Il felice ritorno in Promozione dette soddisfazione generale e fu motivo di conforto per il nuovo Consiglio direttivo, regolarmente eletto, sempre di durata biennale. Ne fu presidente Giovanni Trafeli e ne fecero parte: Luigi Dei, Giulio Cesare Trafeli, Vesco Vanni, rag. Roberto Pepi, Giovanni Socci, Osvaldo Bertini, Adriano Nannetti, Stelio Gazzarri, Adamo Moretti, Rolando Barberini, Orio Grandoli, rag. Franco Gazzarri, Luciano Calastri, Mario Meini, Vasco Giordani, Luciano Pescucci, prof. Guido Orazio Ducci e Bruno Cecchelli.
> Sommario, La storia del calcio volterrano
I dirigenti, per il campionato 1972-73, fecero delle scelte ben precise: confermarono Meciani e si dettero da fare per rafforzare la squadra, con una vasta campagna di vendite e di acquisti. Non tutte le decisioni apparvero oculate, almeno al tirar delle somme: partirono vecchi “idoli” quali Bastrei, Fattori, Nencini, Orlandi, Santerini, Citi, Cristofani e Sani, più di mezza squadra insomma. Particolarmente discussa fu la cessione di Sani, che andò in serie D, a difendere la porta della Sangiovannese. Trovò giustificazione in un affare di preziosi “contanti” per i nuovi acquisti, i quali furono molti, ed anche di prestigio: i terzini Bartolini dal Sansepolcro e Riccardo Rossi dal Forcoli, il portiere Nardi, pure dal Forcoli, gli attaccanti Di Marco dal Querceta e Grillandini (volterrano di foravia) dalla Sancascianese, lo stopper Barsacchi dal Solvay, il prestigioso centravanti Rinaldi dalla Cuoiopelli onde sostituire il ruolo lasciato praticamente vuoto dall’infortunato Di Gaddo. Successivamente allorché l’acquisto di Nardi non si dimostrò molto felice (notevole la differenza con il rimpianto Sani), i dirigenti ebbero dal Lanerossi Vicenza il portiere Franceschi che si rivelò determinante. Rinforzata da elementi della zona e dai “resti” del precedente campionato, la “rosa” dei giocatori messa a disposizione da Meciani fu ampia e qualificata: Nardi. Rossi II, Bartolini, Rossi I, Melani, Barsacchi, Grillandini. Bartolozzi, Rinaldi, Gabriellini, Di Marco, Franceschi, Sica, Costi, Toncelli, Brucciani, Di Sacco, Fiorentini, Gronchi, Di Gaddo. In qualche occasione anche Meciani scese in campo.
La formazione si presentava bene e l’inizio fu promettente: vittoria sul Castellina (gol di Rinaldi su punizione), un bel pareggio con il Forte dei Marmi, la clamorosa affermazione a Castelnuovo Garfagnana (un 3-1 che “vendicò” la batosta dell’anno precedente, con tanti saluti a Ragaglini ed ai suoi!), la misurata vittoria sulla Sancascianese. In queste partite si mise particolarmente in luce Gabriellini, un giocatore molto discusso nel precedente campionato ma che ora emergeva in tutta la sua bravura.
Poi la squadra incominciò a calare ed il rendimento fu alterno fino al termine dell’andata, anche per qualche arbitraggio sfavorevole (sconfitta con l’Aglianese su dubbio rigore; squalifiche pesanti che portarono ad una formazione-baby battuta a Quarrata; ingiusta quanto “arbitraria” sconfitta a Rufina, dato che i fiorentini segnarono in netto fuorigioco). Ma i viola non ebbero attenuanti in altre circostanze (pareggio interno assai scialbo con il modesto Querceta, battuta d’arresto interna con il Piombino etc.); combatterono bene in altre circostanze, allorché vinsero a mani basse ad Antella ed a Santa Croce sull’Arno (gol dell’ex Rinaldi) e quando misero sotto al “Comunale” il Pontassieve allora imbattuto capolista, con una prova entusiasmante di Fiorentini, un giocatore che fece faville e che poi fu al centro di tante polemiche. Proveniva dalla Fiorentina.
