei altari; Domenica in Albis; Rogazioni; Ascensione; Pentecoste ai sei altari; Corpus Christi; S. Pietro e S. Paolo; S. Pietro in Vincoli, candele di libbra 8, candele di mezza libbra 12 all’altare del Crocifisso ceri e candele ai 5 altari 12.6, torce per accompagnare la reliquia 4; S. Chiara all’altare del Crocifisso; Assunta altare maggiore; Natività diMaria; SS. Rosario; S. Francesco all’altare del Crocifisso; Tutti i Santi; Morti, per il tumulo ceri e candele per le defunte sorelle, per il tumulo, 3 messe cantate per i benefattori; SS. Concezione; S. Caterina; S. Lucia; Natale con candele e ceri agli altari; S. Silvestro; S. Bernardino; Esposizioni di tutti i mercoledì, messe del confessore domeniche e mezze feste, giorni feriali 2 candele, N.B., a seconda delle classi dei santi, a secondo dell’occasione; messe del cappellano giorni di solennità, giorni feriali e festivi; per il gradino alle comunioni 4; Interno del conservatorio, novene e feste particolari 30; per la Candelora per ciascheduna cioè per la superiora una candela di 4 once, simile alla vicaria a tutte le altre oblate maestre, educande e serventi, 1 candela per ciascheduna d’once 2, al confessore una candela di una libbra, al cappellano una candela di once 4, al sig. operaio una candela di libbra, all’esattore di 4 once … [rovinato]. A lato è scritto che il I aprile 1828 Pietro Funaioli e compagni si obbliga a fornire la cera giornalmente … «per lire 400 fiorentine».Un secondo inserto ripete le feste con altra calligrafia: tra l’altro, primo agosto festa del santo titolare ceri 29; la messa solenne per le sorelle defunte è il 3 novembre; per il ringraziamento dell’anno il giorno di S. Silvestro ceri 20 candele 16.
27 ASCSLSP, 966, A spese di chiesa. 30 aprile 1811. «Per accomodatura della chiave del ciborio L. 13»; 970, 13 gennaio 1815. «Alla monaca Montanelli camarlinga per gallone occorso per rassettare diversi arredi sagri, e quanto altro vi è abisognato L. 161.18»; 13 febbraio 1815. «Alla suddetta per acquisto di un parato in terzo … per uso della sagrestia L. 452.15»; 31 marzo 1815. N. B. «… non avendo considerato il consumo dell’olio per la lampada di chiesa …»; 971, A spese di chiesa. 19 maggio 1815. «A Antonio Callai provisioniere del nostro conservatorio per aver fatto accomodare le parature, e altri utensili da chiesa L. 15»; 12 luglio 1815. «A suor Eduvige Bagnoli camarlinga dell’interno del conservatorio per compra di tela per i camici, e cotte e altro L. 189.9.8»; 25 luglio 1815. «A Antonio Callai provisioniere per diversi oggetti occorsi per la chiesa come … lucernina e altro L. 37.6.8»; 19 settembre 1815. «A suor Eduvige Bagnoli camarlinga come sopra per l’acquisto fatto di un calice, fattura, doratura e quanto occorso pel medesimo L. 177.12»; A spese di chiesa. 18 marzo 1816. «Al Callai come sopra per costo di n. 12 candelieri di legno fatti venire da Siena … trasporto e argentatura e doratura L. 78»; 972, Spese di chiesa. 30 giugno 1816. «Alla suddetta camarlinga per l’acquisto di diversi oggetti per la chiesa consistenti in paramenti sacri … »; 976, Spese di chiesa. 31 dicembre 1819. «Speso nella manutenzione di paramenti sacri L. 68.3.4»; 979, A spese di chiesa. 