Nasce a Volterra l’11 luglio 1893 da Serafino e Augusta Genovini, scultore in alabastro.

Aderisce all’anarchismo fin da giovane e durante la Prima Guerra mondiale è un attivo antimilitarista.

Nel gennaio del 1931 viene diffidato perché ex aderente al Circolo anarchico “Germinal” che durante la Grande Guerra e il Biennio rosso svolse notevole attività anarchica e antimilitarista, mediante propaganda orale e diffusione di stampe sovversive.

“Il 24 aprile 1917, in occasione della partenza di un gruppo di richiamati alle armi, promosse una dimostrazione ostile all’Esercito, nella stazione di Volterra, malmenando assieme ad altri, uno studente che aveva gridato: ‘Viva l’Esercito. Abbasso i tedeschi!’.

Per tale fatto riportò una condanna a tre giorni di arresto con sentenza del Pretore di quella città in data 27 maggio 1915 [recte 1917]” (Il Prefetto al Ministero dell’Interno, 18 mar. 1931).

Trasferitosi in Sicilia a Palermo per motivi di lavoro, vive con la famiglia in condizioni di forte indigenza continuamente vigilato e ammonito. Forse è a causa di questa situazione che nel febbraio del 1935 invia alla Direzione Generale della PS una lettera di “sottomissione al Regime” e afferma di aver “abbandonato completamente le false ideologie che avevano fatto presa su di me negli anni della mia prima giovinezza”. Ma, nonostante questa abiura, le Autorità di polizia non si fidano e continuano a sottoporlo a un’accurata sorveglianza fino alla caduta del regime fascista.

Nel dopoguerra, dopo avere fatto ritorno nella sua città natale, riprende i contatti con il movimento prendendo parte alle attività del Gruppo “Germinal”.

Muore a Volterra il 27 maggio 1965.

Franco Bertolucci
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; E. Rosi, [Evon Benvenuti], «Umanità nova», 13 giu. 1965.
Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen.