«Per la conoscenza delle biblioteche medievali disponiamo essenzialmente di due fonti: i manoscritti e gli inventari. L’ideale sarebbe naturalmente di far coincidere questi due tipi di documentazione, ma, sfortunatamente, per molte biblioteche abbiamo solo manoscritti senza inventari e per…
Verso la fine del 1333, in occasione delle nuove elezioni, i popolani, che ormai prevalevano negli incarichi per il governo della città, pensarono di eliminare del tutto la partecipazione della nobiltà dall'amministrazione della cosa pubblica.
La nascita del Comune fu un grande passo in avanti per quasi tutte le classi sociali; solo la bassa plebe rimase sempre alla mercé di interessi contrastanti. Si verificarono dunque vari moti di sollevazione popolare.
Fin dall'antico I'ospitalità era tenuta in particolare conto e l'avvento del cristianesimo la trasformò in una delle più vive e pie manifestazioni della vita religiosa. Pertanto la "hospitalia", così fu chiamato inizialmente qualsiasi ricovero, iniziò la sua attività con una particolare…
E' ipotizzabile che la casata comitale dei conti fosse già potentemente radicata sul territorio volterrano molto prima della seconda metà dell'anno Mille. Ne illustriamo approfondimenti.
Secondo le tradizioni perdute tramandate oralmente riguardanti il folclore volterrano pagano esiste la figura curiosa di Ra, poi in qualche modo ripresa anche dalle iconografie cristiane. Quanto c'è di vero non si sa, ma questa storia va raccontata così come ci è pervenuta.
Molto hanno discusso gli storici sulle responsabilità di Lorenzo nella faccenda del sacco. Forse è più idealizzato e magnificato più di quanto lo fosse veramente.
Chi sono i personaggi volterrani ricordati nella ottava 13 del Canto 46, l'ultimo dell'opera ariostesca? Questa parte, in genere, viene sempre omessa, rileggiamola.
Quelle macchie slavate che ancor oggi si notano sullo scalino e che assumono un più accentuato color rossastro quando la pietra bagnata sta per asciugare sono chiazze di sangue uscito dal corpo martoriato del vescovo-despota Galgano dei Pannocchieschi,
Dalla metà del 1800 Le Balze sono state troppo spesso teatro di drammatici episodi di suicidio. La storia che però è arrivata fino a noi è quella di Neri Maltragi, di epoca antecedente. Si parla dell'epoca medievale.
Le case delle pendici erano raggruppate in una villa o in un castello, oppure isolate, ancora abitazioni o depositi di attrezzi, stalle per l'asino, greggi o mandrie.
I contratti regolavano i rapporti tra proprietario e lavoratore. Nelle zone meno abitate era in uso il terratico: il proprietario concedeva la terra a un lavoratore, spesso un emigrante, e riceveva una su tante parti di raccolto.
Era attraversata da una via pubblica che andava verso la Bassa Val di Cecina, esposta a pieno sole, e priva nella maggior parte di fiumi o torrenti di rilievo, e quindi di boschi e albereti, o estese coltivazioni.
La via che da Porta Fiorentina raggiungeva Pinzano e l'Era, continuava il suo itinerario verso Pisa e Firenze costeggiando poderi resi fertili dalla vicinanza del fiume.
Una scuola di grammaticha si trovava nel convento dei Frati Minori, frequentata dai novizi e da giovani. I notai si formavano nelle scuole di ars notaria di Firenze.
Il barbiere del tempo radeva la barba e i capelli e «diminuiva il sangue». I merciai invece erano tra gli artigiani più ricchi della città, in contrapposizione ai rigattieri e ai ferrivecchi.
Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno / toglieva li animai che sono in terra / dalle fatiche loro, scriveva Dante osservando e compatendo gli animali, protagonisti dell'economia medievale.
Cittadini e gente della campagna indossavano abiti di lana o di lino che era più pregiato e quindi meno comune. Le famiglie abbienti comperavano le stoffe di pregio anche dai mercanti forestieri.
Il pane, il vino e l'olio si trovavano sulla tavola di tutti i cittadini, abbienti o poveri. Il resto poteva essere un lusso, ma il cibo a Volterra non mancava di certo.