30 giugno 1821. «Speso nell’accomodatura dei paramenti della chiesa L. 122.7»; 8 luglio 1821. «Speso nella fattura di due paliotti per la chiesa L. 190»; 27 luglio 1821. «Al sig. Quintilio Capezzi per avere accomodato l’organo L. 80 … spese occorse per l’accomodatura del suddetto organo L. 11»; 651, Firenze 12 dicembre 1820. Io sottoscritto ho ricevuto dalla M. R. Madre suor Serafina Angelica Montanelli priora nel convento di S. Lino in S. Pietro di Volterra la somma di lire mille trecento cinquantaquattro soldi 3 d. 4 per valuta di Br. 218 dommasco a L. 6 il B., n. 1 pezza tela, e due nastro e in fede dico L. 1354.3.4. Francesco Melini»; 20 settembre 1824. «Io sottoscritto ricevo dalla M. R. M. sor Serafina Angelica Montanelli lire seicentoquattro e soldi cinque che tante mi paga per rimborso di un velumerario fattole fare di moer oro e seta tutto in ricamo fine, essendo questa la ricevuta generale del proprio totale, ma che il battiloro e ricamatore si trova le ric[evut]e separate et in fede dico L. 604.5 Marco Ciatti …»; 983, «La partita di compere di arredi sacri nell’anno 1829 in L. 2423.18.4 sembra posta per comodo di scrittura poiché asseriscono le religiose non essere stata fatta questa spesa a carico del convento …»; A spese di chiesa. 1830. «Speso in provvista d’arredi sacri L. 48.16.8»; 1831. «Costo di braccia due teletta fatta venire da Lione L. 47.8.4»; Spese di chiesa. 31 dicembre 1834. «Dal conto argenti, arredi sacri e sgravio … spese L. 2423.18.4 nella provvista di arredi sagri …».
28 ASCSLSP, 966, A spese di chiesa. 30 settembre 1811. «Alle camarlinghe per aver fatto cantare la messa il giorno di S. Lino F. 5.18»; 969, Chiesa. 8 novembre 1813. «Al medesimo per … cera occorsa per la festa titolare di S. Lino L. 56.15.8». A spese di chiesa. 23 settembre 1814. «A Antonio Callai provisioniere per rimborso delle spese occorse della festa di S. Lino L. 59.13.4»; 971, A spese di chiesa. 30 settembre 1815. «Al sacerdote Agostino Moneta per gratifica e per rimborso … ad altri sacerdoti e cherici nella ricorrenza della ripristinata novena di S. Lino L. 57.3.4»; 972, Spesa di chiesa. 30 settembre 1816. «A Niccodemo de Luigi per valuta di cera per la festa di S. Lino titolare L. 29.12»; 972, Spesa di chiesa. 30 settembre 1816. «Alla suddetta per lo speso per la festa titolare di S. Lino e per la novena L. 56.13.4»; 1267, 30 settembre 1817. «Ad Antonio Callai … per tanti pagati e fatti pagare per i bisogni della chiesa nella circostansa della festa di S. Lino come da nota …»; 976, Spese di chiesa. 1 agosto 1819. «Spesi nell’occasione della festa di S. Pietro in Vincula titolare della chiesa L. 46.10.8»; 979, A spese di chiesa. 31 luglio 1821. «Speso per la festa di S. Pietro in Vinculis L. 72.3.8»; 983, A spese di chiesa. 1830. «Speso in occasione di S. Pietro in Vinculis festa principale del conservatorio L. 111.6.4»; v. anche nota 26.
29 ASCSLSP, 963, 20 settembre 1809. A Settimo Guadaroli usciere del Giudice di Pace per citazione di diversi affittuari che non hanno pagato il dovuto; 2 dicembre 1809, ci si rivolge al cancelliere del giudice di pace per la conciliazione per alcuni affittuari; 31 marzo 1810, citazione; 966, A spese impensate. 20 agosto 1812. «Al sig. Luigi Soldani conservatore dell’ipoteche per conto di nuove inscrizioni con foglio bollato F. 192.62»; 971, 31 marzo 1816. «Al sig. Iacopo Marchi nostro esattore per suo rimborso…», v. nota 18; 973, Riparazioni, mantenimenti, gite, perizie coloniche e coltivazioni. 1817; 974, 9 giugno 1818. «Speso per tre fogli bollati d’un paolo …»; 973, 31 dicembre 1817. «Al Callai provisioniere per suo rimborso di vetture e ricompensa delle gite fatte ai beni del conservatorio per utilità del medesimo L. 10»; 983, Spese diverse. 1834. «A Paolo Incontri in rimborso di spese occorse nella causa vertente fra esso ed il nostro conservatorio relativa al Mulino d’Era e in ordine alle sentenze della Ruota Civile di Firenze L. 997.16.8»;Marco Cini, Volterra Francese. Finanze pubbliche, imposte e produzione negli anni napoleonici, in «Studi Pisani, Cultura e società», 17, Pisa 2006, pag. 29.