Il girone di andata si chiuse in posizione di centroclassifica e coincise con il licenziamento di Bartolini per motivi disciplinari; il suo posto fu preso da Mino Toncelli, volterrano di Saline, che ce la mise tutta e che finì per risultare fra i migliori.
Il girone di ritorno si aprì a fasi ugualmente alterne (sconfitta a Castellina solo su rigore: bella vittoria interna sul Castelnuovo con una doppietta di Rìnaldi, ormai deciso mattatore dell’attacco viola, che aveva riempito in campo e nel cuore degli sportivi il posto lasciato vacante da Bastrei e da Di Gaddo: sudata affermazione sul Lanciotto, in una gara ripetuta dato che la prima era stata interrotta per impraticabilità con i viola in vantaggio per 1-0; crollo disastroso a Querceta; bel pareggio con la capolista Unione che aveva per direttore tecnico Giuliano Sarti, il grande portiere dell’Inter mondiale, arbitro un “certo” Altobelli di Roma.
Poi la situazione divenne non bella, anche perché la Volterrana fu falcidiata da infortuni e squalifiche; la parte finale del torneo fu anzi decisamente brutta, dato che nelle ultime sei partite i viola conquistarono solo quattro punti e terminarono in un mediocre settimo posto, in coabitazione con altri, più vicino alla zona retrocessione che non ai quartieri alti.
Insomma questo secondo anno in Promozione, pur senza patemi d’animo, non fu entusiasmante, inferiore senz’altro al campionato precedente. Non mancarono ovviamente le polemiche circa l’impegno e la validità di questo o di quello, ed anche Meciani ebbe la parte sua. Il pubblico accusò, specie nella parte finale del torneo, una preoccupante rarefazione. E, se proprio vogliamo dare un voto, dirà che la Volterrana 1972-73 si meritò una sufficienza stentata, nonostante la sostanziale validità della squadra e la continuità di giocatori quali Gabriellini, Rinaldi, Bartalozzi, Di Marco, Barsacchi, Franceschi, i due Rossi e Toncelli. La grigia classifica testimonia la validità della mia affermazione.
L’eredità del precedente campionato, sufficiente sul piano tecnico anche se non facile (tanto per cambiare!) su quello finanziario, impegnò il Consiglio direttivo in una campagna acquisti-vendite che seppe molto di rinnovamento. Per primo partì il trainer Meciani per Rovereto; con sé portò l’ottimo Gabriellini. La direzione della squadra venne affidata a Sergio Sodi, già allenatore della Sancascianese. Poi il goleador Rinaldi andò al Quarrata, Grillandini tornò a San Casciano, mentre Melani partiva per la “naia”, insieme a Barsacchi. I nuovi acquisti furono: il libero Moriani dal Pontedera insieme all’attaccante Nenci, il centrocampista Morandi dall’Aglianese, il terzino Tofanelli dalla Pro Salerno, il centravanti Bucchianica dal Pisa, il difensore Ciardi dal Camaiore. Caso a sé per il portiere Sani: comproprietà con la Sangiovannese, scelta “alle buste” e ritorno a Volterra di Guido a campionato iniziato.
Va detto subito che, nel torneo non entusiasmante di cui i viola furono protagonisti, si dovette in buona parte all’estremo difensore se la Volterrana riuscì a salvarsi, anche nei momenti più bui. Non a caso infatti il “portierone” è rimasto nel cuore di tanti sportivi, consci di quello che gli dobbiamo. Ognuno fa la sua parte, è vero, ma a volte certe circostanze, le prodezze individuali possono essere risolutive. E in quelle di Sani lo furono davvero. La “rosa” a disposizione di Sodi fu sostanzialmente, ampia e qualificata, anche perché poté contare sull’ottimo Barsacchi (altro giocatore indubbiamente meritevole) che prestava servizio militare in Toscana e che poté spesso essere presente.