I termini usati per indicare l'abitazione erano i comunissimi casa e casetta. Altri termini erano casaccia, e soprattutto casalino o casalino o casellino. Rari erano casolare, casa da signore, casa da lavoratore e palagio, cioè palazzo.
La generica famiglia volterrana dell'epoca era di tipo «patriarcale»: il padre aveva autorità sui figli di casa anche con moglie e prole proprie ed era responsabile degli atti fiscali.
Una situazione molto problematica, la Volterra del 1429 vive fatti molto gravi e ne risente per le ribellioni del popolo nei confronti dei supervisori fiorentini.
A chi entra in Cattedrale da Piazza dei Priori, nella cappella gotica che contiene la preziosa statua policroma della Madonna col Bambino, sfugge quasi completamente un'iscrizione su marmo: il ricordo della consacrazione.
Causa? Il morbo deIl'epoca! Lotta spietata tra Guelfi e Ghibellini. I Guelfi impongono ai Ghibellini l'allontanamento da tutte quelle città in cui essi abbondavano, sicchè arrivano alle porte della nostra città a far danno.
Le riforme popolari volterrane del 1320, che fissano a seicento uomini le masnade permanenti cittadine, e a mille gli armati di contado pronti alla chiamata ci informano che un quarto della forza volterrana è costituita da balestrieri.
"Quando è freddo e tira vento, chiudi l'uscio e resta dentro". Sa Dio quante volte, in quel gelido autunno del Quattrocento, gli sarà passato per la mente mentre facevano la guardia nottuma appostati alla Porta di San Felice,
Le ricerche svolte sulla stregoneria sono varie e molteplici, numerosi i percorsi scelti da studiosi appartenenti spesso a discipline diverse e diverse le interpretazioni, che variano secondo le epoche e i contesti culturali.
Se fu facile per San Barbato abbattere il secolare noce di Benevento fu più difficile sfrattare da Mandringa le malefiche allieve di Satana che schiamazzando vi si radunavano la notte del sabato.
La storia di Aradia è una entità viva e si evolve attraverso i bardi che si preoccupano da sempre di raccontarla. Bellissima pellegrina, la Santa Strega è nata a Volterra nel 1333; una delle figure venerate nella moderna Wicca.
C'è una casa di contadini all'inizio della collina, che conduce a Volterra ed è chiamata la Casa del Vento. La leggenda è legata al culto di Diana tra le genti del volterrano che perdurò per molto tempo contemporaneamente al cristianesimo.
I primi segni di una ripartizione cittadina sono visibili già nel corso del XII secolo, quando gli uomini di Volterra cominciano a firmare facendo seguire al proprio nome quello della località di appartenenza.
La Compagnia della Misericordia è certo una delle istituzioni più antiche della nostra città ancora meritevole della riconoscenza e della stima di tutti i Volterrani.
Un esperimento di signoria familiare: i Belforti di Volterra. Saggio completo tratto da una relazione del convegno su «Esperienze di potere personale e signorile nelle città toscane (secoli XIII-XV)»
Un modestissimo studio che non ha davvero la pretesa di dare una fedele immagine della economia medievale volterrana nei riguardi della regalia e del commercio del sale.
Nel medioevo le misure lineari non erano in metri, ma in braccia o in canne; ogni città aveva la sua unità di misura e per tal motivo imperava un grande disordine su questo campo.
Villani, narra di “Come Messer Attaviano Belforti si fece Signore di Volterra”. Non tutto il racconto è veritiero; è una fonte di parte fiorentina e non potevano dire tutta la verità sulla faccenda.
The vicissitudes of the last Jews in Volterra between the end of the 15th century and the beginning of the 16th century, their conversion and the way they lived after accepting baptism.
Giusto Turazza fondatore del Pio Istituto dei Buonuomini, la sua vita in breve e il corposo e particolare testamento con le sue ultime volontà. Una lettura di curiosità!
La lavorazione dell'alabastro dagli inizi del terzo secolo avanti cristo alla fine del novecento; generazioni di alabastrai che hanno reso Volterra il centro della manifattura.