30 ASCSLSP, 963, A Imposizione fondiaria. Porte e finestre. 31 dicembre 1809. «Al percettore del Comune di Volterra per l’imposizione dei beni situati in detta Comune dal primo aprile 1809 al 31 dicembre anno detto F. 1922.60; Al suddetto per l’imposizione dei beni situati nella Comune di Montecatini per 9 mesi … L. 32.73; Al percettore del comune di Pomarance per l’imposizione dei beni situati in detta Comune di 9 mesi a tutto il suddetto giorno L. 18.14»; 966, A imposizioni fondiarie. 30 aprile 1811. «Al percettore di Volterra per saldo dell’imposizione della fabbrica del conservatorio F. 56 … »; 31 luglio 1811. «Al sig. Mario Maffei esattore della Comune di Volterra per tassa della colonna mobile F. 30»; 974,
1 marzo 1818. Per uno spedito a Montecatini a pagar la tassa prediale per aver ricevuto l’avviso il 28 febbraio dopo mezzo giorno, e per il tempo cattivo, non fu trovata alcuna occasione di mandare a far pagare per non cadere nelle penali L. 1»; 976, Imposizioni, gravezze e altri obblighi. 22 febbraio 1820. «Al camarlingo di Peccioli per un’annata d’imposizioni L. 24.15.18; al camarlingo di Montecatini per come sopra L. 37.3.4; al suddetto per altra posta dell’imposizione come sopra L. 19.11.4; al camarlingo di S. Gimignano per come sopra L. 30.15»; 29 febbraio 1820. «Al camarlingo di Pomarance per come sopra L. 26.9»; 1 agosto 1820. «Al camarlingo di Volterra per due annate della tassa posante sopra il Mulino di Pinzano L. 42»; 31 dicembre 1820. «Al camarlingo della Comune di Livorno per saldo dell’imposizione del corrente anno L. 217.2; al camarlingo di Volterra per saldo della tassa posante sopra i mulini di Pinsano e Docciola L. 21»; 984, 1835. «Imposizioni alla Comune di Livorno L. 180»; 984, 1835. «Imposizione alla Comune di Volterra L. 160».
31 ASCSLSP, 979, 1822. «Ristretto generale dell’incassato del sig. Iacopo Marchi stato esattore del R. conservatorio di S. Pietro di Volterra dal I gennaio 1821 al 12 giugno 1823 epoca della di lui morte … Dare L. 49043.19.8 … Avere L. 49187.14 … resta a credito L. 143.14.4» [firme di Sebastiano Luchini computista e Inghiramo Inghirami operaio]; 983, anno 1823. Nel conto vi sono di attivi L. 23482.6.4. «Ne spendono in detto anno L. 21470.17.4. Resta in cassa L. 2022.9»; 984, anno 1835 entrate L. 25084.14.10, uscite L. 23003.8.6 avanzo L. 2061.8.6; 986, Stato attivo e passivo nel 31 dicembre 1839 col confronto di quello che era nel 31 dicembre 1834 desunto dal libro maestro. Osservazioni. Attivo netto nel 1834 L. 73858. 8.12. Attivo netto nel 1839 L. 72747.6.17.9, scapito L. 1110.10.5. Segue un altro conteggio.
