Nel tracciare un profilo per sommi capi della storia della prioria di San Marco parleremo della sua missione religiosa e i vincoli istituzionali dipendenti dal monastero di San Giusto e, a un livello più alto, da Camaldoli.
Il legame della Prioria di San Marco con il circostante insediamento cittadino, l’area detta di Pratomarzio, i rapporti con il governo comunale e quindi con alcuni dei personaggi più importanti della Volterra del primo Quattrocento
Questo studio offre un contributo alla conoscenza della vita familiare e quotidiana e dei luoghi di Volterra e delle sue pendici nel 1429-30. Si basa sullo spoglio completo dei registri del Catasto dell'Archivio di Stato di Firenze.
Le abitazioni di questa contrada erano concentrate intorno alla chiesa di S. Michele Arcangelo in Foro, il nome medievale di Sant’Agnolo o Sant’Angelo era usato sia per la chiesa che per la contrada. Le prime notizie della sua esistenza sono databili al XII secolo, nella sua…
> Sommario, La nascita e lo sviluppo delle Contrade Dal 1992, la Contrada di Porta a Selci ha inglobato una porzione della Contrada di Castello, suddivisa tra la Contrada di Sant’Agnolo, la Contrada di Porta all’Arco e Sant’Alessandro. Nel suo territorio è presente anche la…
Questa contrada, che si sviluppava completamente al di fuori delle mura cittadine duecentesche, deve il suo nome alla chiesa intitolata a Santo Stefano che si trova al centro di essa e che ne è il suo edificio principale. La contrada si estendeva lungo tutta l’attuale via di Borgo Santo…
Questa contrada era divisa in due parti: una intra moenia, all’interno delle mura medievali, e la seconda extra moenia, al di fuori di esse. La prima parte è costituita dall’attuale via della Porta all’Arco, con tutti i vicoli e viuzze ad essa collegate. Facevano parte di essa,…
Il suo territorio era interamente compreso all’interno delle mura duecentesche. I suoi limiti sono ben definiti, si tratta infatti dell’isolato che è compreso fra le mura medievali del Mandorlo e di S. Francesco, via Buomparenti, via Roma, via Franceschini e via San Lino. > Sommario, La…
Niente sappiamo di sicuro riguardo all’anno in cui questa lodevole Istituzione iniziò la sua attività anche se possiamo individuare un termine “ante quem” al 2 Aprile 1291. In tale data infatti si apriva nella nostra città un ospedale grazie all’iniziativa di Boccio di…
Le case delle pendici erano raggruppate in una villa o in un castello, oppure isolate, ancora abitazioni o depositi di attrezzi, stalle per l'asino, greggi o mandrie.
I contratti regolavano i rapporti tra proprietario e lavoratore. Nelle zone meno abitate era in uso il terratico: il proprietario concedeva la terra a un lavoratore, spesso un emigrante, e riceveva una su tante parti di raccolto.
Era attraversata da una via pubblica che andava verso la Bassa Val di Cecina, esposta a pieno sole, e priva nella maggior parte di fiumi o torrenti di rilievo, e quindi di boschi e albereti, o estese coltivazioni.
La via che da Porta Fiorentina raggiungeva Pinzano e l'Era, continuava il suo itinerario verso Pisa e Firenze costeggiando poderi resi fertili dalla vicinanza del fiume.
Una scuola di grammaticha si trovava nel convento dei Frati Minori, frequentata dai novizi e da giovani. I notai si formavano nelle scuole di ars notaria di Firenze.
Il barbiere del tempo radeva la barba e i capelli e «diminuiva il sangue». I merciai invece erano tra gli artigiani più ricchi della città, in contrapposizione ai rigattieri e ai ferrivecchi.
Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno / toglieva li animai che sono in terra / dalle fatiche loro, scriveva Dante osservando e compatendo gli animali, protagonisti dell'economia medievale.
Cittadini e gente della campagna indossavano abiti di lana o di lino che era più pregiato e quindi meno comune. Le famiglie abbienti comperavano le stoffe di pregio anche dai mercanti forestieri.
Il pane, il vino e l'olio si trovavano sulla tavola di tutti i cittadini, abbienti o poveri. Il resto poteva essere un lusso, ma il cibo a Volterra non mancava di certo.
I termini usati per indicare l'abitazione erano i comunissimi casa e casetta. Altri termini erano casaccia, e soprattutto casalino o casalino o casellino. Rari erano casolare, casa da signore, casa da lavoratore e palagio, cioè palazzo.
La generica famiglia volterrana dell'epoca era di tipo «patriarcale»: il padre aveva autorità sui figli di casa anche con moglie e prole proprie ed era responsabile degli atti fiscali.
Una situazione molto problematica, la Volterra del 1429 vive fatti molto gravi e ne risente per le ribellioni del popolo nei confronti dei supervisori fiorentini.
Come tutte le belle cose di Volterra, pure l'orologio pubblico, collocato sotto la torre del Palazzo dei Priori, ha una lunga storia da raccontare. E a dirla tutta anche molto travagliata.
I primi segni di una ripartizione cittadina sono visibili già nel corso del XII secolo, quando gli uomini di Volterra cominciano a firmare facendo seguire al proprio nome quello della località di appartenenza.
Ragazze ingannate dal signorotto, dal primo amore, dal primo arrivato, dal padrone del servizio e, comunque, dopo l'inganno, non avevano altra scelta che pensare a far girare la ruota degli esposti.
Il nome di San Lazzero deriva dall'antico leprosario che a Volterra si era edificato per la cura dei lebbrosi. Oggi non rimane niente, ma un tempo svolgeva grandi funzioni.
La Compagnia della Misericordia è certo una delle istituzioni più antiche della nostra città ancora meritevole della riconoscenza e della stima di tutti i Volterrani.
Nel medioevo le misure lineari non erano in metri, ma in braccia o in canne; ogni città aveva la sua unità di misura e per tal motivo imperava un grande disordine su questo campo.