Meteore furono invece un Di Gaddo poi spento, nonostante la volontà, ed un Taccola che, al rientro dal militare, non fu più lui, si infortunò e sparì presto dalla scena. Questi i giocatori, dunque: Nardi Sani, Moriani, Rossi II, Rossi I, Barsacchi, Morandi, Tofanelli, Bartolozzi, Di Gaddo, Di Marco, Nenci, Costi, Fiorentini, Bavoni, Bucchianica, Sica, Ciardi e Taccola.
La partenza, dopo il buon pareggio con l’Aglianese, fece registrare la clamorosa “dèbàcle” interna con il Pontassieve, uno sciagurato 1-5 che mise tutti in crisi e che fu determinante per l’urgente ritorno di Sani. Di Gaddo ebbe inizialmente peso con due rigori decisivi, a Quarrata e con il Querceta, ma poi scomparve. Ci furono risultati alterni (come il combattuto pareggio in extremis con il Piombino, e lo show personale di Bartolozzi con le due reti al forte Montecatini) ma allorché, tirando le somme, apparve evidente che raccattare 8 punti in 9 partite era media da retrocessione, la situazione si fece grigia e le acque si agitarono. Qualcosa non filava nel verso giusto, a volte per caso, come quando la Volterrana perse a Santa Croce su rigore e Nenci fallì quello concesso ai viola. Ma a volte non furono casi poiché si creò una evidente frattura tra Sodi ed un gruppo di giocatori fino a permettere ad un cronista di parlare di “torbido golpe” contro l’allenatore, allorché, prima della vittoriosa partita con la Terranovese risolta da una doppietta di Bucchianica, il “mìster” spedì in tribuna il capitano Nenci.
Né la vittoria scacciò la crisi poiché, dopo prove dubbie, si arrivò alla sciagurata partita contro il Castellina del 3 marzo 1974. I chiantigiani, piuttosto modesti, chiusero in vantaggio il primo tempo ma poi dilagarono nella ripresa mentre la Volterrana faceva da comparsa e crollava, lasciando il solo Sani a fare argine contro i gialloverdi. Dopo la batosta l’onesto Sodi dava le dimissioni e chiudeva il suo breve ciclo fra noi. L’allenatore aveva cercato di fare del suo meglio ma, evidentemente, una parte almeno della squadra gli era scappata di mano.
I dirigenti si trovarono così sull’orlo del baratro, la retrocessione ad un passo. Corsero ai ripari, portando a Volterra un nuovo allenatore, Danilo Nencetti, in quei giorni lasciato libero dall’Imola. Egli ricevette una squadra a pezzi, con il pubblico sul piede di guerra mentre Nenci pagava certi suoi atteggiamenti con il licenziamento definitivo.
Nencetti ce la mise tutta, a volte adoperando le maniere forti anche sul piano disciplinare. Si andò avanti a singhiozzo e furono più le amarezze che non le soddisfazioni. Citabile il 2-2 con la Colligiana, nato dal ribaltamento di uno 0-2 e con il rimpianto di un rigore sprecato. Di forza fu ottenuto il 2-0 sulla disperata Cuoiopelli, poi retrocessa, allenata dall’ex Russova, che aveva fra i pali un portiere di valore, Marco Frassi, il quale poi vestirà la maglia viola per molto tempo.