32 Un lungo elenco di case e poderi di proprietà in ASCSLSP, 983, Nota livellari 1834. Casa a Livorno in via degli Ebrei detta del Giardino livellario «Archivolti Salomone e fratelli».
33 Il numero delle botteghe si rileva da ASPI, Catasto e Tavola cit.; la collocazione appare dal confronto con le due mappe del 1820 e del 1875 (276 e 276bis).
34 Giuseppe Franchini e fratelli in ASCSLSP, 964, Stato passivo al 31 marzo 1810. Debiti trovati all’epoca della soppressione. 18. «A Giuseppe Franchini speziale per medicine somministrate F. 386.40»;965, A spese d’infermeria. 12 ottobre 1810. «A Giuseppe Ralli ministro della spezieria dei sig. fratelli Franchini per un conto di medicine somministrate dal 20 agosto al 27 settembre anno detto al conservatorio L. 15»; 966, A spese di chiesa. 31 marzo 1812. «Al sig. Giuseppe Franchini per cera somministrata nel corso dell’anno per consumo di chiesa F. 100.18»; 967, 31 marzo 1813. «A infermeria. «Al sig. Giuseppe Franchini spezziale per aver somministrato delle medicine ai componenti del conservatorio a tutto questo suddetto giorno F. 168»; 970, A spese di chiesa. 27 giugno 1814. «A Giuseppe Franchini per lb. 48 cera somministrata alla chiesa … L. 88»; 970, A spese di chiesa. 17 maggio 1814»; ASPI, Catasto, Tavola cit., n. 540, 433; ASCSLSP, 972, Spese di chiesa. 31 gennaio 1817. «A Niccodemo de Luigi per cera assortita somministrata alla nostra chiesa L. 22.12»; ASPI, Catasto, Tavola, cit., n. 581, 483. ASCSLSP, 973, Spese di medicinali. 31 dicembre 1817. «Al sig. Vincenzo Corsi speziale per valuta di medicinali dal primo aprile al 31 dicembre conforme al conteggio fedelmente estratto dal Libro del Ricettario esistente presso l’infermeria del conservatorio L. 226.13.4»; 979, A spese di medicinali. 31 dicembre 1821. «Allo speziale Corsi per medicinali somministrati nell’anno … L. 389»; 983, A medicinali. 1830. «A Corsi speziale per medicine occorse in un anno L. 339.6.8»; ASPI, Catasto, Tavola, cit., n. 565; ASCSLSP, 974, 28 gennaio 1818. «Per un fiasco d’inchiostro … comprato dal sig. speziale Funaioli … L. 5.6.8»; 650, 1828. «Nota del consumo cera occorrente per la chiesa del Conservatorio di S. Lino in S. Pietro, obbligazione del Funaioli Pietro ceraiolo di fornirla a lire quattro cento l’anno ed altre memorie a detto affare attenenti»; 983, A spese di chiesa. 1830. «Al Funaioli per cera consegnata secondo la scritta L. 700»; 1831. «Al Funaioli per un anno dell’appalto della cera L. 400»; ASCSLSP, 976, Spese di chiesa. 7 aprile 1819. «Al sig. «Niccolò Quoqui per valuta di lb. 60 cera L. 120»; 979, A spese di chiesa. 31 gennaio 1821. «Al sig. Quoqui per valuta di lb. 37 cera provistaci per uso della chiesa L. 74»; 1 febbraio 1822. «Al sig. Gaetano Quoqui lb. 22 cera vendutaci per il monastero L. 44»; ASPI, Catasto, Tavola, cit., n. 973 Quoqui Gaetano di Nicolò.
