«La speranza che sempre ho havuta in Vostra Eccellenza Serenissima è stata grandissima et tanto più m’è accresciuta per la lettera sua scrittami quando dette moglie a Girolamo dicendo non mancherebbe mai d’aiutarci. Però m’ardisco a chiederli una gratia per la servitù di Minutio mio marito sapendo come lassò la vita sua in servitio di Vostra Eccellenza, lassando da parte i suoi fratelli e antepassati tutti stati servitori dell’illustrissima casa sua, et messo più volte et la vita et la roba per servitio suo. Trovandomi una figlia, ancor lei desidera di morire in servitio dell’illustrissima signora principessa quando a Dio piacerà; la supplico mi faccia gratia d’accettarla nel numero delle altre sue dame et confidatomi nell’amorevolezza et benignità di Vostra Eccellenza, spero mi concederà tal gratia in servitio di Vostra Eccellenza per la quale sempre pregherò Dio che la mantenga in felicissimo stato. Di Volterra a dì 10 di febbraio 1563 (1564 stile comune). Di Vostra Eccellenza illustrissima, obbl. serva Helena Minucci».
Così Elena, figlia di Baldassarre di Michele Bava e vedova di Minuccio Minucci (sposato nel 1531, stando alle Genealogie del Maffei), scrive in una lettera inviata a Francesco de’ Medici conservata nel Fondo Mediceo del Principato dell’Archivio di Stato di Firenze, ricordando la devozione alla casa regnante e, tra i figli, Girolamo che sposò Dorotea di Francesco Mondragone di Firenze, famiglia allora in favore della corte, e acquirente nel 1570 del palazzo di via dei Banchi, 4. Girolamo fu anche cavaliere di Santo Stefano, coppiere di Francesco I, cameriere di Ferdinando I e nel 1598 fece costruire la villa del Palagione a Montevoltraio, come ricorda una lapide lì ancora presente.
La sorella di Girolamo, della quale la madre richiese il servizio a corte, non è nominata nella lettera. Potrebbe essere una Caterina che le Genealogie dicono sposata nel 1558 a Cino del cavalier Mariotto Lisci, oppure una Clarice che si trova in un elenco senza data del Fondo Mediceo del Principato proprio come dama al servizio della principessa Giovanna d’Austria, e in una lista del 1567 segnata al posto di Dorotea Minucci, probabilmente la moglie di Girolamo nata Mondragone.
Nulla sappiamo di come Minuccio «lassò la vita» al servizio dei regnanti di Toscana. Di certo si occupò delle sue proprietà e della fattoria di Montevoltraio. Un documento lo ricorda il 13 luglio 1543 quando scrisse di mandare al duca Cosimo I «quattro fra astori et terzuoli [uccelli da caccia], raccomandandosi assai»