Si arrivò cosi all’ultima partita con la Volterrana impelagata fino al collo nella zona retrocessione, avversaria la scorbutica Terranovese che affrontammo a Sesto Fiorentino, data la squalifica del campo aretino. Fu una giornata memorabile. Il pubblico fece quadrato intorno alla squadra, i giocatori si batterono in campo come leoni, Di Marco siglò la rete della legittìma vittoria. Era la salvezza, ed ampia, poiché i due punti portarono i VIola a quota 27, mentre si retrocedette da 25 in giù. Sul terreno “neutro’ il tifo dei sostenitori esplose a mille dopo una battaglia durissima poiché gli avversari non fecero certo complimenti. A Volterra il risultato dette la stura a scene di entusiasmo ed a cortei motorizzati, sembrava di aver vinto il campionato. Il calcio è fatto anche di queste cose; ed è bello proprio così com’è.
La conquistata, con abbondanza, salvezza, cancellò per un momento polemiche e delusioni di questo strano campionato, nato all’insegna del far meglio dell’anno precedente e che invece si concluse nel modo che ho descritto. Fu, questo 1973-74, un’annata davvero stramba, con cambio di allenatore, licenziamenti, assenze forzate, ritiri; si finì con una squadra ridotta veramente all’osso. Ma chi restò, lottò fino in fondo e fece il suo dovere, nessuno escluso.
Concluso così, con un po’ di batticuore ma in maniera, tutto sommato, dignitosa il campionato 1973-74, la Volterrana si preparò immediatamente al successivo impegno. Le elezioni, effettuate nel giugno, confermarono Giovanni Trafeli alla guida di un Consiglio direttivo, parzialmente rinnovato, e così composto: Orio Grandoli, Adriano Nannetti, Luigi Dei, prof. Paolo Ferrini, rag. Graziano Spinelli, Osvaldo Bertini, Elio Dell’Aiuto, Stelio Gazzarri, Mario Meini, Giulio Cesare Trafeli, Mario Cari, Giovanni Socci, Rolando Barberini, rag. Otello Coli, Pasquino Migliorini, Roberto Ottanelli, Piero Ducceschi e rag. Franco Gazzarri.
Primo atto fu la riconferma di Nencetti il quale aveva dato buona dimostrazione delle sue possibilità, allorché, nell’anno precedente, aveva ricevuto la squadra in piena crisi. Partirono Sani (questa volta al Quarrata da cui venne il giovane portiere Toti quasi mai utilizzato), Ciardi, Taccola, Moriani e Di Gaddo. Furono, pur nell’ambito di una non facile situazione finanziaria la quale poco permetteva, effettuati alcuni acquisti di rilievo: il difensore Borsetti dall’Antella (un giocatore di classe eccelsa, nazionale per la categoria dilettanti), l’attaccante Faltoni dall’Imola, il libero Manzani che aveva alle spalle una lusìnghiera carriera in serie superiore, il portiere Frassi dalla Cuoiopelli. Dai vivai locali vennero Foscolo Nucci e Fiorentini; dai “parà” due militari, il centravanti Lenti del Como ed il terzino Dotto.
Insomma Nencetti poté disporre del seguente organico: Frassi, Toti, Tofanelli, Rossi I, Barsacchi, Borsetti, Manzani, Lenti, Bartolozzi, Faltoni, Morandi, Fiorentini, Di Marco,. Nucci, Costi, Dotto, Rossi II. A questi si aggiunse successivamente Naviragni, un vecchio calciatore dell’Aglianese, che diverrà, nel ruolo di ala sinistra, il goleador viola. Partiti abbastanza bene (salomonico pareggio con il Cecina, sfortunata sconfitta interna con il Pontedera, bellissima impresa a Forte dei Marmi) si proseguì a fasi alterne. Nencetti aveva creato uno schieramento basato sul gioco di rimessa e ciò favoriva più le affermazioni esterne che non le gare casalinghe.
Si dovette infatti arrivare addirittura alla 12° di campionato per vedere la Volterrana vittoriosa al “Comunale”, nel classico derby con la Colligiana stravinto per 3-0. A questo momento era già perduto Faltoni considerato la colonna della squadra; dopo prove alterne, l’attaccante si fratturò un piede nella sciagurata sconfitta interna con il Borgo San Lorenzo e restò definitivamente fuori. Per fortuna che c’erano Lenti e Naviragni!