35 ASCSLSP, 979, A muramenti e acconcimi. 31 agosto 1822. «A Felice Bruni magnano per fattura d’una toppa nuova L. 60»; ASPI, Catasto, Tavola cit., n. 619 Bruni Felice di Tommaso bottega; ASCSLSP, 966, A riparazioni. 20 marzo 1811. «A Giovanni Battista Pagnini vetraio per un conto di lavori fatti F. 10.50»; 968, A riparazioni. 31 maggio 1813. «Alle camarlinghe per aver fatto mettere i vetri nel conservatorio da Giovanni Pagnini vetraio L. 30.3.4»; 30 luglio 1813. «Alle carmarlinghe per aver fatto fare dei lavori al vetraio Giovanni Pagnini L. 6.13.4»; 973, Riparazioni, mantenimenti, gite, perizie coloniche e coltivazioni. 31 luglio 1817. «A Mario Pagnini per vernice data ai finestroni delle scuole pubbliche, ed altre del conservatorio L. 23.10»; «Al suddetto per il pagato al vetraio Pagnini per vetri e accomodature dei medesimi alle finestre interne del conservatorio, dal 25 aprile 1817 a tutto luglio L. 7.8.4»; 10 dicembre 1817. «A Giovanni Pagnini vetraio per vetri rimessi alle finestre e accomodatura di doccioni dei tetti dell’interno del conservatorio L. 10»; 974, Spese diverse e generali. 30 giugno 1818. «A Giovanni Pagnini vetraio per diversi lavori L. 5»; ASPI, Catasto, Tavola, cit. n. 562, 464 Pagnini Ottaviano di Giovanni Battista bottega; ASCSLSP, 966, A spese di chiesa. 15 settembre 1811. «A Francesco Mariani legnaiolo per lavori fatti nella chiesa … F. 33.60»; 966, A riparazioni. 28 gennaio 1811. «A Francesco Mariani legnaiolo per lavori fatti F. 80.40»; 968, A riparazioni. 30 settembre 1813. «A Francesco Mariani legnaiolo per un conto di lavori fatti nel conservatorio L. 10»; 972, Spese di chiesa. 30 settembre 1816. «A Francesco Mariani legnaiolo per lavori fatti in chiesa L. 10.13.4»; 973, Riparazioni, mantenimenti, gite, perizie coloniche e coltivazioni. 30 novembre 1817. «A Francesco Mariani legnaiolo per più e diversi lavori fatti a una tavola da refettorio, armadio del corridore accanto alla cucina e altro L. 53.6.8»; 976, Muramenti, acconcimi, coltivazioni. 30 giugno 1820. «Al Mariani legnaiolo per lavori fatti al conservatorio L. 16; 979, A muramenti e acconcimi. 30 giugno 1821. «Al Mariani legnaiolo lavori fatti del presente semestre L. 62; 8 giugno 1822. «Al Mariani legnaiolo per come sopra L. 33.6.8»; ASCSLSP, 968, 7 giugno 1813. A riparazioni. «A Francesco Masselli muratore per lavori fatti al tinaio di Volterra L. 63.6.8»; … alla casa del Fattore L. 19.2; alla casa del podere di Villa Grande L. 306.6.8; ASPI, Catasto, Tavola cit. n. 562, 464 n. 427-428-429 Masselli Francesco d’Ottaviano; Ivi, n. 520: Masselli canonico Giuseppe di Ottaviano, casa.
