Già, il peggio … Ci attendeva alla prova il nuovo campionato di Eccellenza, girone unico su base regionale, la miglior Promozione di un tempo insomma. La Volterrana sembrà squadra in grado di figurare; fu sostanzialmente la stessa dell’Interregionale, in panchina c’era il nuovo allenatore Citi. Ci furono avversari di tutto rispetto, a cominciare dal Livorno rotolato in malo modo da ben altre categorie.
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E proprio contro gli amaranto, alla partita di esordio, nonostante la misurata sconfitta, contro una squadra vogliosa di risalire (i labronici infatti vinsero alla grande), i nostri giocarono un’ottima partita, facendosi ammirare anche dagli avversari. Un pareggio sarebbe stato esito più equo, brillò particolarmente un ragazzino, livornese, che si chiamava Natalini. La successiva trasferta con franca vittoria a Venturina sembrò promettere bene. E invece… non ci restano che gli occhi per piangere; le partite casalinghe diventarono un disastro, dicansi pure le trasferte. Fece notizia qualche rara vittoria, i molti, inutili pareggi sembravano dare un po’ di ossigeno ad una classifica sempre più asfittica. Né servì il cambio della guardia: via Citi, dentro Mauro Lessi. In campo Lombardi cercò di far gruppo chiamando i giovani intorno a sé (fra questi un altro labronico, Lamberti, figlio del sindaco della città) ma tutto andò storto, specie nel girone di ritorno. Quello di andata non fu rose e fiori ma timori, pur nella bassa classifica, non sussistevano.
Il tutto capitò nel ritorno; di umiliazione in umiliazione, perdendo anche contro gli avversari più modesti, la Volterrana rotolò all’ultimo posto, a ben 9 punti dall’estremo salvo, quel Forte dei Marmi che pur aveva chiuso l’andata proprio con il fanalino in mano.
Se rifletto ancora oggi su questo campionato, non riesco a trovarne il perché; ci sono annate storte, questo è vero, nelle quali tutto va alla rovescia, anche le cose più facili, ma una retrocessione del genere non lascia adito per maledire la jella.
Fino ad allora la Volterrana non aveva conosciuto una effettiva retrocessione sul campo ed era un po’ questo un nostro vanto. Eravamo sì retrocessi dall’Interregionale ma per motivi tutt’altro che chiarì e non certo per quanto avvenuto nelle partite.
Questo 1991-92 non aveva avuto invece attenuante alcuna. Fu un disastro da dimenticare, fu la conclusione di un biennio su cui sarà bene tacere. Chiudo con una constatazione che mi sembra indicativa: quattro allenatori per due retrocessioni.
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