In ogni modo la Volterrana riuscì a produrre una buona prestazione tra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno (belle e meritate le vittorie esterne sulla Bibbienese e sul Cecina, quest’ultima apprezzatissima con un fantastico gol di Naviragni) con sei partite utili consecutive. Spezzatasi la serie positiva a Pontedera, la Volterrana proseguì altalenando, dalla batosta di Larciano all’affermazione sulla Terranovese etc.
Storia a sé fece la partita del 23 marzo 1975 con il Pontassieve. Era già primavera ma la domenica era invernale; nevicava fitto ma il campo era praticabile come giustamente decise l’arbitro Betti di Siena.
Sul manto bianco i viola strariparono ed al 34° della ripresa vincevano meritatamente per 3-0. Incominciò allora un incredibile show degli ospiti i quali cominciarono a cadere… assiderati. Oh Dio!, la giornata era bruttissima ma la scena organizzata dagli azzurri fu più brutta ancora. Si autoridussero in sei e l’arbitro dovette interrompere, a termine di regolamento. Al tavolino la Lega, nonostante l’assurdo reclamo del Pontassieve: sanzionò il risultato acquisito sul campo. Fu una partita che fece epoca, i quotidiani ci si sbizzarrirono ma la realtà era unica: né poteva, in piena obbiettività, essere mutata. Far ripetere la gara sarebbe stata una beffa assurda!
Tornata la bella stagione, il finale fu decisamente buono, con l’eccezione della sconfitta a Borgo San Lorenzo, in una gara ripetuta per impraticabilità del campo mugellano. Al momento dell’interruzione, la Volterrana era in parità (1-1) ma la seconda volta perdette di misura. Le ultime tre gare portarono ben cinque punti ai viola che chiusero così al quarto posto, in una posizione di tutto rispetto che rientrava sostanzialmente nei piani di partenza.
Particolarmente citabili il capitano Bartolozzi, costante e sicuro; Borsetti, perno della difesa con Tofanelli, Riccardo Rossi e Barsacchi; il generoso Morandi, oltre ai citati Lenti e Naviragni.
In questo campionato la Volterrana esordì, per la prima volta nella sua storia in Coppa Italia. Superati bene i 64.i ai danni del Solvay, chiusi in parità i 32.i sul Gruppo C di Genova (determinante per il turno successivo la rete segnata in trasferta), i viola furono eliminati ai sedicesimi dall’Angelana, la squadra umbra di Santa Maria degli Angeli. Fatto pari all’ombra della cupola del Vignola, stesso risultato a Volterra anche dopo i tempi supplementari. Fu necessario ricorrere, era il 28 dicembre 1974, ai calci di rigore; ne furono battuti ben 15 e si finì che era già buio. Dei cinque in programma, furono realizzati quattro per parte; si proseguì sul 6-5 per i giallorossi, finché l’emozionato Barsacchi fallì il penalty decisivo, fatto, fra l’altro, ripetere.
Fu anche questa una buona prova dei viola i quali si erano iscritti alla Coppa nazionale dilettanti più come preparazione al campionato che non per velleità decisive. E’ da notare altresì che, a conclusione del brillante campionato, dirigenti viola seppero offrire al pubblico uno spettacolo d’alto livello, a dimostrazione della loro serietà organizzativa e della stima degli organi federali. La nostra città fu infatti designata come sede della IV Coppa Toscana, un quadrangolare fra le rappresentative regionali dilettantistiche di Toscana, Lombardia, Lazio e Campania. Il fior fiore delle promesse calcistiche si alternò al “Comunale”; la spuntò, con merito, la Toscana nelle cui file giocarono due viola, Nucci e Costi, risultati fra i migliori.
Anche questo fu un episodio indubbiamente positivo sotto ogni aspetto.
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