36 ASCSLSP, 983, Spese diverse. 1831. «Al Torrini cartolaro per diversi generi somministrati per lo scrittoio L. 24.6.8»; 1834. «A Pietro Torrini libraio per saldo di un conto di lavori fatti L. 21»; 651, A dì 20 agosto 1824. «Per un messale edizione di Roma legato in sommacco buono d’Inghilterra con carta dorata e duplicati lavori d’oro sopra la coperta e con nastri di ponsò buono al canone L. 93.6.8; aggiunta di messe in fondo L. 1. Porto L.6.8. Io Luigi Gheri delle Scuole Pie ho ricevuto dal M. R. sig. Giuseppe Masselli la suddetta somma … Nastri per il sopra detto messale L. 6.13.4 …». Quintilio Capezzi, v. nota 27; 983, A muramenti e acconcimi. 1833. «A Ranieri Magi pittore per aver pitturato le stanze del ricevimento L. 170». Scappini pittore, v. nota 25; 983, A muramenti e acconcimi. 1831. «Al Papi pittore per avere riquadrato le stanze ad uso delle scuole L. 132»; 1831. «Al Rafanelli pittore per avere dipinto un tabernacolo L. 12»; 651, 1 luglio 1819. «Io sottoscritto atteso d’aver ricevuto dalla M. R. Madre Superiora del conservatorio di S. Pietro sor Serafina Montanelli la somma e quantità di scudi dieci, o sia lire settanta, tanti sono per un quadro rappresentante S. Caterina già collocato ad un altare laterale di fronte a quello del Croficisso nella loro chiesa, dichiarandomi per il medesimo del tutto soddisfatto dico L. 70. Io Giuseppe Forzoni Accolti»; 27 febbraio 1818. «Per valuta d’un paio ampolle con suo piattino il tutto d’argento a L. 6 l’oncia di peso di lb. 1.9.12 importa L. 129; fattura del suddetto lavoro tutto d’ultima moda a L. 4 l’oncia L. 86; valuta delle torcie di cristallo L. 3 [totale] L. 218 tara d’accordo L. 8 [totale] L. 210. …Io infrascritto ho ricevuto dalla M. R. Madre don Anna Vittoria Moggi camarlinga del conservatorio di S. Pietro della città di Volterra lire dugentodieci per saldo del suddetto conto qual somma ricevo per mano del sig. Marco Ciatti, a me detto etinfrascritto contanti. E in fede dico L. 210 Gaetano Guadagni»; 28 febbraio 1820. «Conticino di lavori fatti da Eustachio Rosi intagliatore in Siena per la chiesa del conservatorio di S. Lino in S. Pietro …: per una croce crocifisso e suo piede s. 16; per s. 6 reliquiari grandi s. 48; per portatura da Siena a Volterra s. 2.6.5 … Io Giovanni Neri ricevo la suddetta somma per rimetterla al sopradetto intagliatore ed in fede m. p. dico s. 66.6.8»; 20 luglio 1827. Mobili da chiesa ordinati dalla R. Madre suor Serafina Angelica Montanelli, monaca nel R. Conservatorio
di S. Pietro n. 6 candelieri grandi, intagliati, inargentati L. 70; n. 6 candeglieri secondi come sopra L. 60; n. 6 candeglieri terzi come sopra L. 42; n. 18 vasi da fiori inargentati L. 45; n. 6 reliquiari inargentati grandi L. 120; un paro di carte glorie inargentate L. 21; n. 30 cassoli inargentati L. 35; un leggio grande inargentato L. 14; per inargentatura di n. 10 vasi, e 6 parelle da fiori L. 18. Io infrascritto … ho ricevuto lire quattrocento venticinque per conto e saldo dei suddetti lavori, è per la verità … Eustachio Rosi intagliatore e doratore».
37 ASCSLSP, 963, A spese per l’amministrazione. 13 novembre 1809. «A Francesco Melani procaccia di Volterra per aver fatto incassare i libri appartenenti al conservatorio L. 20.86»; 1267, 8 novembre 1817. «A Giuseppe Melani procaccia di Livorno per lb. 214 al netto baccalà di prima sorta … a Livorno, gabella … imballatura ed altro … L. 78.13.4»; 974, 5 febbraio 1818. «Al Bartolini procaccia di Pisa per conto di L. 116.13.4 al sig. Soldani della pensione di suor Cammilla Maffei a tutto il 30 aprile e da detta epoca da pagarsi alla medesima come dall’ordine con lettera e ricevuta L. 1.6.8»; 14 febbraio 1818. «Al Melani procaccia di Livorno per conto di lire 631.3.4 in conto di rimanente in fogli di ricevute di decenni per la decima devoluta al conservatorio per conto del sig. Archivolti con aver commissionato il procaccia medesimo … L. 7.6.8».
38 ASCSLSP, 965, A spese d’infermeria. 31 gennaio 1811». «Alle camarlinghe per pagarsi al signor Vincenzo Bianchi cerusico L. 28»; 31 ottobre 1810. «Al sig. cerusico Lorenzi, all’infermiere dello spedale e per le pillole del pievano L. 6.6.8»; 967, A infermeria. 31 marzo 1813. «Alle suddette per aver dato al sig. cerusico Lorenzi per visite fatte alla sig. Moneti F. 3 … alla sig. Desideri F. 12»; A salariati. 10 agosto 1812. «Al sig. Benedetto Vannucchi medico del conservatorio per salario a tutto il dì detto L. 35.28»; A salariati. 25 agosto 1812. «Al sig. dott. Toti medico del conservatorio per saldo di salario a tutto il 17 agosto 1812 L. 58.80»; A infermeria. 31 dicembre 1812. «… al sig. dott. Toti per emissione di sangue … Per aver dato diverse donne per 10 nottate fatte alla sig. Ciatti ammalata L. 14.6.8. F. 12.04»; 969, Provisioni e salari. 31 dicembre 1813. «Al dott. Luigi Toti medico del conservatorio per suo onorario dal 15 agosto 1813 a tutto settembre 1813 L. 8.15»; 970, Medicinali. 19 dicembre 1814. «Al suddetto Callai per il pagato da esso al chirurgo Carante nell’occasione della malattia di donna Placida Desideri L. 12»; 983, A medicinali. 1833. «Al chirurgo Alberti per un’operazione d’una fistola lacrimale fatta a suor Maddalena Fanfani L. 80».
39 ASCSLSP, 965, Salariati. 30 settembre 1810. «Al fornaio Collarini L. 13.10»; 967, A salariati. 30 aprile 1812. «A Lorenzo Collarini fornaio L. 9»; 969, Provisioni e salari. 31 dicembre 1813; 976, Spese diverse e generali. 31 dicembre 1820. «Al fornaio per cottura di paste L. 11»; 984, Spese fisse annue ordinarie. Servizio. 1835. «Lorenzo Collarini fornaio L. 132».
40 ASCSLSP, 979, A spese di vitto. 31 gennaio 1822. «Al macellaro Frassinesi per lb. 71 di carne dataci nel corrente mese L. 250»; A spese di vitto. 1822; continua regolarmente la spesa della carne comprata dal macellaio Frassinesi. Tutti i mesi sono diverse libbre; 983, Spese diverse. 1832. «Al Mannucci per avere macellato gl’agnelli per mancia L. 6.13.4»; Vitto. 1833. «Al macellaro Consortini per carne somministrata resultante da n. 12 note L. 2272.15.4»; 1834. «Al macellaro Consortini per carne somministrata nell’anno resultante da n. 11 note L. 1990.18»; 972, Spese diverse e generali. 9 gennaio 1817. «Al suddetto per lo speso nella macellazione dei maiali e per aver accomodato e insaccato la carne dei medesimi per il nostro conservatorio L. 21.5»; 976, Spese diverse e generali. 31 dicembre 1820. «Idem nella compra di semola e altro per il maiale del conservatorio L. 35.18.8»; 979, A spese diverse e generali. 12 gennaio 1821. «Speso nell’accomodatura di detti maiali, ammazzatura e sigillo pagato al macellaro L. 40.3.4»; 31 gennaio 1821. «Costo d’un maiale preso per allevare nell’orto L. 17»; A spese di vitto. 2 febbraio 1822. «Per costo di n. 4 maiali per macellare per il conservatorio L. 227»; 983, Spese diverse. 1832. «Semola occorsa per le galline e maiali del Castro L. 34»; Vitto. 1833. «Per carne di maiale L. 214.17»; 1833. «Al Matteini per pollami L. 53.3.8 … Al Matteini per costo di due maialetti per il Castro L. 53». 41 ASCSLSP, 973, Spese diverse e generali. 22 aprile 1817. «Al sig. Pietro Paoletti destinato da’ sigg. Buonuomini del Pio Istituto di S. Michele di questa città ad esigere le volontarie offerte dei possidenti, ed altri per soccorrere la casta degl’indigenti nella penuriosa annata come da lettera del sig. cav. Giulio Maffei uno dei componenti in detto pio Istituto L. 13.6.8».